Il segreto della comunicazione cattolica: la persona dietro lo schermo

L’Arcivescovo di Rio de Janeiro sul Messaggio del Papa sulle comunicazioni

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di Alexandre Ribeiro

RIO DE JANEIRO, venerdì, 19 febbraio 2010 (ZENIT.org).- L’Arcivescovo di Rio de Janeiro, monsignor Orani João Tempesta, sostiene che “il grande segreto di ogni comunicazione cattolica è la persona che sta dietro allo schermo, alla telecamera, al microfono, alla direzione”.

Se questa persona “ha principi cristiani, tutto il lavoro sarà utile alla vita umana con dignità”, ha dichiarato in un articolo inviato a ZENIT.

Monsignor Tempesta ha commentato il Messaggio di Benedetto XVI per la 44ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali (il 16 maggio), sul tema “Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale: i nuovi media al servizio della Parola”.

“Benedetto XVI chiede ai sacerdoti di mettere mano ai moderni mezzi di comunicazione, soprattutto a quelli che negli ultimi anni hanno conosciuto un’ampia diffusione, come Internet, perché il messaggio di Gesù Cristo possa diffondersi in modo efficace nel mondo contemporaneo”, ricorda l’Arcivescovo.

A suo avviso, gli uomini, “che si avvalgono sempre più dei nuovi mezzi di comunicazione, devono ascoltare, attraverso questi, anche l’annuncio di Dio e del suo amato Figlio, il nostro Redentore”.

Il presule cita il Papa dicendo che la pastorale nel mondo digitale “deve poter mostrare agli uomini del nostro tempo, e all’umanità smarrita di oggi, che Dio è vicino; che in Cristo tutti ci apparteniamo a vicenda”.

Allo stesso modo, ricorda la sfida lanciata dal Pontefice a che gli uomini di Dio sviluppino e mettano in pratica “una pastorale che renda Dio vivo e attuale nella realtà odierna e presenti la saggezza religiosa del passato come ricchezza a cui attingere per vivere degnamente il tempo presente e costruire adeguatamente il futuro”.

La Chiesa, ha affermato l’Arcivescovo, “con i suoi sacerdoti, deve prendere sul serio le parole del Santo Padre”. “Il successo della sua missione evangelizzatrice dipende, in parte, dal suo impegno effettivo nel campo dei mezzi di comunicazione moderni, questo vasto orizzonte missionario che ci è stato aperto”.

Il presule avverte anche del fatto che i sacerdoti sono consapevoli che l’annuncio attraverso i nuovi media “non sostituisce in alcun modo il contatto personale e la vita comunitaria del Popolo di Dio”.

Quando la Chiesa annuncia la Parola di Dio, presta un “grandissimo servizio alla cultura”. I sacerdoti, “avvalendosi della nuova ‘agorà’ dei tempi attuali, i nuovi media, contribuiranno in modo decisivo all’incremento della cultura e all’arricchimento dell’uomo di oggi”.

“I nuovi mezzi di comunicazione rappresentano, come ha detto giustamente Benedetto XVI, un ‘continente digitale’, un ampio continente che reclama la presenza dell’annuncio salvifico. Procediamo in acque più profonde”, ha esortato.

[Traduzione dal portoghese di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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