Pope Francis celebrates morning Mass in Santa Marta

PHOTO.VA

Il Papa: “Impariamo a riconoscerci peccatori”

Durante l’omelia alla Casa Santa Marta, Francesco spiega la principale differenza tra gli Apostoli e i dottori della legge: solo i primi hanno provato “stupore” di fronte a Gesù

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Lo stupore di fronte a Gesù e la capacità di riconoscersi peccatori. Ne ha parlato papa Francesco nel corso dell’omelia di stamattina alla Casa Santa Marta, commentando il Vangelo della pesca miracolosa (Lc 5,1-11).

La lettura odierna, ha osservato il Pontefice, mette in luce innanzitutto i modi in cui Gesù incontra la gente. “A me piace pensare – ha detto – che la maggior parte del suo tempo [Gesù] lo passava sulle strade, con la gente; poi in tarda serata se ne andava da solo a pregare”.

Il Santo Padre ha individuato poi il “sentimento di stupore” che anima gli Apostoli nell’approccio con il Maestro, riconoscendo subito il suo parlare con “autorità”. Gesù si rapporta anche con i “dottori della legge”, i quali, però, dinnanzi a Lui, non aprono il loro cuore, pur riconoscendo che è “intelligente”, “capace”, che fa “miracoli” e che dice “cose vere”, ammettono che quelle cose non “convengono” loro, fanno i loro “calcoli” e prendono la “distanza”.

D’altronde, anche “gli stessi demoni” riconoscono in Gesù il “Figlio di Dio” ma, come i farisei e i dottori della legge, “non avevano la capacità dello stupore, erano chiusi nella loro sufficienza, nella loro superbia”. Su Gesù, i demoni “non dicono nulla”, perché la loro “superbia è tanto grande che gli impedisce di dirlo”. Allo stesso modo i farisei sono incapaci di dirsi “superbi” o “peccatori”.

Pietro, invece, non solo “riconosce che Gesù è il Messia” ma ammette anche di essere un “peccatore”. Al contrario, “l’incapacità di riconoscerci peccatori ci allontana dalla vera confessione di Gesù Cristo”, ha affermato il Papa.

Il discrimine si nota in particolare nel passo del fariseo e del pubblicano (Lc 18,9-14). Di quest’ultimo colpisce la “capacità di dire che siamo peccatori”, la quale “ci apre allo stupore dell’incontro di Gesù Cristo, il vero incontro”.

Il Santo Padre ha quindi sfidato l’uditorio: “tante”, ha detto, sono le “persone sono capaci di dire che Gesù è il Signore”. Ammettere, tuttavia, “sono un peccatore” o “sono una peccatrice”, però, “è più facile dirlo degli altri” e in questo “siamo tutti dottori…”.

Il “vero incontro” con Gesù, quindi, richiede una “doppia confessione”: “Tu sei il Figlio di Dio e io sono un peccatore”, ha aggiunto Francesco, specificando che lo stato di peccatori non è un concetto astratto o generico ma frutti dei nostri singoli peccati concreti.

Cosa succede, invece, con Pietro? Il principe degli Apostoli, come tutti i primi discepoli, ha vissuto lo stupore dell’incontro con il Maestro ma ha poi dimenticato quello stupore, con il risultato che “rinnega il Signore”.

Poiché, tuttavia, Pietro è “umile”, si “lascia incontrare dal Signore e quando i loro sguardi si incontrano, lui piange” e confessa: “Sono un peccatore”.

Il Pontefice ha quindi concluso l’omelia, con la preghiera che “il Signore ci dia la grazia di incontrarlo ma anche di lasciarci incontrare da Lui”, assieme alla “grazia tanto bella, di questo stupore dell’incontro”.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione