Il prete, adulto tra adulti

Al via oggi la prima giornata del Convegno nazionale di Azione Cattolica: «Assistenti adulti per adulti nella fede»

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Si è aperto oggi pomeriggio alle 15.00, con il benaugurante saluto di Benedetto XVI, il Convegno nazionale degli assistenti regionali, diocesani e parrocchiali di Azione Cattolica, a Roma dal 21 al 24 gennaio, presso al Domus Mariae, in via Aurelia 481, per riflettere sulla figura dell’assistente di Ac e sulla sua identità di “adulto” capace di spendersi per adulti nella fede è il filo che lega e motiva il prossimo.

Dopo la preghiera d’inizio, guidata da mons. Domenico Sigalini, assistente generale Ac, per questa prima giornata di Convegno sono previste le relazioni della sociologa Chiara Giaccardi e del pastoralista don Paolo Asolan, dedicate al tema: “Il prete, adulto tra adulti”.

Modera i lavori Maria Graziano, vicepresidente nazionale per il Settore Adulti di Ac. Domani mattina sarà la volta degli interventi di mons. Ignazio Sanna, arcivescovo di Oristano, e Franco Miano, presidente nazionale dell’Ac, che relazioneranno a partire dalla domanda “Adulti come?”. Modera i lavori don Emilio Centomo, assistente centrale per il Settore Adulti di Ac. A conclusione della mattinata, la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia.

La presenza di un sacerdote che accompagni, guidi e sostenga il cammino dell’Azione Cattolica nelle sue varie articolazioni fa parte della storia e della vita dell’Ac, da sempre convinta che solo se si hanno assistenti “adulti” si è in grado di accompagnare realtà associative che hanno come compito la formazione di laici caratterizzati da una fede adulta e pensata, capaci di essere lievito di comunità cristiane in un tempo di frammentazione, attenti a re-imparare a fare discernimento, a trovare spazi per confrontarsi ed assumere decisioni in comune che siano orientate dal Vangelo.

Il Convegno degli assistenti Ac intende riflettere a partire dal riconoscimento che l’idea di adulto inteso come persona “arrivata”, dotata di stabilità, non è più sostenibile. Anche nell’ambito della fede, anzi, soprattutto in esso, crediamo che la persona adulta, un assistente di Ac “adulto” sia chiamato a porsi in atteggiamento di ricerca, di accoglienza, a compiere dei percorsi, a ridefinire il proprio essere discepolo di Gesù nel mutare delle situazioni, dei contesti, anche in relazione alle diverse accentuazioni dei contenuti della fede che la Chiesa pratica nel suo cammino. Una fede statica, con la presunzione di averla acquisita una volta per sempre, conservata come un oggetto immutabile, difficilmente è “vitale”. 

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ZENIT Staff

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