"Il sacerdote non sia un 'manager' ma un servo che imita Gesù"

Al Regina Coeli, il Papa esorta i neo sacerdoti a seguire l’esempio del Buon Pastore e ricorda Giovanni Paolo II alla vigilia del primo anniversario della canonizzazione

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Il “buon pastore” dà la vita per le sue pecore e, in questo modo, “realizza il modello più alto di amore per il gregge”. Meditando sul Vangelo odierno (Gv 10,11-18), durante il regina Coeli, papa Francesco ha distinto tra i “falsi pastori” che pensano a se stessi e “sfruttano le pecore” e i buoni pastori, che sono invece a immagine di Cristo.

Dalla finestra del suo studio al Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre ha ricordato che “il pastore buono pensa alle pecore e dona sé stesso” e che, “a differenza del mercenario”, Cristo “è una guida premurosa che partecipa alla vita del suo gregge, non ricerca altro interesse, non ha altra ambizione che quella di guidare, nutrire e proteggere le sue pecore”. E lo fa “al prezzo più alto, quello del sacrificio della propria vita”.

Donandoci Gesù, “il Padre ci ha dato tutto ciò che di più grande e prezioso poteva darci”, dimostrando un “amore sorprendente e misterioso”, “l’amore più alto e più puro”, perché non motivato da “alcuna necessità”, non condizionato da “alcun calcolo”, né attratto da alcun “interessato desiderio di scambio”.

A questo amore di Dio, noi uomini rispondiamo con “una gioia immensa e ci apriamo alla riconoscenza per quanto abbiamo ricevuto gratuitamente”.

Non basta, tuttavia, la gratitudine, è necessario anche “seguire il Buon Pastore” e i pastori – siano essi sacerdoti, vescovi o papi – “sono chiamati ad assumere non la mentalità del manager ma quella del servo, a imitazione di Gesù che, spogliando sé stesso, ci ha salvati con la sua misericordia”, ha raccomandato il Pontefice.

Di seguito Francesco ha sottolineato che allo stile del Buon Pastore “sono chiamati anche i nuovi sacerdoti della diocesi di Roma”, da lui ordinati stamattina nella basilica di San Pietro. Poco dopo due dei nuovi presbiteri si sono affacciati al fianco del Papa per salutare i fedeli e ringraziarli delle preghiere.

Prima di pronunciare la preghiera mariana, il Papa ha invocato l’intercessione di Maria Santissima, perché ottenga per lui stesso, per i vescovi e i sacerdoti di tutto il mondo, “la grazia di servire il popolo santo di Dio mediante la gioiosa predicazione del Vangelo, la sentita celebrazione dei Sacramenti e la paziente e mite guida pastorale”.

Durante i saluti finali, papa Francesco ha ricordato il primo anniversario della canonizzazione del suo predecessore Giovanni Paolo II, che ricorre domani.

Salutando i pellegrini giunti dalla Polonia e da tutto il mondo per l’anniversario, il Santo Padre ha detto: “Carissimi, risuoni sempre nei vostri cuori il suo richiamo: “Aprite le porte a Cristo!”, che diceva con quella voce forte e santa che lui aveva”.

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Il testo integrale dell’Angelus è disponibile qui.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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