Il popolo di Croazia sveglia l'Europa

Al referendum per il riconoscimento del matrimonio tra uomo e donna, il 65,8% dei consensi

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Hanno accusato i promotori del referendum che riconosce il matrimonio tra un uomo e una donna, di essere omofobi, di essere animati da una volontà di discriminazione, di voler  schiacciare una minoranza, ma il popolo non ha ceduto alle minacce e si è espresso democraticamente.

Con il 65,8% dei voti favorevoli alla definizione del matrimonio come unione tra un uomo ed una donna, il popolo croato ha mostrato a tutta l’Europa, che quando i cittadini hanno diritto di voto, manifestano chiaramente la difesa e promozione della famiglia naturale.

Gli oppositori si sono fermati al 33,5%, solo 0,6% i voti non validi.

Nessun governo in Europa ha avuto il coraggio di chiedere ai cittadini se erano favorevoli al matrimonio omosessuale e all’adozione di minori.

La Spagna come la Francia, hanno imposto la legge senza avere il coraggio di ascoltare la voce ed il parere della popolazione.

In Francia addirittura, la legge è stata mantenuta negando il diritto all’obiezione di coscienza dei sindaci e vessando ingiustamente chi manifestava pacificamente.

Da questo punto di vista i promotori del referendum in Croazia hanno dato una prova di democrazia  e civiltà.

Hanno invitato la popolazione a firmare la richiesta del referendum. Nonostante le minacce  e le violenze non solo verbali, hanno raccolto 750.000 firme in due settimane.

Dopodiché hanno aspettato la data per il voto.

Il dibattito pubblico prima del voto è stato fortemente sbilanciato. Le forze politiche al governo hanno usato tutti i mezzi per cancellare la voce dei favorevoli al referendum.

In rete tutte le voci favorevoli sono state cancellate. Nei mezzi di comunicazione di massa solo i contrari al matrimonio tra uomo e donna godevano di ampi spazi. I personaggi di rilievo che appoggiavano il referendum sono stati sbeffeggiati e criticati.

In questo contesto la schiacciante vittoria dei favorevoli al matrimonio tra uomo e donna è qualcosa di più che una semplice vittoria elettorale.

È il segno di una rivolta popolare contro una ideologia che intende stravolgere la famiglia naturale.

Una rivolta di molte nazioni dell’Est Europa.

Nell’Unione Europea la Croazia, la Polonia, l’Ungheria, la Bulgaria, la Lettonia e la  Lituania hanno scritto nella Costituzione la difesa del matrimonio tra un uomo una donna.

Anche Montenegro, Serbia, Ucraina, Bielorussia e Moldavia, pur non essendo ancora nell’Unione Europea, difendono la famiglia naturale composto da uomini e donne.

Eppure fino al momento in cui stiamo scrivendo, la stampa internazionale ha tentato di minimizzare il risultato del referendum.

Il primo ministro Zoran Milanović ha commentato minaccioso: “Questa sarà l’ultima volta che la maggioranza toglie i diritti ad una minoranza”.

Alcuni hanno accusato la Chiesa Cattolica di aver condizionato il risultato, senza tener conto che tutte le religioni presenti in Croazia si sono schierate a favore del Referendum.

Come spesso accade, i gruppi più ideologizzati, riconoscono la democrazia e la libertà solo se funzionale alle proprie posizioni.

In questo caso seppure il volere del popolo si sia manifestato in maniera chiara, manifesta e largamente maggioritaria, sembra non avere valore.

Ma la realtà vince sempre sull’ideologia, e sulla Costituzione Croata il matrimonio riconosciuto sarà quello tra un uomo e una donna.

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Antonio Gaspari

Cascia (PG) Italia Studi universitari a Torino facoltà di Scienze Politiche. Nel 1998 Premio della Fondazione Vittoria Quarenghi con la motivazione di «Aver contribuito alla diffusione della cultura della vita». Il 16 novembre del 2006 ho ricevuto il premio internazionale “Padre Pio di Pietrelcina” per la “Indiscutibile professionalità e per la capacità discreta di fare cultura”. Il Messaggero, Il Foglio, Avvenire, Il Giornale del Popolo (Lugano), La Razon, Rai tre, Rai due, Tempi, Il Timone, Inside the Vatican, Si alla Vita, XXI Secolo Scienza e Tecnologia, Mondo e Missione, Sacerdos, Greenwatchnews. 1991 «L'imbroglio ecologico- non ci sono limiti allo sviluppo» (edizioni Vita Nuova) . 1992 «Il Buco d'ozono catastrofe o speculazione?» (edizioni Vita Nuova). 1993 «Il lato oscuro del movimento animalista» (edizioni Vita Nuova). 1998 «Los Judios, Pio XII Y la leyenda Negra» Pubblicato da Planeta in Spagna. 1999 «Nascosti in convento» (Ancora 1999). 1999 insieme a Roberto Irsuti il volume: «Troppo caldo o troppo freddo? - la favola del riscaldamento del pianeta» (21mo Secolo). 2000 “Da Malthus al razzismo verde. La vera storia del movimento per il controllo delle nascite” (21mo Secolo, Roma 2000). 2001 «Gli ebrei salvati da Pio XII» (Logos Press). 2002 ho pubblicato tre saggi nei volumi «Global Report- lo stato del pianeta tra preoccupazione etiche e miti ambientalisti» (21mo Secolo, Roma 2002). 2002 ho pubblicato un saggio nel nel Working Paper n.78 del Centro di Metodologia delle scienze sociali della LUISS (Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli di Roma) «Scienza e leggenda, l’informazione scientifica snobbata dai media». 2003 insieme a VittorFranco Pisano il volume “Da Seattle all’ecoterrorismo” (21mo Secolo, Roma 2003). 2004 ho pubblicato insieme a Riccardo Cascioli “Le Bugie degli Ambientalisti” (Edizioni Piemme). 2004 coautore con del libro “Emergenza demografia. Troppi? Pochi? O mal distribuiti?” (Rubbettino editore). 2004 coautore con altri del libro “Biotecnologie, i vantaggi per la salute e per l’ambiente” ((21mo Secolo, Roma 2004). 2006 insieme a Riccardo Cascioli “Le Bugie degli Ambientalisti 2” (Edizioni Piemme). 2008 insieme a Riccardo Cascioli il libro “Che tempo farà… Falsi allarmismi e menzogne sul clima (Piemme). 2008, è stata pubblicata l’edizione giapponese de “Le bugie degli ambientalisti” edizioni Yosensha. 2009. insieme a Riccardo Cascioli “I padroni del Pianeta – le bugie degli ambientalisti su incremento demografico, sviluppo globale e risorse disponibili” (Piemme). 2010 insieme a Riccardo Cascioli, è stato pubblicato il volume “2012. Catastrofismo e fine dei tempi” (Piemme). 2011 Questo volume è stato pubblicato anche in Polonia con l’imprimatur della Curia Metropolitana di Cracovia per le e3dizioni WYDAWNICTTWO SW. Stanislawa BM.

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