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Il Perdono di Assisi tra storia e teologia

Ragione e fede per conoscere l’indulgenza della Porziuncola

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Il frate cappuccino padre Servus Gieben, il massimo esperto di iconografia francescana, in uno dei suoi ultimi interventi pubblici richiamò l’importanza di verificare sempre la fondatezza delle notizie andando a consultare le fonti primarie. Ora riguardo all’indulgenza della Porziuncola – meglio conosciuta come Perdono di Assisi – tali fonti risultano essere fondamentalmente testi agiografici o documenti da essi originati, inseriti nel più grande filone delle narrazioni inerenti il Santo d’Assisi.
Di conseguenza volendo approfondire tale episodio della vita di san Francesco, soprattutto dopo le edizioni e gli studi del prof. Stefano Brufani, è importante considerare il genere letterario proprio dell’agiografia che può essere definita come una lettura teologica della storia che però non elimina la storia (cfr. l’introduzione in Bonaventura, Vita di san Francesco, Paoline, pp. 15-43). Se non si prende atto di tutto ciò ecco sorgere anacronismi per cui un determinato testo è letto come se fosse una cronistoria oppure nel senso opposto quale pura invenzione di un mito.
Proprio tale specificità di questi scritti volti a narrare la santità richiede per la loro comprensione innanzitutto un’indagine in cui è implicata la ragione con tutte le scienze ad essa connessa quali ad esempio codicologia, paleografia, ecdotica, critica testuale, eccetera; ciò permetterà di sfuggire la manipolazione della storia e delle sue fonti. Tuttavia un pensiero umile richiede il riconoscimento che la ricerca – anche la più attendibile e avveduta – non esaurisce tutta la realtà e che essa stessa è soggetta a continue verifiche nei metodi e risultati; senza tale consapevolezza la ragione si rinchiude in se stessa diventando razionalismo o una ideologia, sia essa storica o teologica.
L’umiltà – che Bonaventura da Bagnoregio definisce come “la sapienza del povero” – garantisce l’apertura a nuove acquisizioni, e in ultimo a quanto teologicamente viene definito come il mistero. D’altra parte la fede se rinnega la ragione, ossia non è ragionevole facendosi ad esempio interpellare dai risultati della ricerca, diventa fideismo; i risultati di una fede cieca, ossia irrazionale, sono deleteri come mostrano vicende storiche passate e recenti.
La realtà del Perdono di Assisi – proprio perché non è ne un sogno e neppure un’utopia – è complessa e tale consapevolezza suggerisce a credenti e non di accostarsi con quell’atteggiamento di minorità tanto caro a frate Francesco d’Assisi.
In preparazione all’apertura dell’ottavo Centenario del Perdono di Assisi (1216-2016) venerdì 15 e sabato 16 luglio 2016 vi sarà un convegno di studi mentre fino al 1° novembre è allestita una mostra.
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Per maggiori informazioni cfr. http://www.assisiofm.it/il-perdono-di-assisi-e-le-indulgenze-plenarie-72405-1.html

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Pietro Messa

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