Il ruolo delle Scritture nel dialogo interreligioso

Discorso di un teologo anglicano al Centro del Dialogo Giovanni Paolo II

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di Andrea Kirk Assaf

ROMA, venerdì, 15 aprile 2011 (ZENIT.org).- Il dovere del dialogo interreligioso nelle società moderne e multiculturali è stato un tema ricorrente durante il pontificato di Giovanni Paolo II. Il ruolo cruciale del dialogo in una società civile si dà oggi per scontato, ma come avviene questo dialogo è ancora un tema di cui discutere.

La meditazione delle Scritture è un metodo di dialogo interreligioso la cui popolarità sta aumentando e che si sta diffondendo nelle istituzioni accademiche. Il metodo riunisce persone di diverse tradizioni religiose per leggere e dibattere passi dei testi sacri. Il risultato che si vuole ottenere non è il consenso, ma un’intesa più profonda di queste tradizioni.

Uno dei fondatori del metodo, il professor David Ford, teologo anglicano e Professore Regio di Divinità presso l’Università di Cambridge, lo ha presentato di recente in una conferenza svoltasi presso il Centro Giovanni Paolo II per il Dialogo Interreligioso alla Pontificia Università San Tommaso d’Aquino di Roma.

L’evento annuale, patrocinato dalla Fondazione Russell Berrie del New Jersey (Stati Uniti), ha contato anche sulla presenza del rabbino Jack Bemporad come moderatore del dibattito.

Bemporad è il fondatore del Centro per l’Intesa Interreligiosa, con sede negli Stati Uniti, ed è docente di Studi interreligiosi all’Angelicum, oltre ad essere coinvolto a livello diplomatico nel dialogo interreligioso.

Nel 1993, durante il pontificato di Giovanni Paolo II, Bemporad aiutò ad assicurare le piene relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e Israele, in collaborazione con i Cardinali Johannes Wilebrands ed Edward Cassidy.

Usi della meditazione delle Scritture

La diplomazia è solo una delle tante applicazioni del dialogo interreligioso. Come metodo di Meditazione delle Scritture in questo dialogo, anche se è nato per gli eruditi di ambienti accademici, viene ora praticato in luoghi di culto, scuole e riunioni internazionali delle varie comunità religiose, soprattutto quelle della tradizione abramitica.

In questo senso, il suo obiettivo coincide con quello del Centro di Dialogo Interreligioso Giovanni Paolo II, per “costruire ponti tra i cattolici, gli ebrei e altre tradizioni religiose per dare alla seguente generazione di leader religiosi un’intesa profonda e dedizione alle questioni interreligiose”.

Il compagno di centro di Ford negli studi universitari biennali, padre Celestine Ezemadubom, ha offerto la propria testimonianza nella conferenza come sacerdote che lavora in questo campo.

Come si può partecipare alla Meditazione delle Scritture? Un gruppo privato di partecipanti accoglie un altro a rotazione nei luoghi di culto e nelle università per procedere alla lettura e al dibattito sui testi sacri, soprattutto in relazione ad argomenti attuali, siano ampie questioni morali o elementi pratici di livello locale.

Il gruppo si accorda su alcuni principi fondamentali, come l’apertura e l’onestà, per incoraggiare un dialogo costruttivo e l’aumento dell’affiatamento.

Dalla teoria alla pratica

Ford ha descritto come questa metodologia si sia sviluppata da interazioni della vita reale tra credenti di confessioni diverse. Nato in una famiglia anglicana di Dublino, dove la Chiesa d’Irlanda costituiva il 3% di una popolazione a maggioranza cattolica, dopo aver studiato Teologia a Cambridge e a Yale ha iniziato a insegnare nella città multiculturale di Birmingham, dove ha potuto osservare come i tanti tentativi di dialogo risultassero del tutto infruttuosi.

Ha scoperto allora un approccio più personale, e quindi più pratico, con la Meditazione Testuale del teologo ebreo Peter Ochs, dell’Accademia Americana di Religione. “Filosofi contemporanei e giovani ebrei e studiosi dei testi (Tanakh e Talmud) hanno partecipato a una discussione” su “testi classici e opere dei pensatori moderni”.

Da ciò si è sviluppata la Meditazione delle Scritture, in cui ebrei, cristiani e musulmani, che si conoscono a livello personale e professionale, si incontrano per leggere e discutere insieme il Tanakh, la Bibbia e il Corano in un ambiente gioioso e amichevole.

Questi incontri hanno lasciato un’impressione duratura in Ford. “Studiare il Tanakh e il Corano per 4 ore con ebrei e musulmani che conoscono e vivono le loro tradizioni; essere capaci di mettersi in discussione, discutere e dissentire profondamente ma con rispetto; vedere la Bibbia attraverso i loro occhi e le loro domande, e cercare di dare testimonianza della mia fede cristiana come risposta; esplorare le implicazioni attuali e pratiche dei testi delle tre Scritture (etica, vita quotidiana, filosofia, politica, economia…)” ha trasformato la sua comprensione del dialogo interreligioso per superare gli stereotipi e intessere amicizie.

Grazie alle idee e alle esperienze collegate a ciò, Ford ha fondato con i suoi colleghi il Programma Interreligioso di Cambridge per “promuovere una fede e un’intesa secolare più saggia”.

Nel 2007, la Meditazione delle Scritture ha attirato l’attenzione e il consenso di molti leader religiosi della società britannica. Due imam musulmani di Londra hanno emesso fatwa, opinioni pubblicate dalle autorità legali islamiche, che hanno spianato la strada alla partecipazione dei musulmani e hanno permesso l’uso delle moschee per le riunioni del gruppo.

L’esperienza personale del dialogo interreligioso ha influenzato profondamente il cammino professionale adottato da Ford, che raccomanda questa via a tutti i credenti per affrontare i problemi dei nostri giorni.

“Sono sempre più convinto che il XXI secolo appena iniziato sia un kairos per l’impegno interreligioso, soprattutto tra le confessioni abramitiche, e che ci saranno conseguenze gravi se verrà persa questa opportunità”.

Per ulteriori informazioni sul Centro Giovanni Paolo II per il Dialogo Interreligioso: www.jp2center.org


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ZENIT Staff

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