Il primato della persona umana nelle periferie esistenziali

Laboratorio di bioetica e biopolitica ad Ascoli Piceno

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Promosso e organizzato dal Movimento per la Vita e dall’ASUR (azienda sanitaria unica regionale) Marche e introdotto dal dott. Paolo Fermani, si è svolto mercoledì 15 aprile ad Ascoli Piceno il laboratorio di Bioetica sul tema il primato della persona umana nelle periferie esistenziali.

In un messaggio inviato all’incontro, monsignor Giovanni D’Ercole, Vescovo di Ascoli Piceno, ha spiegato che “Viviamo in un’epoca, nella quale l’uomo e la dignità della persona umana diventano marginali rispetto agli interessi prevalenti d’una cultura sempre più efficientista ma sempre meno umanizzante”.

“Il recupero della centralità della persona in ogni campo, compreso quello sanitario, è indispensabile perché altrimenti si finirà, per considerare non prioritario il bene della persona”.

Secondo il Vescovo, “Bioetica e biopolitica sono strettamente collegate per costruire un futuro solidale e a dimensione dell’essere umano” soprattutto “per noi credenti nel volto di ogni essere umano, specialmente di chi è povero, emarginato e sofferente, brilla l’immagine di Cristo, Redentore degli uomini e di tutto l’uomo”.

Il dott. Giorgio Forlini ha illustrato poi un iniziativa dell’Università Politecnica delle Marche che prende il nome di “Family learning in ambito socio sanitario”.

L’obiettivo è quello di migliorare il benessere di quelle famiglie fra i cui componenti c’è chi è portatore di sindromi o problematiche croniche.

Il dott. Forlini ha ricordato come insieme al dott. Fermani già nel 1992 era nata la necessità di aiutare le famiglie con malati ad alta invalidità, trovando il modo di una integrazione tra servizi sanitari e sociali con operatori e famiglie.

Adesso un progetto di questo tipo è promosso dalla Regione Marche. E nonostante le tante difficoltà, mostra un’intenzionalità ed un impegno verso la condivisione sociale nella gestione e cura dei malati cronici.

Al convegno ha partecipato anche Antonio Gaspari spiegando che mentre cresce l’aspettativa di vita, le cure mediche potenziali sono sempre migliori, si vive meglio e più a lungo, ma nello stesso tempo cresce la solitudine, i casi di abbandono, la depressione.

Come segnalato da diversi Pontefici, i buoni frutti della modernità non sempre sono accompagnati da una crescita umana spirituale e civile.

Anzi, la concezione economica dominante è utilitaristica e fa sì che il denaro conti più delle persone. Da qui la denuncia della “cultura dello scarto” portata avanti da Papa Francesco.

Ha detto il Papa “In una civiltà in cui non c’è posto per gli anziani o sono scartati perché creano problemi, questa società porta in sé il virus della morte”.

Gaspari ha concluso sottolineando come la civiltà di un popolo si misura proprio su come tratta i deboli ed i malati.

Papa Francesco ha precisato che le case per anziani dovrebbero essere dei “polmoni e santuari di umanità”, dove chi è vecchio e debole viene curato e custodito come un fratello o una sorella maggiore. 

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ZENIT Staff

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