Il sacrificio dei militari per il bene comune

L’Ordinario Militare per l’Italia, monsignor Santo Marcianò, celebra messa in suffragio dei caduti nelle missioni internazionali di pace

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In occasione della Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace (che si celebra nell’anniversario dell’attentato contro i militari italiani a Nassirya, avvenuto il 12 novembre 2003), l’Ordinario Militare per l’Italia, monsignor Santo Marcianò, ha ricordato i due “poli” che sono stati il “perno della vita dei nostri caduti: l’obbedienza all’autorità e l’esercizio dell’autorità”.

Durante la messa di suffragio celebrata stamattina nella Basilica di Santa Maria in Aracoeli, l’Ordinario Militare ha sottolineato il “tributo a Cesare” che Gesù proclama e che rispetterà “persino nel momento della sua condanna a morte”.

Un principio che viene ribadito nella Gaudium et Spes, secondo la quale «i cittadini sono in coscienza obbligati a obbedire» all’«autorità politica» nell’ottica del «bene comune». In quest’ottica va letta la “missione dei nostri fratelli caduti” che parte da “un atto di obbedienza a servizio del bene comune”, ha spiegato monsignor Marcianò.

“Il bene comune – ha proseguito – non è un vago bene globale, certamente non è il bene del più forte; ma non è neppure il bene della maggioranza, politica o di opinione che sia. Il bene, potremmo dire, è «comune» se “accomuna” tutti gli uomini, se permette e sviluppa una “comunanza” nella vita, nelle sorti, nella stessa fruizione dei beni”.

Il bene comune, quindi, essendo il bene di tutti “supera il bene personale, senza però calpestarlo”: per questo “non può essere perseguito a spese di qualcuno” e tutti devono “cooperare a costruirlo”.

I caduti nei conflitti militari, pertanto, sono un esempio sia di obbedienza che di dedizione al bene comune, “pronti ad affrontare le difficoltà della missione e persino il rischio della vita, perché convinti della bontà dell’opera da portare avanti”.

Essi hanno portato avanti “un’opera di pace” ed “anche la pace è un bene comune” cui “tutti i popoli” e “tutti gli individui”.

Una domanda inquieta, tuttavia, sorge spontanea: “Si può parlare di ‘bene’ pensando alla morte dei nostri cari fratelli?”. La risposta, ovviamente, è negativa, specie se si è trattato di una morte violenta, ha detto l’Ordinario Militare.

Essi, però, rendono un servizio al bene comune, attraverso il “dono” della loro vita “per un bene più grande”. L’esercizio dell’autorità che questi caduti insegnano è, quindi, “l’autorità del dare la vita!”.

I fratelli che oggi commemoriamo, ci fanno comprendere che “per servire il bene comune, bisogna superare la logica dell’indifferenza, esercitando l’autorità del «prendersi cura» anche dinanzi alle valli oscure delle paure e dell’ingiustizia, delle violenze e delle guerre che affliggono tanti popoli”.

La scelta dell’intervento internazionale richiede “sempre più il contributo di vicinanza di militari, come pure di civili, che si spendano per la difesa nonché per il riscatto culturale, sociale, economico, religioso, educativo di Paesi e di poveri calpestati da ingiustizie, violenze, intolleranze”, non facendo la guerra ma, come ha detto anche recentemente papa Francesco, fermando “l’ingiusto aggressore”.

Non sempre i caduti nelle missioni internazionali di pace sono stati “capiti fino in fondo” o “ringraziati dalla comunità civile o ecclesiale”: del resto, anche nel Vangelo, uno solo lebbroso su dieci va a ringraziare Gesù.

“Noi oggi vogliamo ringraziare questi nostri fratelli, l’impegno dei loro amici e colleghi, il dolore delle loro famiglie – ha detto monsignor Marcianò -. Ma vogliamo soprattutto ringraziare il Signore per chi, come loro, trova la forza di dare la vita piuttosto che sottomettersi alla logica dell’ingiustizia, dell’odio, della morte”.

Il presule ha quindi concluso l’omelia con l’auspicio che ciascuno, nel proprio quotidiano, “possa ciascuno imparare a riconoscere nel bene comune, nel trascendente, nell’Assoluto un principio cui obbedire, per trasformare l’autorità – ogni autorità! – in dono di vita, in servizio d’amore”.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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