Il programma della visita del Papa in Campidoglio

Il sindaco Alemanno: ci occorre “una strada che aiuti a uscire dall’emergenza”

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CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 5 marzo 2009 (ZENIT.org).- La Sala Stampa vaticana ha pubblicato questo giovedì il programma della visita di Benedetto XVI in Campidoglio, che si terrà lunedì 9 marzo.

L’arrivo del Papa è previsto per le 10:50. Sarà accolto nell’area Sisto IV dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e dalla moglie, Isabella Rauti.

Subito dopo il Pontefice entrerà nello studio del sindaco e si affaccerà al balcone con vista sui Fori Romani. Alle 11.10 il saluto seguirà agli assessori e funzionari di Palazzo, nella Sala dell’Arazzo, seguito dalla firma del “Libro d’Oro” nella Sala delle Bandiere.

Alle 11.30, nell’Aula Giulio Cesare, inizierà la seduta straordinaria del consiglio comunale dedicata al valore universale di Roma, “capitale del cattolicesimo e dei suoi valori”. Dopo il saluto del sindaco, il Papa terrà il suo discorso.

Alle 12.20 il Papa saluterà quindi i cittadini presenti in Piazza del Campidoglio dalla Loggia del Palazzo Senatorio.

Più tardi lascerà il Campidoglio per trasferirsi al Monastero di Santa Francesca Romana a Tor de’ Specchi, che si trova ai piedi del colle capitolino, dove verrà accolto da mons. Ernesto Mandara, Vescovo ausiliare per il settore centro, e da madre Maria Camilla Rea, Presidente del Monastero.

Il Vescovo di Roma si recherà quindi nella Cappella del Coro per un momento di adorazione del Santissimo Sacramento e venerazione del corpo di Santa Francesca Romana. Il 9 marzo, infatti, la Chiesa celebra la memoria liturgica di questa santa, che nel 1425 fondò la congregazione delle Oblate olivetane di Santa Maria Nuova, dette anche Oblate di Tor dè Specchi.

Infine la Presidente del Monastero rivolgerà il suo saluto al Papa che subito dopo pronuncerà un discorso. Alle 13.15 è prevista la partenza dal Monastero di Santa Francesca Romana e il rientro in Vaticano.

Benedetto XVI, dopo i suoi predecessori Paolo VI (1966) e Giovanni Paolo II (1998), sarà il terzo Pontefice a far visita alla sede del governo di Roma dopo la fine dello Stato pontificio. Il beato Pio IX si recò presso alcuni uffici del Campidoglio poco prima dell’annessione di Roma allo Stato Italiano (1870). In questo luogo, il 14 marzo 1848, era stata proclamata la Costituzione di Papa Pio IX per lo Stato pontificio.

In una intervista al settimanale “Famiglia Cristiana”, il sindaco Alemanno ha detto che la visita del Papa in Campidoglio arriva in un momento in cui “è più forte il bisogno di avere un’indicazione, una strada che aiuti a uscire dall’emergenza”, che a Roma è “sociale ed economica”, ma è anche “la ricerca di una strada utile alla grande sfida dell’integrazione”.

“E’ ovvio – ha aggiunto –che noi cercheremo di dare il massimo risalto possibile al senso profondo di questo incontro, non solo per noi ma per tutta la città di Roma, che saluta il suo Vescovo”.

“Non è un caso – ha poi spiegato – che noi abbiamo intitolato questa visita ‘Roma città della vita, Roma città della solidarietà’. La vita nel senso più alto, e mi riferisco anche alle ultime vicende che hanno fatto discutere, ma lungi da noi immettere polemiche in questa visita”.

“Parlo di confrontarsi con il valore della vita come premessa per affrontare quel grande tema che è l’integrazione – ha aggiunto – . Rispettare la vita significa rispettare la vita dell’immigrato, ma anche l’immigrato deve, a sua volta, rispettare questi stessi valori”.

Alemanno ha poi qualificato come “straordinario” questo pontificato, “perché Benedetto XVI si confronta con la crisi globale” e “lo fa con un forte senso dell’identità e con la capacità di evocare le radici teologiche e dottrinarie della nostra fede, mettendo questa forza dentro il problema della globalizzazione”.

“Identità, fede e forza non per chiudersi”, perfché “il grande pericolo che ci minaccia è l’omologazione dopo la fine delle ideologie” e “la perdita delle identità non è positiva, come anche la perdita del sentimento di sé che hanno uomini, persone e popoli”.

“Da questo punto di vista – ha commentato –, una forte capacità teologale e la trasmissione dei princìpi della fede sono fondamentali”.

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ZENIT Staff

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