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Il Patriarcato di Mosca sul Concilio di Creta: "Importante ma non panortodosso"

Il santo Sinodo esprime la sua posizione ufficiale a tre settimane dall’evento conciliare del giugno scorso. I padri sinodali studieranno i documenti di Creta

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Un evento importante per la storia del processo conciliare avviato ormai da decenni della Chiesa ortodossa, ma non un concilio “panortodosso”. Questa la posizione ufficiale espressa dal patriarcato di Mosca sul Santo e grande concilio tenutosi sull’isola greca di Creta dal 19 al 26 giugno scorsi. A tre settimane dalla chiusura, gli ortodossi russi hanno reso nota la loro posizione durante il santo Sinodo riunito nei giorni scorsi appositamente per valutare l’esito dell’appuntamento conciliare a cui gli ortodossi russi, hanno deciso di non partecipare, al pari di quelli di Bulgaria, Georgia e del patriarcato di Antiochia.
“Il santo Sinodo ha stabilito che il Concilio, che ha avuto luogo a Creta, non può essere considerato come panortodosso, e i documenti che ha approvato non esprimono un consenso panortodosso”, ha dichiarato all’agenzia Interfax-religion Vladimir Legoyda, capo del dipartimento sinodale per la Chiesa, la società e le relazioni con i media.
In un comunicato diffuso al termine dei lavori, iniziati con un minuto di silenzio e di preghiera per le vittime dell’attentato terroristico di Nizza – informa L’Osservatore Romano – è stata ribadita la posizione che il santo Sinodo di Mosca aveva espresso già nella riunione del 13 giugno scorso, in cui rendendo nota “l’impossibilità della partecipazione della delegazione della Chiesa ortodossa russa” all’incontro di Creta si ribadiva però l’impegno a “rafforzare la cooperazione panortodossa nella preparazione del futuro Santo e grande concilio”.
Il santo sinodo di Mosca riconosce dunque che il concilio tenutosi a Creta, al quale hanno partecipato i primati e i vescovi di dieci delle 15 Chiese ortodosse autocefale, “è stato un evento importante nella storia del processo conciliare della Chiesa ortodossa, avviato dalla prima conferenza panortodossa di Rodi nel 1961”. In questa ottica, si torna a sottolineare un elemento che Mosca considera essenziale e che cioè “il fondamento della cooperazione panortodossa e di tutto il processo conciliare è stato costituito sempre dal principio del consenso”.
In questo senso, riconoscere quanto ha fatto il concilio, in assenza di un accordo tra le diverse Chiese ortodosse autocefale significherebbe violare tale principio. Di qui il passaggio fondamentale in cui si rimarca che “il concilio di Creta dunque non può essere considerato panortodosso e i documenti che sono stati adottati non possono essere considerati espressioni del consenso panortodosso”.
I padri sinodali tuttavia assicurano che provvederanno a studiare, una volta che saranno consegnati ufficialmente, i documenti di Creta. Nel corso del Santo e grande concilio sono stati infatti adottati i sei testi che figuravano all’ordine del giorno e sono stati anche pubblicati un’enciclica e un importante messaggio al popolo ortodosso e a tutte le persone di buona volontà. “Dopo aver ricevuto le copie ufficialmente certificate dei documenti approvati dal concilio di Creta” – si legge nel comunicato – si assicura che i testi verranno affidati a una “Commissione biblico-teologica” per la loro pubblicazione e lo studio, “tenendo conto anche di possibili reazioni e commenti dei vescovi, clero, istituzioni, teologi, religiosi, monaci e laici”. Al termine dello studio le conclusioni verranno consegnate al santo sinodo di Mosca.

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ZENIT Staff

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