Il più bel periodo dell'anno a Medjugorje

Intervista a Padre Danko Perutina, coordinatore del Mladifestival, il Festival dei Giovani che si è svolto lo scorso agosto nella località bosniaca

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

di Elisabetta Pittino

ROMA, giovedì, 20 settembre 2012 (ZENIT.org) – Dall’1 al 6 agosto 2012 si è svolta a Medjugorje la 23° edizione del Mladifestival, il Festival dei Giovani a cui ha preso parte anche il Movimento Per la Vita Italiano. In quella gioiosa occasione, ZENIT ha incontrato Padre Danko Perutina, coordinatore del Mladifestival, per chiedergli di raccontarci la storia e lo spirito che anima questo Festival.

*** 

Quando e come è nata l’idea di un Festival dedicato ai giovani a Medjugorje?

Padre Perutina: Il Festival dei giovani è l’incontro della gioventù cattolica di tutto il mondo e si svolge ogni anno, la prima settimana di agosto. Il primo Festival fu organizzato da p. Slavko Barbaric. Parteciparono circa 200 giovani, alcuni ragazzi con le chitarre animavano la musica, c’erano alcuni traduttori, e così inizò. Come tutte le cose modeste e importanti, così anche il Festival è cresciuto da un granello di senape a un gran albero di preghiera, fede, testimonianza e gioia.

Qual è stata la sua esperienza di coordinatore del Festival in questi anni?

Padre Perutina: I giovani mi affascinano sempre per tre realtà: la loro devozione, la loro gioia e la loro perseveranza che si nota specialmente alla sera durante l’Adorazione Eucaristica. Durante il Festival è evidente che la Chiesa è giovane e bella. Io dico sempre che per me quella prima settimana di agosto è il periodo più bello dell’anno a Medjugorje.

E’ un Festival sostanzialmente di preghiera, un incontro intenso con Dio oltre che tra i giovani. Quanti giovani partecipano solitamente e quanti erano presenti quest’anno? 

Padre Perutina; Quest’anno hanno preso parte all’incontro circa 40.000 persone provenienti da 71 paesi. Vi erano oltre 600 sacerdoti a disposizione dei giovani per confessioni, colloqui o consigli. Negli ultimi due anni abbiamo iniziato a raccogliere le vocazioni spirituali cioè sacerdotali, religiose, di uomini e donne, diaconi permanenti e chierici i quali hanno avuto la loro vocazione proprio a Medjugorje. Finora ne abbiamo raccolti 590 e questa cifra aumenta pian piano ogni mese. Nel nostro archivio abbiamo 520 guarigioni fisiche documentate. Tutti questi frutti sono il segno che lo Spirito Santo opera. Tante coppie giovani mi hanno detto che hanno trovato marito o moglie a Medjugorje ma di questo non abbiamo ancora fatto le statistiche.

Quest’anno il tema del Festival si è ispirato al vangelo di Luca “Signore, aumenta la nostra fede!” (Lc – 17, 5). In questo mondo che ha bisogno di una “nuova evangelizzazione” cosa significa per i giovani “aumentare la fede”?

Padre Perutina: Crescere nella fede non è una chiamata rivolta soltanto ai giovani, ma ad ogni fedele. Credere significa essere pronti ad appoggiarsi completamente al Signore, mettere Lui al primo posto nella vita e non, per esempio, l’ aspetto esteriore, opinione degli altri, il denaro, il successo, il potere… La nostra fede si nutre con la Parola di Dio e con la Sua presenza concreta nel Santissimo sacramento dell’Altare. Possiamo paragonare la fede con la luce. Come la luce, infatti, essa allontana le tenebre, le angosce e la disperazione e dona la sicurezza e la forza.

Il Festival è terminato il giorno della Trasfigurazione di Gesù e il 2 agosto, Perdon d’Assisi. E’ stato questo un invito all’incontro intimo con Dio Padre e con il Figlio?

Padre Perutina: L’obiettivo di ogni Santa Messa, preghiera, esercizi spirituali e anche di questo Festival è l’incontro con Dio vivente. Chi incontra Gesù, non può rimanere uguale. La sua vita cambia in meglio, diventa sensibile alla giustizia ed all’amore. Abbiamo il privilegio di incontrare Gesù sempre in ogni Eucaristia. La Madonna qui a Medjugorje non fa altro che prenderci per la mano, nel senso spirituale e guidarci verso Gesù. Assieme a Maria camminiamo verso Gesù.

Perché avete sostenuto l’iniziativa europea, Uno di noi, a difesa dell’embrione umano, voluta da vari gruppi pro-life europei?

Padre Perutina: E’ un fatto scientifico che la vita umana inizia con il concepimento, fusione della cellula sessuale maschile, lo spermatozoo, con quella femminile, l’ovulo. L’essere umano è l’individuo la cui crescita si evidenzia continuamente in tutti periodi di sviluppo, iniziando da zigote, attraverso embrione, feto, neonato, bambino fino ad essere umano maturo e poi in età avanzata. Ogni periodo di sviluppo è determinato dal periodo precedente e tutti i periodi sono sottomessi ai cambiamenti biologici e psicologici ma l’identità originaria dell’essere umano non cambia mai dal momento del concepimento fino alla morte. La vita umana è sacra perché fin dall’inizio comprende l’opera di creazione di Dio ed è proprio per questo che la Chiesa l’ha sempre difesa lottando per la civiltà dell’amore, creando la cultura di vita. Sosteniamo l’iniziativa civile Uno di noi a livello europeo perché vogliamo aiutare a svegliare le coscienze, soprattutto tra i giovani dei paesi europei, sulla dignità della persona umana dal concepimento fino alla morte ed anche su altri valori democratici.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione