Il partecipante svizzero al Conclave

Secondo il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, l’ecumenismo aiuta a “diventare più cattolici”

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

L’attuale presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani nasce nel 1950 nella località svizzera di Emmenbrücke, nella diocesi di Basilea. Dopo aver conseguito nel 1970 la maturità federale, il giovane Kurt Koch inizia gli studi di teologia cattolica presso la Facoltà di Lucerna e poi a Monaco di Baviera, in Germania.

Laureatosi nel 1975, il futuro porporato presta servizio pastorale per un anno nella parrocchia di Sursee. Dal 1976 al 1978 collabora ad un progetto di ricerca presso la Commissione episcopale Iustitia et Pax sulla problematica della vita umana nella società odierna da un punto di vista di etico-cristiano.

Dal 1979 al 1982, continua i suoi studi teologici, diventando assistente presso la Facoltà teologica di Lucerna. Ordinato sacerdote nel 1982, Kurt Koch consegue il dottorato nel 1987 con una tesi sulla teologia della storia in Wolfhart Pannenberg.

Sempre nel 1982 diventa docente di Teologia dogmatica e morale presso l’Università di Zurigo, prima di essere nominato nel 1989 professore di Teologia dogmatica e di liturgia e di teologia ecumenica a Lucerna.

Nel 1995 Kurt Koch viene nominato vescovo di Basilea da papa Giovanni Paolo II. Ut sit in omnibus Christus primatum tenens (Affinché Cristo sia prima di tutte le cose), è il motto scelto dal giovane vescovo, che dal 1998 al 2006 assume la vice-presidenza della Conferenza episcopale svizzera, di cui sarà presidente dal 2007 al 2009.

Il cardinale Kurt Koch è noto soprattutto per il suo impegno nel dialogo con le altre Chiese e denominazioni cristiane. Non desta sorpresa dunque quando Benedetto XVI lo chiama a Roma nell’estate 2010 per assegnargli la presidenza del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, di cui era membro già dal 2002. Sempre nel 2010, il presule riceve anche la porpora cardinalizia.

Il teologo Kurt Koch, che fa parte del cosiddetto Ratzinger Schülerkreis, è membro della Congregazione per la Dottrina della Fede, della Congregazione per le Chiese Orientali e della Congregazione delle Cause dei Santi.

Intervistato da ZENIT alla vigilia della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani 2013, il cardinale Koch ha offerto un bilancio del dialogo tra le Chiese. “Dopo cinquanta anni, cioè dopo l’apertura del Concilio, abbiamo potuto cogliere molti frutti”, ha dichiarato il porporato. “Abbiamo adesso sedici dialoghi con altrettante chiese e altre comunità ecclesiali nel mondo”, ha dichiarato il porporato, spiegando che “abbiamo potuto intrecciare una rete di amicizia con diverse chiese e comunità ecclesiali, che non sono più nemiche e si riconoscono come fratelli e sorelle; questo soprattutto nel battesimo, che è il vero fondamento di tutto”.

Ricordando poi le parole del beato Giovanni Paolo II, secondo il quale l’ecumenismo non è solo uno scambio d’idee ma “uno scambio di doni”, il cardinale svizzero ha sottolineato anche che “non dobbiamo avere paura dell’ecumenismo, perché è un arricchimento”. “La mia esperienza personale è che, con l’ecumenismo, io sono diventato molto più cattolico”, ha detto il porporato.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Staff Reporter

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione