Il pensiero di papa Francesco conquista gli urbanisti e gli architetti

A Palermo si è svolto un Convegno sul rapporto tra Dottrina sociale della Chiesa e città

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Nei giorni scorsi nella Sala Magna detta “dei Baroni” in Palazzo Chiaramonte Steri, prestigiosa sede della Università degli Studi di Palermo, si è tenuta una giornata di studi dal titolo emblematico, La città che vogliamo per l’uomo che desideriamo, patrocinata, tra gli altri, dalla Università di Palermo, dall’Ufficio per la Pastorale ed il lavoro della diocesi di Palermo e dalla Pontificia Università Urbaniana.

I relatori si sono interrogati a partire da un testo che ha proposto la questione del rapporto tra Dottrina sociale della chiesa e urbanistica, riflettendo sul fatto che il nodo centrale di tale binomio non ha trovato ancora applicazione pratica e teorica nelle riflessioni di teoria urbanistica e di architettura.

In questa importante occasione di riflessione, si sono alternati molti illustri relatori che, confrontandosi con il testo del prof. C. Capitti, Governo del territorio e dottrina sociale della Chiesa in architettura, urbanistica, ambiente e paesaggio (Quanat, Palermo 2013), hanno riletto  il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, parlando della città in una prospettiva umanistica, capace di accogliere tali sollecitazioni magisteriali, costituendo di fatto un laboratorio teorico sulla città.

Molto interessante è stata la relazione del prof. Maurizio Carta, Ordinario di Urbanistica e Pianificazione Territoriale all’università di Palermo, che, dopo i saluti di Sua Em. il Cardinale Paolo Romeo e quelli del sindaco Leoluca Orlando, ha immediatamente posto al centro la questione dell’architettura in relazione ai Discorsi di Papa Francesco, dicendosi affascinato dalla prospettiva di ripensare la città alla luce di una visione più profondamente legata alla virtù della giustizia e quindi di conseguenza alla verità dell’uomo, in una prospettiva legata alla fecondità sociale e politica del buon governo, prendendo a modello il famosissimo affresco dipinto da Ambrogio Lorenzetti tra il 1338 e il 1339 nel Palazzo Pubblico di Siena.

Il prof. Giuseppe Notarstefano, Direttore dell’Ufficio Diocesano per i Problemi sociali e il Lavoro, ha proposto un percorso di riflessione biblica sul rapporto tra la città e Dio, tra il bene dell’uomo e la prospettiva escatologica del bene ultimo.

Il prof. Giuseppe Trombino, Ordinario di Urbanistica presso l’Università di Palermo e Presidente dell’INU Sicilia, ha proposto una riflessione sullo strumento del Piano Regolatore e delle questioni etiche connesse, ripensando alla inattualità di tale strumento sia alla luce delle mutate realtà economiche e sociali del nostro tempo sia alla luce della questione dello sfruttamento del territorio in una prospettiva di tipo economicistico non più in grado di salvaguardare né i valori intrinseci, ne quelli simbolici del territorio e del paesaggio.

Il professor Ferdinando Trapani, Associato di Urbanistica all’Università di Palermo, ha proposto una riflessione sulla partecipazione nella formazione del piano regolatore, ponendo in relazione tale strumento sia a teorie economiche virtuose costruite su principi etici, sia ad una partecipazione consapevole dei cittadini, con ampi riferimenti a teorie di etica e di economia legate a principi di equità e di giustizia sociale.

Il prof. Rodolfo Papa, docente di Storia delle teorie estetiche alla Pontificia Università Urbaniana di Roma, ha posto una relazione tra la complessa questione della città in Leonardo da Vinci e la Evangelii Gaudium, sottolineando come sia ancora possibile recuperare un legame profondo tra etica ed estetica, come riproposto dalla Esortazione apostolica di Papa Francesco attraverso il riferimento diretto al Decreto Conciliare Inter Mirifica (in particolare il n. 6). Ha spiegato il costante riferimento del Santo Padre alla triade “verità, bontà, bellezza” come una riappropriazione dei trascendentali vero, buono e bello, quale modello di sviluppo dell’umano in contrapposizione ad una visione “liberista” e “consumista”, che sfrutta le risorse del territorio non per il bene comune, ma per il solo profitto. L’idea di fondo è quella di rilanciare la bellezza come parametro morale per la realizzazione di una città a misura d’uomo, capace di formare il cittadino alle virtù etiche e quindi al bene comune.

Ha concluso la giornata di studi il prof. Leonardo Urbani, Emerito dell’Università di Palermo, che, insieme al moderatore prof. Marco Ruisi, Straordinario di Strategie e Politiche aziendali della medesima Università, ha commentato tutti gli interventi e tratto le conclusioni finali del dibattito: il Magistero della Chiesa, esperta in umanità, propone di fatto una nuova idea di polis sul tavolo delle riflessioni accademiche internazionali, dopo i fallimenti registrati in ambito urbanistico nell’ultimo secolo.

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ZENIT Staff

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