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Il Papa ricorda Shimon Peres: "Sia onorato il suo lavoro per la pace"

In un telegramma il Pontefice esprime il suo cordoglio per la scomparsa dell’ex presidente d’Israele. Incontrandolo nel suo viaggio in Terra Santa del 2014, lo definì “un uomo saggio e buono”

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Anche Papa Francesco si unisce al cordoglio per la morte dell’ex presidente israeliano Shimon Peres. In un telegramma indirizzato all’attuale capo di Stato di Israele, Reuven Rivlin, il Pontefice si dice “profondamente rattristato” per la dipartita e rivolge le sue “sentite condoglianze” a tutto il popolo d’Israele, ricordando con affetto il tempo passato con Peres in Vaticano e rinnovando “il grande apprezzamento per i suoi sforzi instancabili” a favore della pace.
Nella missiva, Francesco auspica quindi che la memoria di Peres ispiri tutti “a lavorare con sempre maggiore urgenza per la pace e la riconciliazione tra i popoli. In questo modo, la sua eredità sarà veramente onorata e il bene comune per il quale ha lavorato così diligentemente troverà nuove espressioni”, mentre “l’umanità si sforza di avanzare sul cammino verso una pace duratura”. “Con l’assicurazione delle mie preghiere per quanti sono in lutto, soprattutto per la famiglia Peres – conclude il Papa – invoco le benedizioni divine di consolazione e forza sulla nazione”.
Bergoglio aveva incontrato Shimon Peres durante il suo viaggio in Terra Santa del maggio 2014. L’allora presidente aveva ringraziato il Santo Padre per il suo contributo, fin dall’inizio del suo pontificato, per portare la pace tra cristiani ed ebrei e fra tutti i popoli, una sfida che esige “fantasia e ispirazione”. Il Papa, poi, visitando la residenza del capo di Stato, disse: “Ringrazio Lei per le sue parole e per la sua accoglienza. Con la mia immaginazione e con la mia fantasia vorrei inventare una nuova Beatitudine, che applico a me in questo momento: Beato quello che entra in casa di un uomo saggio e buono. E io mi sento beato”. E il presidente israeliano, sorridendo, rispose: “Grazie di vero cuore”.

Qualche settimana dopo il viaggio, esattamente l’8 giugno 2014, Peres, insieme al presidente palestinese Abu Mazen e al patriarca di Costantinopoli Bartolomeo, giunse in Vaticano su invito del Papa per la “Invocazione di pace in Medio Oriente” che si svolse nei Giardini Vaticani.
In quell’occasione, il presidente disse nella sua allocuzione: “Due popoli – gli israeliani e i palestinesi – desiderano ancora ardentemente la pace. Le lacrime delle madri sui loro figli sono ancora incise nei nostri cuori. Noi dobbiamo mettere fine alle grida, alla violenza, al conflitto. Noi tutti abbiamo bisogno di pace. Pace fra eguali”.
Rivolgendosi poi a Papa Francesco aggiunse: “Il suo invito a unirsi a Lei in questa importante cerimonia per chiedere la pace, qui nei Giardini Vaticani, alla presenza di autorità ebree, cristiane, musulmane e druse, riflette meravigliosamente la sua visione dell’aspirazione che tutti condividiamo: Pace. In questa commovente occasione, traboccanti di speranza e pieni di fede, eleviamo con Lei, Santità, una invocazione per la pace fra le religioni, le nazioni, le comunità, fra uomini e donne. Che la vera pace diventi nostra eredità presto e rapidamente”.
Papa Francesco e Shimon Peres si erano poi incontrati nuovamente il 4 settembre 2014 per un’udienza privata nel Palazzo Apostolico; in quell’occasione il leader israeliano aveva presentato al Pontefice la sua proposta di una “Onu delle religioni” per “contrastare i terroristi che uccidono in nome della fede” e lo aveva informato del suo impegno per la pace. Un’altra udienza, l’ultima, sempre in Vaticano, si era tenuta lo scorso 20 giugno 2016.
[A cura di Salvatore Cernuzio]

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ZENIT Staff

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