Il potere di perdonare i peccati

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Vangelo

Mc 2,1-12

Lettura

Il miracolo della guarigione di un paralitico compiuto da Gesù, è importante dal punto di vista teologico, perché con esso Cristo dà un “segno” visibile del suo potere di perdonare i peccati. Potere che di per sé appartiene solo a Dio; ma poiché Gesù, prima di essere il Figlio dell’uomo è Figlio di Dio, la sua affermazione rivela, a coloro che non sono prevenuti, la sua identità divina e la sua missione nel mondo. Rivelazione non accettata dagli scribi e dai farisei, che da questo momento lo osteggeranno, fino a decretarne la morte.  

Meditazione

«Il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra», afferma in modo solenne Gesù, prima di guarire il paralitico. Egli, anche in quanto uomo, dichiara così d’avere «il potere di perdonare i peccati»; potere che ha poi trasmesso alla sua Chiesa. È lo stesso Signore risorto a sancire la partecipazione attiva degli uomini alla sua mediazione salvifica, quando apparendo agli Apostoli, «alitò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati, saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi». La stessa verità è affermata da san Paolo, che scrivendo ai cristiani di Corinto, ricorda loro: «Dio ci ha riconciliati con sé mediante Cristo», il quale, a sua volta, «ha affidato a degli uomini [gli Apostoli e i loro successori: Vescovi e sacerdoti] il ministero della riconciliazione». Perciò i sacerdoti «fungono da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo loro: lasciatevi riconciliare con Dio!». Essi sono i necessari «collaboratori di Dio», nell’opera salvifica della redenzione. Farne a meno, è misconoscere il mistero dell’Incarnazione; è negare lo stesso Figlio di Dio e tutta la storia della salvezza. Perciò volersi “confessare direttamente con Dio” e pretendere con ciò l’assoluzione certa dei propri peccati, è superbia. Inginocchiamoci, invece, ai piedi di un sacerdote, per confessare umilmente i nostri peccati e gusteremo anche noi «la gioia di essere salvati». Ricordiamoci che anche i fedeli possono e debbono collaborare attivamente all’efficacia del sacramento della Riconciliazione, soprattutto con la preghiera d’intercessione, perché, come nella pagina evangelica, «vedendo la loro fede», il sacerdote possa ripetere al penitente le parole di Gesù: «Ti sono perdonati i tuoi peccati».

Preghiera

«Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome. Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tutti i suoi benefici. Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia» (dal Salmo 103).

Agire

Oggi pregherò, con tutta la fede possibile, la coroncina della misericordia, affinché molti peccatori vincano le loro titubanze e si accostino al sacramento della Riconciliazione.

Meditazione a cura dei Monaci dell’Abbazia di Sant’Eutizio (Piedivalle di Preci – Perugia), tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione