Il ruolo dei mass media nella Nuova Evangelizzazione (Seconda parte)

Conferenza tenuta da padre Zenon Hanas, S.A.C., durante il recente convegno “Ravvivare la fede e riaccendere la carità”

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ROMA, sabato, 6 ottobre 2012 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito la seconda parte della conferenza tenuta il 27 settembre scorso da padre Zenon Hanas, S.A.C., vice provinciale della Provincia di Cristo Re, Polonia,durante il recente convegno organizzato a Roma dallaSocietà dell’Apostolato Cattolico (S.A.C., meglio nota come i Pallottini) sotto il titolo Ravvivare la fede e riaccendere la carità: Apostoli di Gesù nel mondo che cambia. La risposta dei Pallottini alle sfide della Nuova Evangelizzazione

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2. Condizioni dell’effettività

L’attività dei cristiani nel campo dei mass media deve riconoscere i cambiamenti e le prospettive del mondo moderno. Qui possiamo pensare ai giganteschi progressi della scienza e della tecnica, all’ampliarsi delle possibilità nella vita e degli spazi di libertà individuale, ai profondi cambiamenti in campo economico, al processo del mescolarsi di varie etnie e culture che ha origine nei massicci fenomeni migratori, nella crescente interdipendenza tra i popoli. Tutto ciò non è avvenuto senza conseguenze anche per la dimensione religiosa della vita dell’uomo.

La condizione dell’effettività per l’evangelizzazione in questo contesto è una profonda conoscenza della mentalità moderna e post-moderna, dei motivi per i quali il messaggio di Cristo è stato respinto dagli ex-cristiani e del linguaggio adatto alla comunicazione.

2.1. Conoscere la mentalità moderna e post-moderna

Come si può conoscere la mentalità dell’uomo moderno e post-moderno? Certamente si potrebbe avviare una ricerca scientifica, con metodi sociologici o psicologici. Ma sembra che il metodo più adatto sia quello del dialogo e della conoscenza diretta delle persone. Il punto di partenza del dialogo non può essere l’insegnamento, ma il dialogo a più voci e la condivisione dei beni spirituali.

Papa Benedetto XVI nel Messaggio per la XLIII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali (2009) scrive: “nei primi tempi della Chiesa, gli Apostoli ed i loro discepoli hanno portato la Buona Novella di Gesù nel mondo greco-romano: come allora l’evangelizzazione, per essere fruttuosa, richiede l’attenta comprensione della cultura e dei costumi di quei popoli pagani nell’intento di toccare le menti e i cuori, così ora l’annuncio di Cristo nel mondo delle nuove tecnologie suppone una loro approfondita conoscenza per un conseguente adeguato utilizzo”.

2.2. Conoscere i motivi perché il messaggio di Cristo è stato respinto dagli ex-cristiani

Per la comprensione della situazione della chiesa e della fede nella società dobbiamo conoscere i motivi per i quali il messaggio di Cristo è stato respinto dagli ex-cristiani. Possiamo immaginarci diverse situazioni che hanno favorito il distacco delle persone dalle comunità cristiane. Un’analisi approfondita e realizzata con cura potrebbe offrire un quadro della situazione spirituale delle persone e delle nostre comunità.

2.3. Apprendimento del linguaggio adatto

Per la comunicazione nel mondo odierno bisogna avere una profonda conoscenza del linguaggio elettronico. Se vogliamo annunciare il Vangelo, dobbiamo imparare il linguaggio degli uomini, che sono radicati nelle loro culture.

Nella Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes (n. 44) leggiamo: la Chiesa “fin dagli inizi della sua storia, imparò ad esprimere il messaggio di Cristo ricorrendo a[concetti e alle lingue dei diversi popoli; e inoltre si sforzò di illustrarlo con la sapienza dei filosofi: allo scopo, cioè, di adattare, quanto conveniva, il Vangelo, sia alla capacità di tutti sia alle esigenze dei sapienti. E tale adattamento della predicazione della parola rivelata deve rimanere legge di ogni evangelizzazione”.

E poi leggiamo: “È dovere di tutto il popolo di Dio, soprattutto dei pastori e dei teologi, con l’aiuto dello Spirito Santo, di ascoltare attentamente, discernere e interpretare i vari linguaggi del nostro tempo, e di saperli giudicare alla luce della Parola di Dio, perché la verità rivelata sia capita sempre più a fondo, sia meglio compresa e possa venire presentata in forma più adatta”.

Uno sforzo va fatto per apprendere la lingua, la cultura, i processi e i metodi del linguaggio elettronico. Non si tratta di sopprimere il linguaggio del libro (il linguaggio di Gutenberg), ma dare spazio al linguaggio e ai metodi dei mass media. Lo scopo non è tanto un apprendistato agli strumenti, quanto un’integrazione della cultura.

[La prima parte è stata pubblicata venerdì 5 ottobre. La terza ed ultima parte uscirà domenica 7 ottobre]

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ZENIT Staff

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