"Il sangue dei nostri fratelli cristiani è una testimonianza che grida"

Ricevendo John P. Chalmers, moderatore della Chiesa di Scozia (Riformata), il Papa esprime il suo dolore per i 21 copti uccisi ieri dallo Stato Islamico

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Aveva preparato un discorso scritto Papa Francesco per l’udienza con il reverendo John P. Chalmers, moderatore della Chiesa di Scozia (Riformata), ricevuto stamane in Vaticano con altri rappresentanti della Chiesa scozzese. Ma lo ha cestinato subito quando il suo ospite, nell’indirizzo di saluto, ha fatto cenno alla tragedia consumata ieri per mano dell’Isis, scatenando quindi tutto il suo dolore. 

21 cristiani copti egiziani sono stati uccisi per decapitazione, ieri, in una spiaggia della Libia. “Assassinati – dice Bergoglio a braccio – per il solo fatto di essere cristiani. Dicevano solamente: ‘Gesù aiutami’”. “Lei, fratello – prosegue il Pontefice – nel suo discorso ha fatto riferimento a quello che succede nella terra di Gesù. Il sangue dei nostri fratelli cristiani è una testimonianza che grida. Siano cattolici, ortodossi, copti, luterani non importa: sono cristiani! E il sangue è lo stesso”.

“Il sangue testimonia Cristo”, aggiunge il Santo Padre. Ricorda quindi “questi fratelli che sono morti per il solo fatto di testimoniare Cristo, chiedo di incoraggiarci l’uno con l’altro ad andare avanti con questo ecumenismo, che sta incoraggiando l’ecumenismo del sangue. I martiri sono di tutti i cristiani”. 

Nel suo discorso scritto il Papa citava la Evangelii gaudium:”Siamo pellegrini e peregriniamo insieme – dice -. Dobbiamo imparare ad ‘affidare il cuore al compagno di strada senza sospetti, senza diffidenze, e guardare anzitutto a quello che cerchiamo: la pace nel volto dell’unico Dio'”.

Ribadendo il “comune impegno al servizio del Vangelo e della causa dell’unità dei cristiani”, il Santo Padre ricorda che “allo sviluppo della ricca tradizione storica e culturale della Scozia hanno contribuito illustri e sante figure cristiane appartenenti a diverse confessioni”.

Punta quindi l’attenzione sull’attuale stato delle relazioni ecumeniche in Scozia che, afferma, “testimonia quanto ciò che, come cristiani, abbiamo in comune sia più grande di ciò che può dividerci”. “Su questa base – afferma il Papa – il Signore ci chiama a ricercare modi ancora più efficaci per superare vecchi pregiudizi e per trovare nuove forme di intesa e di collaborazione”.

Francesco, tuttavia, constata con gioia che i rapporti tra Chiesa di Scozia e Chiesa cattolica si sono sviluppati, “al punto che le sfide poste dalla società contemporanea vengono affrontate attraverso una riflessione comune” e, “in molti casi, siamo in grado di parlare con una sola voce su questioni che toccano da vicino la vita di tutti i fedeli”.

“Nel nostro mondo globalizzato e spesso disorientato, una comune testimonianza cristiana è un requisito necessario per l’incisività dei nostri sforzi di evangelizzazione”, rimarca. Anche perché “la fede e la testimonianza cristiana si trovano di fronte a sfide tali, che soltanto unendo i nostri sforzi potremo rendere un efficace servizio alla famiglia umana e permettere alla luce di Cristo di raggiungere ogni angolo buio del nostro cuore e del nostro mondo”.

L’auspicio del Pontefice è dunque che “il cammino di riconciliazione e di pace tra le nostre comunità” possa “avvicinarci sempre di più gli uni agli altri, così che, mossi dallo Spirito Santo, possiamo portare a tutti la vita e portarla in abbondanza”.

“Preghiamo gli uni per gli altri – esorta in conclusione il Papa – e continuiamo a camminare insieme nella via della saggezza, della benevolenza, della fortezza e della pace”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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