Il ruolo dei mass media nella Nuova Evangelizzazione (Terza ed ultima parte)

Conferenza tenuta da padre Zenon Hanas, S.A.C., durante il recente convegno “Ravvivare la fede e riaccendere la carità”

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ROMA, domenica, 7 ottobre 2012 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito l’ultima parte della conferenza tenuta il 27 settembre scorso da padreZenon Hanas, S.A.C., vice provinciale della Provincia di Cristo Re, Polonia,durante il recente convegno organizzato a Roma dallaSocietà dell’Apostolato Cattolico (S.A.C., meglio nota come i Pallottini) sotto il titolo Ravvivare la fede e riaccendere la carità: Apostoli di Gesù nel mondo che cambia. La risposta dei Pallottini alle sfide della Nuova Evangelizzazione

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3. Proposte concrete

L’ ‘Instrumentum laboris’, redatto dalla Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi in vista dei lavori della prossima Assemblea Generale Ordinaria, dedica 4 paragrafi (59-62) al tema dei media nel contesto della nuova evangelizzazione, con un titolo assai significativo: “Le nuove frontiere dello scenario comunicativo”. Emerge, quindi, la consapevolezza che ci troviamo di fronte ad una cultura che possiamo chiamare una “cultura digitale”. Essa è originata dalle nuove tecnologie comunicative e che essa sia una grande sfida per la comunità ecclesiale.

Quel che cambia non è il Vangelo, ma il destinatario al quale va annunciato. Occorre aprirsi alle nuove sfide, apprendere i nuovi linguaggi, tentare nuove forme di approccio. L’internet e tutti gli istrumenti di comunicazione (Facebook, Twitter, Blogs, podcast, ecc.) sono a nostra disposizione. Viviamo dentro una sorta di “piazza virtuale” che ha sostituito o si è aggiunta alla piazza sociale. È una nuova cultura indotta dalla comunicazione sociale. Benedetto XVI ha definito i social media una nuova agorà. Egli ha anche incoraggiato i sacerdoti ad usare questo spazio con il cuore sacerdotale.

3.1. Definire con chi vogliamo comunicare?

Non si può parlare lo stesso linguaggio con tutti. Questa consapevolezza è importante per la costruzione del messaggio.

Le lingue costituiscono un ostacolo. Dobbiamo usare i nostri talenti e le risorse per la comunicazione. Dobbiamo usare i nostri talenti e risorse per la comunicazione. Il Beato Giovanni Paolo II, nella Lettera Apostolica “Il Rapido Sviluppo”, (2005) rileva con chiarezza che: “I mezzi di comunicazione sociale hanno raggiunto una tale importanza da essere per molti il principale strumento di guida e di ispirazione per i comportamenti individuali, familiari, sociali. Si tratta di un problema complesso, poiché tale cultura, prima ancora che dai contenuti, nasce dal fatto stesso che esistono nuovi modi di comunicare con tecniche e linguaggi inediti” (n.3).

3.2. Ravvivare gli esempi del passato

Il N° 32 dello “Istrumentum Laboris” ci mostra una delle sfide dell’evangelizzazione. La Chiesa conosce tanti buoni esempi di santità nel passato. Si vede comunque la difficoltà nel rendere ancora attuali e comunicabili queste esperienze. “Talvolta si ha l’impressione che queste opere della nostra storia non soltanto appartengano al passato ma ne siano quasi prigioniere, non riescano più a comunicare la qualità evangelica della loro testimonianza nel nostro presente”. In questo contesto si potrebbe indicare una delle strade per l’uso dei media per l’evangelizzazione. I contenuti dei media potrebbero mostrare la credibilità delle azioni e della testimonianza delle persone nel passato. Raccontare le storie della santità e del dedicarsi al bene degli altri può essere un modo per ravvivare l’interesse e le motivazioni della gente di oggi.

3.3. La proposta di creare un centro di comunicazione, un’agenzia d’informazioni

Quali sono gli scopi concreti che dobbiamo raggiungere nel mondo pallottino? Usando lo spazio del sito possiamo divulgare informazioni all’interno della Società e dell’Unione. Possiamo rendere disponibili i contenuti formativi ai nostri membri. Non dobbiamo dimenticare di pubblicare i contenuti indirizzati a non credenti, ai giovani oppure alle nostre comunità parrocchiali.

Tutto questo esige una collaborazione internazionale di un gruppo dei “redattori” che riescano a comunicare nelle lingue diverse. Qui si nota la necessità dell’apprendimento delle lingue. E’ chiaro che all’interno del “villaggio globale” esiste una comunità alla cui formazione noi dobbiamo in tutti i modi cercare di partecipare. Questo naturalmente richiede collaborazione; una sola persona non basta in questo nuovo e complesso processo di evangelizzazione. Occorre pertanto adottare un approccio di squadra per poter lavorare in maniera efficace.

4. Conclusione

Alla fine ci poniamo di nuovo la domanda: come raggiungere tutto il mondo e proclamare la Buona Novella, così come ci viene richiesto dalle Sacre Scritture? Sappiamo che nella nuova cultura dei media abbiamo a disposizione diversi tipi di media che si sono evoluti nel corso degli anni. Essi ci aiutano a comprendere e a comunicare. A tale proposito possiamo dire, che non è necessario rinunciare a ciò che è stato fatto in passato, ma è certo che ci stiamo muovendo in avanti e che dobbiamo cercare dei nuovi modi per far convergere tutti questi nuovi media in Internet e nel cyberspazio allo scopo di evangelizzazione.

Ci rendiamo conto che questa nuova cultura è molto dinamica, interattiva, complessa e fondata sulla multimedialità.

Per concludere, vorrei citare un passo tratto dall’”lstrumentum laboris” (n° 164): “Nuova evangelizzazione vuol dire risposta adeguata ai segni dei tempi, ai bisogni degli uomini e dei popoli di oggi, ai nuovi scenari che mostrano la cultura attraverso la quale esprimiamo la nostra identità e cerchiamo il senso delle nostre esistenze. Nuova evangelizzazione significa perciò promozione di una cultura più profondamente radicata nel Vangelo”.

Siamo pienamente consapevoli dei limiti delle nuove tecnologie e di certe influenze negative da esse esercitate specialmente sul mondo giovanile. Ma ci sentiamo invitati “ad esercitare una ‘diaconia della cultura, nell’odierno continente digitale’“.

[La seconda parte è stata pubblicata sabato 6 ottobre]

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ZENIT Staff

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