Il Sinodo incoraggia gli agenti pastorali che operano in Africa

Presentato questo venerdì nella Santa Sede il messaggio conclusivo

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di Carmen Elena Villa

CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 23 ottobre 2009 (ZENIT.org).- I Padri sinodali hanno lanciato questo venerdì un appello a valorizzare il patrimonio che l’Africa rappresenta per la Chiesa universale e un’esortazione a tutti gli agenti evangelizzatori.

E’ quanto si legge nel messaggio della II Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, presentato durante un incontro con i giornalisti nella Sala Stampa vaticana.

Il IV capitolo del messaggio, dedicato alla Chiesa in Africa, inizia valorizzando l’importanza del patrimonio di Egitto ed Etiopia per la storia della Chiesa, ricordando che le Chiese dei due Paesi sono “sopravvissute a numerose prove e persecuzioni” e “meritano un’alta considerazione e una collaborazione più stretta con le Chiese, molto più giovani, nel resto del continente”.

“La Chiesa, formata in questi luoghi e in altri soprattutto da stranieri, conta sulla solidarietà delle Chiese sorelle d’Africa perché mandino sacerdoti Fidei Donum ed altri missionari”, segnala il documento.

Una Chiesa missionaria

Durante il Sinodo, i Vescovi africani si sono mostrati soddisfatti dell’invito a realizzare una collaborazione sud-sud con l’opera missionaria in America Latina. “Crediamo che abbiamo molto da guadagnare non solo scambiandoci informazioni, ma anche collaborando”, dice il messaggio finale.

Il documento ricorda alcuni organismi come il Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar (SECAM) – istituzione della solidarietà pastorale organica della gerarchia della Chiesa in Africa –, la cui missione è stata sottolineata dai Padri sinodali in varie occasioni.

Il messaggio conclusivo afferma che i Vescovi accettano la sfida di lavorare in unione con le Conferenze Episcopali: “L’unità dell’episcopato è fonte di grande forza, mentre la sua assenza spreca le energie, rende vani gli sforzi e apre uno spazio ai nemici della Chiesa per neutralizzare la nostra testimonianza”.

Quanto alla riconciliazione, tema centrale di questa assemblea episcopale, il documento osserva che “ogni Vescovo deve porre le questioni della riconciliazione, della giustizia e della pace come un’alta priorità nell’agenda pastorale della sua diocesi. Dovrebbe assicurare la creazione di Commissioni di Giustizia e Pace a tutti i livelli”.

“Dovremmo continuare a lavorare sodo nel formare le coscienze e nel cambiare i cuori, tramite una catechesi efficace a tutti i livelli. Questo deve andare oltre il ‘semplice catechismo’ per bambini e catecumeni che si preparano ai sacramenti”, hanno indicato i Padri sinodali.

Anno Sacerdotale

I Vescovi sottolineano quindi la missione indispensabile dei sacerdoti nel continente africano: “Il vostro esempio di vita insieme e in pace, superando le barriere tribali e razziali, può essere una potente testimonianza per gli altri”, hanno scritto.

“Questo viene dimostrato per esempio quando accogliete con gioia chiunque la Santa Sede nomina come vostri Vescovi, senza distinzioni di luogo di nascita. Molto della realizzazione dei piani pastorali diocesani per la riconciliazione, la giustizia e la pace dipenderà da voi”.

Il messaggio esorta anche alla fedeltà ai consigli evangelici, “in particolare a una vita di celibato nella castità, come pure a un distacco dalle cose materiali, è una testimonianza eloquente al Popolo di Dio”.

Allo stesso modo, segnala che l’Africa è diventata un “terreno fertile per numerose vocazioni”.

Altri agenti di evangelizzazione

I Padri sinodali hanno poi sottolineato il lavoro dei consacrati e dei religiosi, esortandoli a dare “la massima efficacia” al loro apostolato “attraverso la comunione leale e impegnata con la gerarchia locale”.

Hanno ricordato anche la vocazione dei laici del continente. “Non è un impegno facile – hanno riconosciuto –. Per questo dovete accostarvi assiduamente alle sorgenti della grazia, tramite la preghiera ed i sacramenti”.

Il documento fa riferimento al tema delle università cattoliche, che era stato uno dei principali punti di dibattito della I Assemblea Sinodale, realizzata nel 1994. “Ringraziamo Dio che negli ultimi 15 anni sono emerse molte di tali istituzioni, e molte altre sono in arrivo. Questo progetto ha una importanza capitale. Ma è necessario, se dobbiamo investire su un futuro di un laicato cattolico ben formato, specialmente di intellettuali, pronti e capaci di ergersi a testimoniare la propria fede nel mondo contemporaneo”.

Quanto ai cattolici impegnati nella vita pubblica, i Padri sinodali hanno detto che l’Africa ha bisogno di politici santi “che sgombreranno il continente dalla corruzione, che lavoreranno per il bene della gente e che sapranno come galvanizzare altri uomini e donne di buona volontà al di fuori della Chiesa ad unirsi contro i mali comuni che assillano le nostre nazioni”.

Il documento conclusivo si rivolge anche alle famiglie, avvertendo degli attacchi contro l’istituzione familiare e la vita con politiche che vengono da altri continenti.

“Siamo coscienti che molte delle nostre famiglie sono oggetto di grande pressione. La povertà spesso rende i genitori incapaci di prendersi buona cura dei propri figli, con conseguenze disastrose”. Per questo, hanno invitato i Governanti a evitare politiche che distruggano la vita e la famiglia.

Importanza è stata data al ruolo della donna nell’evangelizzazione del continente, ruolo che “dovrebbe essere riconosciuto e promosso, non solo in casa come mogli e madri, ma più generalmente anche nella sfera sociale”.

Il IV capitolo si rivolge infine ai giovani e ai bambini, che rappresentano più del 60% della popolazione africana. “La percentuale nella Chiesa non dovrebbe essere molto differente. Voi dovete essere strumenti di pace e all’avanguardia di un cambiamento sociale positivo. Sentiamo di dover dare un’attenzione particolare a voi, giovani adulti”, hanno dichiarato i Padri sinodali.

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ZENIT Staff

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