Il Papa: il pellegrinaggio ci ricorda che la nostra meta è il cielo

Inaugura a Roma un centro di accoglienza per pellegrini australiani

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ROMA, giovedì, 20 ottobre 2011 (ZENIT.org).- Il pellegrinaggio serve a ricordare ai fedeli la loro vera meta, il cielo.

Papa Benedetto XVI lo ha affermato ieri pomeriggio inaugurando a Roma il centro di accoglienza per pellegrini australiani Domus Australia, sito in Via Cernaia, nei pressi delle Terme di Diocleziano.

L’inaugurazione della struttura, ha spiegato il Pontefice, “parla in modo eloquente dei frutti degli sforzi missionari, per mezzo dei quali il Vangelo si è diffuso perfino nelle regioni più remote del mondo, vi si è radicato e ha dato vita a una comunità cristiana viva e prospera”.

Come tutte le comunità cristiane, “la Chiesa in Australia è consapevole di percorrere un cammino la cui destinazione ultima è al di là di questo mondo”, perché come ha detto San Paolo “La nostra cittadinanza infatti è nei cieli” (Fil 3, 20).

“Qui sulla terra, la lunga tradizione di pellegrinaggio della Chiesa nei luoghi santi serve a ricordarci che siamo diretti verso il cielo”, ha aggiunto, indicando che “richiama la nostra attenzione sulla vocazione alla santità, ci porta sempre più vicino al Signore e ci rafforza con nutrimento spirituale per il nostro viaggio”.

Il Papa ha ricordato che molte generazioni di pellegrini si sono recate a Roma da tutto il mondo cristiano, per venerare le tombe dei Santi Pietro e Paolo e approfondire in questo modo la loro comunione con l’unica Chiesa di Cristo, fondata sugli Apostoli.

Così facendo, “rafforzano le radici della loro fede, e le radici, come sappiamo, sono la fonte del nutrimento donatore di vita”.

I pellegrini che si sono recati a Roma, ha indicato, “tornano nei loro Paesi rinnovati e rafforzati nella fede ed elevati dallo Spirito Santo nel viaggio in avanti e verso l’alto fino alla loro casa celeste”.

Per questo, il Papa ha pregato che quanti passeranno d’ora in poi per la Domus Australia “ritornino alle proprie dimore con fede più salda, speranza più gioiosa e amore più ardente per il Signore, pronti a impegnarsi con nuovo zelo nel compito di rendere testimonianza a Cristo nel mondo in cui vivono e operano”.

“Prego anche affinché la loro visita alla Sede di Pietro renda più profondo il loro amore per la Chiesa universale e li unisca più intimamente al Successore di Pietro, incaricato di nutrire e riunire l’unico gregge del Signore da ogni angolo del mondo”.

La Domus Australia, ha constatato, rappresenta “un piccolo angolo di Australia nell’antica città di Roma”. “Sia ora benedetta dal passaggio di molti pellegrini!”.

Nel suo saluto al Pontefice, il Cardinale George Pell, Arcivescovo di Sydney, ha ricordato – riferisce “L’Osservatore Romano” – il duplice motivo che ha spinto l’episcopato australiano a promuovere la Domus Australia: “incoraggiare gli oltre sessantamila australiani che ogni anno si recano a Roma a diventare pellegrini sensibili alla dimensione religiosa dei loro viaggi, e rafforzare i legami tra la lontana Chiesa in Australia e il Papato”.

L’inaugurazione della struttura è avvenuta alla presenza del Cardinale e dei Vescovi del Paese, in questi giorni a Roma per la visita ad limina apostolorum. La cerimonia è stata allietata dall’esibizione del coro della Cattedrale Saint Mary di Sydney.

Il Cardinale Pell ha ricordato come in precedenza l’edificio fosse un centro dei padri maristi, Congregazione fondata nel 1836 in Francia da Jean Claude Colin e alla quale Papa Gregorio XVI affidò il compito di evangelizzare le terre del Pacifico sud-occidentale.

I sacerdoti della Congregazione “hanno dato un notevole contributo all’implantatio della Chiesa in Nuova Zelanda e in molte isole”, ha osservato il porporato. “Siamo lieti di proseguire qui, nella Domus Australia, quell’impeto missionario, portandolo in una nuova direzione”.
 
La struttura è stata realizzata con i contributi dei fedeli di tutta l’Australia e dei cattolici vietnamiti emigrati nel Paese. Per questo, tra i dipinti della cappella ce n’è uno raffigurante il Cardinale François-Xavier Nguyên Van Thuân (1928-2002) mentre celebra la Messa nel carcere in cui venne rinchiuso per tredici anni (dal 1975 al 1988), nove dei quali trascorsi in isolamento.

Dopo la cerimonia, il Papa è uscito nel giardino attiguo per benedire un mosaico mariano e la lapide commemorativa della visita.

Benedetto XVI si è recato in Australia nel luglio 2008 per presiedere la Giornata Mondiale della Gioventù a Sydney, e il 17 ottobre 2010 ha canonizzato la prima santa australiana, suor Mary MacKillop (1842-1909).

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ZENIT Staff

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