Il sacrificio che ha salvato il mondo

Senza Eucaristia si impoverisce la cultura e la società, ha detto il Papa alla celebrazione del Corpus Domini

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di Antonio Gaspari

ROMA, giovedì, 7 giugno 2012 (ZENIT.org).– Alle ore 19 di oggi 7 giugno, Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, il Santo Padre Benedetto XVI ha celebrato la Santa Messa sul sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano.

Ha quindi presieduto la Processione Eucaristica che, da via Merulana è giunta alla Basilica di Santa Maria Maggiore.

Nel corso dell’omelia della Celebrazione Eucaristica il Santo Padre ha detto: “Cristo ‘è mediatore di un’alleanza nuova’ (Eb 9,15), stabilita nel suo sangue, che purifica ‘la nostra coscienza dalle opere di morte’

Per celebrare veramente l’Eucaristia – ha aggiunto – “Non basta l’osservanza rituale, ma si richiede la purificazione del cuore e il coinvolgimento della vita”.

Il Pontefice Benedetto XVI ha spiegato che “il Sacramento della Carità di Cristo deve permeare tutta la vita quotidiana”.

Per questo motivo “l’incontro con Gesù nella Santa Messa si attua veramente e pienamente quando la comunità è in grado di riconoscere che Egli, nel Sacramento, abita la sua casa, ci attende, ci invita alla sua mensa, e poi, dopo che l’assemblea si è sciolta, rimane con noi, con la sua presenza discreta e silenziosa, e ci accompagna con la sua intercessione, continuando a raccogliere i nostri sacrifici spirituali e ad offrirli al Padre”.

In questo contesto il Vescovo di Roma ha voluto sottolineare che “il sacro ha una funzione educativa”, e la sua scomparsa “inevitabilmente impoverisce la cultura, in particolare la formazione delle nuove generazioni”.

“Se, per esempio, – ha continuato Benedetto XVI – in nome di una fede secolarizzata e non più bisognosa di segni sacri, venisse abolita questa processione cittadina del Corpus Domini, il profilo spirituale di Roma risulterebbe ‘appiattito’, e la nostra coscienza personale e comunitaria ne resterebbe indebolita”.

“Se pensiamo a una mamma e a un papà che, in nome di una fede desacralizzata, privassero i loro figli di ogni ritualità religiosa -ha rilevato – in realtà finirebbero per lasciare campo libero ai tanti surrogati presenti nella società dei consumi, ad altri riti e altri segni, che più facilmente potrebbero diventare idoli”.

Per spiegare il significato del rito , il Papa ha ricordato che “Dio, nostro Padre, ha mandato il suo Figlio nel mondo non per abolire, ma per dare il compimento anche al sacro”.

Con l’ultima cena, Gesù istituì il Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, e “Così facendo – ha aggiunto il Pontefice – Egli pose se stesso al posto dei sacrifici antichi, ma lo fece all’interno di un rito, che comandò agli Apostoli di perpetuare, quale segno supremo del vero Sacro, che è Lui stesso”.

“Con questa fede, – ha concluso Benedetto XVI – cari fratelli e sorelle, noi celebriamo oggi e ogni giorno il Mistero eucaristico e lo adoriamo quale centro della nostra vita e cuore del mondo”.

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ZENIT Staff

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