CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 22 luglio 2011 (ZENIT.org).- E’ stata presentata a Cotonou, la capitale del Benin, la visita di Benedetto XVI nel Paese, che avrà luogo dal 18 al 20 novembre, per esporre la “road map” della Chiesa in Africa.
Il primo obiettivo del viaggio sarà la pubblicazione dell’esortazione apostolica in cui il Pontefice raccoglie le conclusioni del Sinodo dei Vescovi del continente africano, che egli stesso ha presieduto in Vaticano nell’ottobre 2009.
Martedì 19 luglio, l’incaricato del comitato organizzatore della visita papale, monsignor Eugene Houdekon, ha offerto una conferenza stampa per ricordare che si tratta della terza visita di un Papa nel Benin, dopo quelle compiute da Giovanni Paolo II nel 1982 e nel 1993.
Ci sono altri due motivi, ha osservato, che spiegano la visita del Papa nel Paese: la celebrazione del giubileo per i 150 anni dell’evangelizzazione della Nazione e la possibilità di partecipare alla commemorazione di uno dei suoi grandi amici a Roma, il Cardinale Bernardin Gantin, che è stato decano del Collegio cardinalizio ed è morto nel maggio 2008.
Il responsabile dell’organizzazione della visita del Papa ha anche ricordato che si tratta del secondo viaggio del Pontefice nel continente africano dopo quello in Camerun e in Angola nel 2009, nel quale ha lanciato un messaggio di riconciliazione, giustizia e pace per tutta l’Africa.
Dopo il Sinodo per l’Africa – ha spiegato monsignor Houdekon come riferisce la “Radio Vaticana” – , nel quale sono state messe in luce le tensioni socio-politiche degenerate in violenza, fame, morte, rivoluzioni popolari, intolleranza e ogni tipo di situazioni che non corrispondono al piano di Dio, è una grazia per il Benin che il Santo Padre porti lo storico messaggio destinato alle 54 Nazioni africane.
Il responsabile delle comunicazioni del comitato organizzativo della visita, il sacerdote André Quenum, ha sottolineato l’importanza del viaggio di Benedetto XVI non solo per i cattolici, ma per tutto il popolo del Benin, visto che servirà a rendere visibile la “Chiesa Famiglia” che vive l’Africa.
In questo contesto, ha rivolto un appello a tutti i cittadini del Paese affinché contribuiscano al buon esito dell’evento.
