Il Patriarca di Gerusalemme richiama israeliani e palestinesi alla pace

Parla di “segni di speranza” in vista dell’anno nuovo

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GERUSALEMME, mercoledì, 22 dicembre 2010 (ZENIT.org).- Il Sinodo, l’aumento dei pellegrini in Terra Santa e la ripresa dei colloqui tra la Santa Sede e l’OLP sono alcuni dei segnali positivi che il Patriarca di Gerusalemme dei Latini, monsignor Fouad Twal, sottolinea nel suo Messaggio di Natale di quest’anno.

Il testo contiene anche un appello a palestinesi e israeliani a continuare a negoziare, nonostante l’insuccesso dell’ultima serie di conversazioni.

Per il secondo anno consecutivo, il Patriarca ha voluto compiere un bilancio degli avvenimenti dell’anno, risaltando in primo luogo l’importanza del Sinodo dei Vescovi del Medio Oriente celebrato a ottobre in Vaticano.

In quell’occasione, osserva, “abbiamo potuto mettere il dito sulle nostre piaghe e sulle nostre paure, ma allo stesso tempo anche esprimere le nostre attese e le nostre speranze”.

In particolare, sottolinea l’invito rivolto dal Sinodo ai cristiani del Medio Oriente “a vivere da buoni credenti e da buoni cittadini”.
 
“La fede, lungi dall’allontanarci dalla vita pubblica, dovrebbe renderci tutti più coinvolti nell’edificazione delle nostre rispettive società, sia nei Paesi arabi che in Israele”, indica.

Allo stesso modo, esprime la speranza che il dialogo ecumenico e interreligioso “possa progredire non solamente all’interno di circoli intellettuali, tra gli studiosi e i teologi, ma in tutte le classi delle società, divenendo sempre più un dialogo di vita”.

Come secondo aspetto positivo, il presule ricorda il consistente aumento dei pellegrinaggi in Terra Santa, che “stanno conoscendo cifre record”.

“Nel mese di novembre 2010 tre milioni di persone hanno visitato la Terra Santa. Questo numero potrebbe aumentare fino a raggiungere i 3.400.000 visitatori, cifra mai raggiunta prima d’ora, nemmeno nell’anno giubilare del 2000, che aveva del resto ottenuto risultati considerevoli”.

Un terzo segno di speranza è poi la maggiore facilità nell’ottenere visti per religiosi, seminaristi e volontari, una questione che fino a questo momento era oggetto di controversia con le autorità israeliane.

Via per la pace

Il presule si riferisce anche alle ultime novità relative al rapporto con israeliani e palestinesi e agli insuccessi e ai motivi di preoccupazione in questo campo.

In primo luogo, accenna alla recente ripresa, il 7 dicembre, dei negoziati tra la Santa Sede e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) per il riconoscimento legale della Chiesa in territorio palestinese.

“Preghiamo per il successo di tali colloqui ed allo stesso modo per quelli che sono già in corso con Israele”, esorta.

Monsignor Twal riconosce poi che i cristiani soffrono per l’insuccesso dei colloqui di pace del mese di settembre.

“Questo fallimento non ci può però lasciare nella disperazione”, commenta. “Continuiamo a credere che in entrambe le parti in conflitto e così pure all’interno della comunità internazionale ci siano uomini di buona volontà, che si prodigheranno per unire le loro energie e il loro impegno per la pace”.

Il presule chiede inoltre un maggiore coinvolgimento dell’Europa nei colloqui tra israeliani e palestinesi.

In questo senso, auspica che si giunga presto a una riconciliazione tra i due popoli. “È tempo di impegnarci insieme per una pace sincera, giusta e definitiva”, dichiara.

Come segno di questa pace possibile, ricorda la recente tragedia di Haifa, “l’incendio che ha devastato intere foreste” e ha provocato varie vittime.

“Il fatto che l’Autorità Palestinese abbia messo a disposizione le squadre di pompieri è stato poi un gesto molto significativo – sottolinea –. Può rappresentare l’inizio di una fruttuosa collaborazione che speriamo possa continuare in condizioni favorevoli, quando la pace così desiderata regnerà su questa terra martoriata”.

Il Patriarca non manca di fare riferimento al massacro di cristiani del 31 ottobre scorso nella cattedrale siro-cattolica di Baghdad, unendosi all’appello rivolto dal Papa in quell’occasione e ricordando che la pace “è dono di Dio, ma è anche il risultato degli sforzi degli uomini di buona volontà, delle istituzioni nazionali e internazionali”.

Diaspora

Il Patriarca si riferisce infine al viaggio che ha compiuto a novembre in vari Paesi dell’America Latina, dove esistono importanti comunità di palestinesi cristiani della diaspora.

Il presule, che ha visitato Cile, Argentina, Honduras e Colombia, ha voluto ricordare il suo incontro con queste colonie palestinesi: “si tratta per lo più di emigrati tra il 1900 e il 1950 a causa di problemi dovuti alla povertà e alla condizione di insicurezza”.

“Attualmente sono ben integrati, molti di loro hanno espresso la disponibilità a sostenere i nostri progetti e a venire in pellegrinaggio in Terra Santa”, sottolinea.

Tra i grandi progetti che il Patriarcato latino sta cercando di realizzare, cita il nuovo Ospedale Psichiatrico di Betlemme, che porterà il nome di Benedetto XVI, l’Università di Madaba, che inizierà la sua attività il prossimo ottobre, e il nuovo Sito per pellegrini in Giordania, nei luoghi del Battesimo di Cristo.

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ZENIT Staff

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