Puzzle - Pixabay

Il servizio personale, puzzle nel mosaico del benessere comune

Il cristiano deve essere al servizio del prossimo, sempre

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Con la domenica delle Palme si compie la profezia di Zaccaria: “… Il tuo re viene a te, Egli è giusto e vittorioso, umile e montato sopra un asino, sopra un puledro d’asina…( 9, 9 – 11)”. Un segnale senza precedenti che ancora oggi si presenta di grande attualità per i nuovi condottieri di diritti falsati; di mercati drogati; di guerre insanguinate e contesti terroristici e senza dignità umana. Il Figlio dell’Uomo è tutt’altro condottiero! Non mostra i suoi muscoli o il suo potere terreno; non guida eserciti; non sceglie infatti un cavallo o un mulo per il suo ingresso nella città santa, ma l’animale più semplice, un giovane puledro, simbolo non certo di incursioni belliche, ma del servizio quotidiano all’uomo.
Ecco cosa mostra alla folla Gesù! La sua vita al servizio del bene per ogni uomo che vorrà tendere la mano e il cuore alle leggi del Signore. Lui è venuto non per governare il mondo, ma per donarsi ad esso. Una rivoluzione etica e sociale che se adottata, anche in minima parte, potrebbe già ridisegnare il volto del pianeta. La gente acclama; adorna il passaggio del Messia con mantelli e rami presi dagli alberi vicini; plaude secondo quanto profetizzato nel Salmo (8.2) in cui si parla delle lodi che usciranno dalla bocca dei fanciulli. Così infatti in Matteo 21: “Osanna al Figliuolo di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nei luoghi altissimi”.
Ma l’uomo di oggi che cosa ha fatto del suo servizio al prossimo? Non è forse carente questo aspetto nei tanti settori della vita pubblica? Lo stesso cristiano deve mostrare ciò che veramente lui è, facendo del dono all’altro un simbolo di cristianità permanente. L’entrata di Cristo a Gerusalemme non è un fatto che debba interessare solo gli addetti ai lavori, studiosi laici o religiosi della vita del Risorto, ma in quanto evento storico ispirato dovrebbe interrogare il cuore di ognuno. Una necessità spirituale e terrena specie per chi comincia a capire che vivere, secondo parametri costruiti da sé stessi, limiti l’uomo nella sua conoscenza e nella ricerca della verità.
Non si tratta perciò di aderire ad una delle tante filosofie, piuttosto che ad una nuova teoria esistenziale, ma di essere parte attiva del mistero profondo della missione, della croce e della resurrezione del Figlio di Dio. Eventi storici profetizzati dalle Sacre Scritture, cento e mille anni prima della sua venuta al mondo, compiuti durante il tempo della sua predicazione e dei miracoli che il Padre gli ha concesso di fare, perché si credesse. Il problema oggi si sposta su altri piani. È più comodo pensare all’entrata in Gerusalemme, come a tutti gli altri momenti che hanno accompagnato la vita di Gesù, quali fatti eccezionali da attribuire ad un uomo superiore.
Un tentativo comunque già fallito, anche se quattro miliardi di persone non vivranno la prossima Pasqua secondo la fede maturata nell’osservare la Legge del Signore. Anche quest’ultimi, prima o poi, cercheranno la verità divina, pur se in molti, verosimilmente, penseranno di tenere per sé il profumo del viaggio più ambito di ogni essere umano. La conversione però quando è autentica non rimarrà mai un fatto personale, perché passo in avanti dell’universo nel suo insieme, in qualunque parte del mondo essa avvenga. Senza la presenza di Dio nella vita degli uomini ogni sforzo, anche il più grande, mostrerà i suoi limiti.
Da una parte forse offrirà soddisfazioni terrene altissime, ma nello stesso tempo segnerà la solitudine del cuore di chi ha vissuto senza delle regole aperte alla luce della Parola. Lo stesso mercato e la politica che ne consegue sono strumenti odierni dovuti, ma non possono da soli legiferare per il bene collettivo. Le cronache attuali attestano ogni giorno questa triste e continua sfida perdente. Eppure tante storture etiche passano con il silenzio di credenti e cristiani impegnati in ruoli dirigenziali di alto spessore. Dove sta la contrapposizione santa del cristianesimo? Possibile che la tentazione del posto privilegiato annebbia i cuori fino a questo punto?
Leggo in uno scritto del mio maestro spirituale: Oggi Satana ha inventato una strategia nuova. Non è più solo la strategia del martirio, vi è anche una sottilissima sua invenzione che spinge verso un cristianesimo mediocre, fatto di sola intenzionalità. Basta dirsi di Cristo e questo basta. Poi si può convivere con ogni peccato, ogni trasgressione, ogni nefandezza, ogni abominio. In questa tentazione molti sono già caduti, moltissimi cadranno”. Dove è quel servizio che Cristo, nel giorno delle Palme a Gerusalemme, offre al mondo, indicandolo a chi vuole seguirlo come essenzialità della propria vita?
Messaggio che sarà ripetuto il giovedì santo durante la sacra cena con la lavanda dei piedi ai discepoli. Il cristiano deve essere tale sempre! In famiglia; sul posto di lavoro; tra gli amici e gli sconosciuti; quando legifera o utilizza il potere economico; ecc. Se non lo fa tradisce sé stesso, la Parola e priva il mondo di quel suo servizio personale, puzzle indispensabile per continuare a definire lo straordinario mosaico del benessere comune.

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Egidio Chiarella

Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, ha fatto parte dell'Ufficio Legislativo e rapporti con il Parlamento del Ministero dell'Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo "La nuova primavera dei giovani" e del saggio “Sui Sentieri del vecchio Gesù”, nato su ZENIT e base ideale per incontri e dibattiti in ambienti laici e religiosi. L'ultimo suo lavoro editoriale si intitola "Luci di verità In rete" Editrice Tau - Analisi di tweet sapienziali del teologo mons. Costantino Di Bruno. Conduce su Tele Padre Pio la rubrica culturale - religiosa "Troppa terra e poco cielo".

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