Il progresso umano va oltre la globalizzazione economica

Si è concluso il ciclo di letture teologiche sulle omelie pasquali di Benedetto XVI

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di Luca Marcolivio

ROMA, venerdì, 3 febbraio 2012 (ZENIT.org) – Si è concluso ieri sera, presso il Vicariato di Roma, il ciclo di letture teologiche sulle omelie pasquali di Benedetto XVI. La stabilità dell’uomo nel mondo globalizzato è stato l’oggetto dell’ultimo dibattito, che ha preso forma a partire  dall’omelia del Santo Padre della veglia pasquale dell’11 aprile 2009.

Ha aperto la conferenza monsignor Luis Francisco Ladaria Ferrer, S.I., segretario della Congregazione della Dottrina della Fede, che ha sottolineato i tre simbolismi richiamati da Benedetto XVI durante l’omelia pasquale di tre anni fa: la luce; l’acqua; il canto nuovo dell’alleluia.

Il primo simbolismo sta ad indicare “una luce non misurabile con i parametri di questo mondo”, ha spiegato il presule. Della luce della Resurrezione del Signore tutti “siamo diventati partecipi, siamo entrati nella luce, non la contempliamo soltanto dall’esterno”.

Il simbolismo dell’acqua ha invece una valenza duplice: può richiamare tanto la minaccia del mare “verso il quale il Popolo d’Israele ha sentito sempre profondo timore”, quanto l’acqua del battesimo “che ci purifica e ci rinnova” con la potenza dello Spirito Santo.

L’acqua, ha ricordato monsignor Ladaria, è anche un elemento costantemente presente nella predicazione e nei miracoli di Gesù, fino alla sua passione e morte: così avviene nel dialogo con la Samaritana (Gv 4,14), con la guarigione alla piscina di Siloe (Gv 9,1-38), ed infine con il Cristo crocefisso, da cui costato trafitto, escono sangue e acqua (Gv 19,34).

Il simbolismo del canto nuovo dell’alleluia, infine, è il canto della “liberazione dalla schiavitù del peccato, come gli antichi israeliti furono liberati dalla schiavitù d’Egitto”.

Secondo il filosofo Giampiero Milano, docente all’Università di Roma-Tor Vergata, l’omelia pasquale del 2009 del Papa, parla in modo chiaro e diretto all’uomo di oggi, fornendo delle chiavi di lettura per il fenomeno odierno più complesso: la globalizzazione.

L’uomo moderno, in tal senso, è sempre più avulso dai grandi valori collettivi del passato, e procede nella ricerca della sua identità, spesso in angosciosa solitudine, lungo i binari di un mondo incerto e in continua e frenetica evoluzione.

In questo scenario, ha osservato il professor Milano, non è possibile pensare a “un multiculturalismo ridotto a pura tolleranza reciproca”, né si può guardare alla globalizzazione “solo da un punto di vista tecnico”.

Sulla scorta del “pluralismo ragionevole” teorizzato da John Rawls, si può iniziare a concepire un modello interculturale che abbia però dei capisaldi nella libertà e nella dignità dell’uomo, ponendo nuove “basi etiche per la globalizzazione”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, secondo il quale l’omelia di Benedetto XVI è perfettamente coerente con il quadro storico della crisi economica che, nella Pasqua del 2009, era già in corso da qualche mese.

In questo contesto, “come economista devo chiedermi: come posso essere io sorgente di acqua viva?”, si è domandato il professor Giovannini. In primo luogo va “rimesso l’uomo al centro”, senza trascurare di “ridefinire quelli che sono i parametri del progresso della società” che “non coincide esclusivamente con il progresso economico”. Da progresso in senso lato ed ideologico, si passa ad una più realistica concezione di “progresso possibile”, ha aggiunto Giovannini.

A conclusione della tavola rotonda, e quindi delle letture teologiche, il cardinale vicario di Roma, Agostino Vallini, ha richiamato l’attenzione sulla veglia pasquale come momento di liturgia e di tradizione cristiana: un rito che, significativamente, inizia nell’oscurità, per poi venire illuminato dal fuoco luminoso di Cristo che risorge.

Questa irruzione della luce nella nostra vita ci provoca, deve indurre in noi una domanda “per nulla scontata”, ovvero: “chi è per noi Cristo Risorto?”

“Cristiani battezzati e praticanti lo siamo in tanti – ha osservato il cardinale -. Tuttavia per quanti di noi Cristo è davvero un’esperienza viva? Attraverso la nostra testimonianza la mezzanotte può diventare mezzogiorno”, ha poi concluso Vallini, alludendo alla simbologia della liturgia della veglia pasquale.

Prima del congedo, è stato tributato un momento di omaggio a monsignor Lorenzo Leuzzi, direttore della Pastorale Universitaria del Vicariato di Roma e coordinatore del ciclo di incontri appena concluso.

La notizia dell’ordinazione episcopale di monsignor Leuzzi – annunciata da papa Benedetto XVI per il prossimo 14 aprile – è stata salutata dal moderatore della tavola rotonda, il presidente emerito della Corte Costituzionale, Cesare Mirabelli, come “un momento che ci riempie di gioia”.

Leuzzi è stato designato vescovo di Villanova ed assumerà anche l’incarico di direttore della Pastorale Sanitaria di Roma. Nel ringraziare il pubblico degli auguri, il direttore della Pastorale Universitaria ha annunciato la pubblicazione degli atti del ciclo di letture teologiche sulle omelie pasquali di Benedetto XVI, entro la prossima Quaresima.

La prossima iniziativa della Pastorale Universitaria di Roma, in collaborazione con il Ministero dell’Università e della Ricerca, è il dibattito Lo spazio e Dio, alla presenza del professor Antonino Zichichi e dell’astronauta Roberto Vittori. L’appuntamento è per giovedì 23 febbraio, alle 20.30, al Teatro Argentina.

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ZENIT Staff

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