Il più piccolo è il più grande

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Vangelo

Mt 11,11-15

Lettura

Giovanni Battista, in quanto precursore di Gesù, è una figura centrale nel tempo di Avvento. Gesù lo definisce il più grande «fra i nati da donna». Tuttavia, anch’egli è colto da un dubbio sull’identità messianica di Gesù; per questo, dal carcere dove è rinchiuso, invia i suoi discepoli a chiedere a Gesù se è realmente lui colui che deve venire (v. 3). Gesù risponde confermando il carattere messianico delle sue opere e, subito dopo, svela alle folle anche la vera natura dell’opera del Battista: egli è «quell’Elìa che deve venire» (v. 14), come era stato annunciato dalla Legge e dai Profeti.

Meditazione

Le parole di Gesù su Giovanni Battista presentano un’apparente contraddizione: prima Gesù afferma che Giovanni è il più grande fra tutti gli uomini, ma subito dopo dichiara che «il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui» (v. 11). Gesù non vuole certamente sminuire il ruolo e l’importanza del Battista, al quale anzi riferisce la profezia di Malachìa (3,23), identificandolo con quell’Elìa che deve venire a preparare la venuta del giorno del Signore. Giovanni non è il profeta Elìa redivivo, come alcuni pensavano, ma ha in sé «lo spirito e la potenza di Elìa» (Lc 1,17) per preparare la via del Signore. Ha un ruolo unico e speciale nella storia della salvezza, ma appartiene al popolo dell’antica Alleanza. La sua parola profetica, insieme alla Legge e a tutti i Profeti, è preparatoria al Vangelo del Regno, rivelato in Gesù. E la logica del Regno dei cieli è del tutto diversa da quella che ci si aspettava: Malachìa aveva profetizzato che, subito dopo la predicazione del messaggero-Elìa, sarebbe giunto il giorno «grande e terribile del Signore», il giorno del giudizio divino contro gli ingiusti e i superbi (Ml 3); lo stesso Giovanni fatica ad accettare un Messia diverso da quello che aveva immaginato, tanto che dal carcere si interroga se sia realmente Gesù colui che deve venire (Mt 11,3). Gesù si presenta mite, umile, pronto al perdono e alla misericordia, e annuncia che nel suo Regno i più piccoli sono i più grandi. Il Regno dei cieli non si impone con la forza, anzi subisce violenza ad opera dei violenti (v. 12), e l’arresto di Giovanni Battista ne è una prova evidente. Entrare nella logica del Regno significa accettare che la presenza di Dio non si manifesta in maniera trionfalistica e imponente, ma come un granello di senape, il più piccolo fra tutti i semi.

Preghiera

Fa’, o Signore, che impariamo da Giovanni Battista ad abbassarci, a vincere il nostro orgoglio, perché solo così possiamo preparare le vie alla tua venuta in noi e nei nostri fratelli. Insegnaci «com’è bello e com’è dolce che i fratelli stiano insieme, come olio prezioso versato sul capo» (Sal 133,1-2).

Agire

Pregherò per tutti i cristiani che in varie parti del mondo sono perseguitati per la loro fede e per la giustizia.

Meditazione a cura di monsignor Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari-Bitonto, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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