Il Parlamento americano contro il finanziamento pubblico dell'aborto

Il card. O’Malley plaude alla decisione della Camera dei Rappresentanti di approvare una legge che fa compiere “un passo decisivo verso il rispetto della vita”. Si attende ora che passi anche in Senato

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Gli Stati Uniti hanno compiuto “un passo decisivo verso il rispetto della vita non nata che riflette la volontà del popolo”. È questa la reazione del card. Sean O’Malley, arcivescovo di Boston e presidente del Comitato per le attività pro-vita della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, all’approvazione alla Camera dei Rappresentanti della No Taxpayer Funding for Abortion and Abortion Insurance Full Disclosure Act of 2015.

Questo provvedimento, caldeggiato da esponenti di entrambi gli schieramenti politici, vuole escludere il finanziamento pubblico dell’aborto e togliere la segretezza nei piani assicurativi al fine di garantire una assoluta trasparenza in tema di copertura dei costi per i servizi abortivi. Finora un assicuratore può evitare di specificare quale quota dei premi pagati può andare al sostegno collettivo di servizi vari tra cui l’aborto.

Nelle scorse settimane il card. O’Malley aveva rivolto un appello ai membri del Congresso a sostegno del provvedimento. Come riporta la Radio vaticana, l’arcivescovo di Boston ha definito la nuova legge in linea con il sentire comune degli statunitensi e con la giurisprudenza del Paese, secondo la quale “lo Stato non può usare fondi pubblici per sostenere e promuovere l’interruzione volontaria della gravidanza, costringendo i contribuenti a finanziare questa violenza”.

Il porporato ha fatto presente che “la maggior parte dei contribuenti americani non vuole che le proprie tasse vengano usate per l’aborto, così come non vuole che lo siano le quote dei loro premi assicurativi”. L’auspicio del card. O’Malley è che ora la legge venga approvata anche in Senato.

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ZENIT Staff

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