Il riposo non è inerzia

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mc 6,30-34

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Lettura

L’invito di Gesù a “riposare un poco” è rivolto ai discepoli che abbiamo visto mandati a far “la prova” della missione a cui avrebbero dedicato la vita fino al loro ultimo giorno. È commovente vedere questi uomini – pescatori di professione alcuni, altri dediti in precedenza a maneggiare denaro sui banchi delle imposte, o impegnati in diverse attività – rientrare dal nuovo servizio, riunirsi intorno a Gesù e riferirgli quello che avevano fatto e insegnato. Ancor più commovente – proprio nel senso che tocca nel profondo, smuove, mette in movimento – è vedere l’accoglienza di Gesù e la sua tenerezza.

Meditazione

Nel Vangelo di Marco Gesù sembra caratterizzato da una certa fretta – è ricorrente l’espressione “e subito” – ma i tempi di orante solitudine ritmano la sua esistenza. Nel passo evangelico odierno, tuttavia, egli non parla di preghiera: invita al riposo, ed il verbo greco – che significa “cessare, interrompersi, fermarsi” – suggerisce l’idea di una pausa in quella vita intensa, attraversata dai “molti che andavano e venivano” sottraendo a lui e ai discepoli addirittura “il tempo di mangiare”. Il riposo a cui Gesù invita gli Apostoli è distacco dall’assillo delle solite cose, che sono importanti, ma che non si possono affrontare, per esempio, con l’ansia di Marta. È un andare “in disparte” che implica una separazione, ma alla ricerca di una solitudine che non è isolamento: si va insieme, e in compagnia di Gesù. È un riposo in funzione del ritrovarsi; una pausa che non si irrigidisce nelle sue pur legittime esigenze, ma che rimane aperta ad una fondamentale disponibilità. L’episodio evangelico si conclude, infatti, con la folla che sopraggiunge improvvisa, proprio quando arrivano e scendono dalla barca, e il Maestro riprende «a insegnare molte cose». Anche nell’incontro con la donna samaritana, ai discepoli che erano andati in cerca di cibo e, di ritorno, dicevano: “Maestro, mangia qualcosa!”, Gesù rispose: “Ho un cibo da magiare che voi non conoscete…: fare la volontà di colui che mi ha mandato a realizzare la sua opera”. La pausa “in disparte, in un luogo deserto”, è solo rinviata! «Il problema – insegna Papa Francesco – non sempre è l’eccesso di attività, ma soprattutto le attività vissute male, senza le motivazioni adeguate, senza una spiritualità che permei l’azione e la renda desiderabile» (Evangelii Gaudium, 82).

Preghiera

Come è dolce, Signore, il riposo con te! È dolce anche quando gli imprevisti della vita ce ne sottraggono la possibilità. L’importante per noi è stare con te. Donaci di godere sempre della tua presenza: in ogni istante, nel riposo e nel lavoro. Tu sei il senso del nostro vivere! Aiutaci a vivere con te e in te!

Agire

Recito oggi il Rosario anche come pausa di riposo in mezzo alle occupazioni della giornata, per ritrovare nella contemplazione dei misteri il senso vero di quel che faccio.

Meditazione a cura di mons. Edoardo Aldo Cerrato, vescovo di Ivrea, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonament info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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