"Il sangue dei martiri cristiani è un grido. Lo ascoltino i governanti"

In una lettera al patriarca della Chiesa Etiopica, Abuna Matthias, il Papa esprime il suo dolore per la strage dei 29 cristiani etiopi uccisi dall’Isis su una spiaggia della Libia

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È grande il dolore di Papa Francesco nell’apprendere che ancora una volta è stato versato sangue cristiano innocente. In una lettera inviata ieri ad Abuna Matthias, patriarca della Chiesa Ortodossa Tewahedo Etiopica, il Pontefice esprime il suo cordoglio per l’ennesima strage compiuta dallo Stato Islamico che ha massacrato nei giorni scorsi un gruppo di 29 cristiani etiopi su una spiagga della Libia, diffondendo poi sul web il filmato dell’esecuzione.

“So che Vostra Santità soffre profondamente per le atrocità di cui sono vittima i suoi amati fedeli, uccisi per il solo fatto di essere seguaci di nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo”, scrive Bergoglio. Assicura quindi la sua “più sentita solidarietà” e la “vicinanza nella preghiera davanti al continuo martirio che viene inflitto in modo così crudele a cristiani in Africa, in Medio Oriente ed in alcune regioni dell’Asia”.

“Non fa alcuna differenza che le vittime siano cattolici, copti, ortodossi o protestanti. Il loro sangue è uno medesimo nella loro confessione di Cristo!”, afferma il Papa. E ribadisce che questo sangue di fratelli e sorelle cristiani “è una testimonianza che grida per farsi sentire da tutti coloro che sanno ancora distinguere tra bene e male”, soprattutto da coloro “che hanno nelle mani il destino dei popoli”.

Il Papa conclude quindi la missiva con una nota di speranza, ricordando che “in questo periodo siamo pieni della gioia pasquale di quei discepoli a cui le donne recarono l’annunzio che ‘Cristo è risorto dai morti’”. Certo – ammette – tale gioia, “che non viene mai meno”, è quest’anno “offuscata dal dolore”.

Eppure, incoraggia il Pontefice, “sappiamo che la vita che viviamo nell’amore misericordioso di Dio è più forte della sofferenza che tutti i cristiani provano, una sofferenza che accomuna uomini e donne di buona volontà in tutte le tradizioni religiose”.

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ZENIT Staff

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