Il primo volo in aereo

Vale la pena guardarci sempre dall’alto, con gli occhi di Dio, per sentire impellente il bisogno di promuovere la pace tra i fratelli

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Ricordo il primo volo in aereo che da tempo aspettavo. Superata agevolmente l’emozione della partenza, il mio naso si è immediatamente incollato al finestrino. Godo subito e avidamente ciò che di panoramico e di emozionante mi offre il decollo.

Avverto i sussulti del rullio sulla pista e accompagno come una liberazione la prepotente decisione del balzo. La fiducia che quel gigante subito dona all’aria è la stessa che chiede a me. Del resto ho allacciato le cinture.

Comodamente sistemato a mille metri, con in cuore un grazie, immergo lo sguardo nell’orizzonte più ampio e poi contemplo la terra, il mare e ogni paese e città che sorvolo.

La prima impressione che mi colpisce è il vedere le cose e le case sulla terra farsi sempre più piccole, ridimensionarsi. I paesi e le città appaiono come un pugno di frumento, grumi di polvere. Le case piccole…gli uomini ancora più piccoli tanto da risultare invisibili, eppure abitati da Dio.

Ma…come??!! Noi, così piccoli, addirittura invisibili dall’alto …abbiamo il coraggio di litigare? Guardando da quell’altezza mi prendeva l’urgenza della pace sulla terra, riflettevo sulla stupidità angosciante della guerra, provavo sgomento per l’assurda presunzione che ci accompagna quando giudichiamo l’altro con gli occhi della nostra cieca alterigia.

Val la pena – concludevo – guardarci sempre dall’alto, con gli occhi di Dio, per sentire impellente il bisogno di promuovere la pace e l’amore tra i fratelli.  

Ciao da p. Andrea

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Andrea Panont

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