Il settimanale cattolico "Niedziela" ricorda il cardinale Glemp

Mons. Ireneusz Skubiś, redattore capo della rivista polacca, ripercorre la vita del porporato recentemente scomparso “uomo di grande umiltà, mansuetudine e competenza”

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Ricordo bene la morte del grande Primate del Millennio, il card. Stefan Wyszyński. In Polonia e nella Chiesa polacca nacque subito la domanda: chi sarà il suo successore? Papa Giovanni Paolo II, che conosceva i vescovi e la situazione della nostra Chiesa di allora prese una decisione importante: il Primate sarà il giovane vescovo di Warmia, mons. Józef Glemp, fino a quel momento fedele cappellano del cardinale Wyszynski, che avevamo cosciuto bene, guardandolo sempre come un uomo di grande umiltà, mansuetudine e competenza.

Così mons. Ireneusz Skubiś, redattore capo del Settimanale Cattolico polacco Niedziela, ricorda il vescovo Glemp, recentemente scomparso.

“Come Primate e vescovo della diocesi di Varsavia e Gniezno, l’Arcivescovo Glemp, cardinale dal 1983, ha intrapreso importanti compiti” prosegue Skubiś. “Egli fece sentire la sua voce in importanti colloqui con la Santa Sede e la sua presenza nella Patria, guadagnando la stima dei vescovi che gli hanno sempre dimostrato rispetto ed obbedienza come ad un padre”.

Il ricordo del redattore capo di Niedziela va al 1981, l’anno della guerra e della dichiarazione della legge marziale del generale Wojciech Jaruzelski. “Il nuovo Primate Jozef Glemp – racconta – venne a Jasna Gora, la mattina del 13 dicembre dello stesso anno, dove, nella sacrestia, disse poche parole per descrivere lo stato della guerra, dichiarando che non voleva assolutamente spargimento di sangue in Polonia”.

Secondo mons. Skubiś il metodo di azione del Primate è stato sempre “la piena discrezione, le aspettative prudenti”. Glemp “sapeva che alle molte questioni serviva una riflessione più approfondita. Probabilmente alcune persone del cosidetto ambiente rivoluzionario erano in attesa di alcune direttive concrete. Il Cardinale Glemp, però, era un uomo di più ampio riconoscimento e il suo atteggiamento pieno di pace interiore. Anche per questo il regime comunista si riferiva a lui con rispetto e stima”.

Il redattore polacco racconta poi dell’amicizia fra il Primate della Polonia e Giovanni Paolo II: “Non possiamo dimenticare che il Papa si fece accompagnare proprio dal Primate nel suo pellegrinaggio in Polonia, e ricordiamo tutti il rispetto e la fiducia con cui il cardinale si avvicinò al Santo Padre. Egli rispettava molto la Santa Sede e il Pontefice, così come la Chiesa Polacca”.

“Dopo le elezioni libere, intorno al 1989 – aggiunge – cominciò a seguire con maggior forza il processo di democratizzazione. Questo significava anche il cambiamento della situazione pastorale in Polonia. I grandi cambiamenti si verificarono in particolare dopo la riforma amministrativa della Chiesa (1992), quando si ebbe la grande intuizione di mettere le persone giuste ad affrontare nuove sfide”.

“Le nuove tendenze di laicismo, in quei tempi difficili, facevano capo anche ai media, che spesso criticarono la Chiesa. In questa nuova realtà, la Chiesa si è trovata spesso in una situazione difficile, ma il Primate sapeva sempre come trovare una soluzione alle situazioni difficili e compensava ogni decisione della Chiesa con una grande ‘bontà’ pastorale”.

Il punto centrale del testimonianza di mons. Ireneusz Skubiś è l’apertura del cardinale Glemp del settimanale Niedziela.  “Personalmente sono molto grato per la sua gentilezza al nostro settimanale – dice – Lui era sempre a nostra disposizione e riservava sempre per la rivista parole di gentilezza”.

Quando nel 2005, prosegue, Niedziela si trovò in una situazione per cui era costretto a lasciare la Diocesi di Varsavia-Praga, “Glemp senza esitazione lo riportò nella sua Diocesi di Varsavia”. “Il Primate aveva grande fiducia per la rivista, e oggi, da parte a nome di tutto Niedziela vogliamo dirgli una grande grazie!”.

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Mariusz Frukacz

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