Papa e Michel Aoun - @Servizio Fotografico - L'Osservatore Romano

Il Papa ha ricevuto il presidente del Libano

Con il generale Aoun si è discusso della guerra in Siria e dell’accoglienza dei profughi. Apprezzamenti per il ruolo della Chiesa nella vita libanese

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La fine della crisi istituzionale che aveva paralizzato il Libano per diversi mesi, il conflitto in Siria e le altre guerre in Medio Oriente, l’accoglienza dei profughi. Sono questi alcuni dei temi che stamattina, 16 marzo 2017, Papa Francesco ha affrontato in Vaticano con il generale cristiano Michel Aoun, presidente del Libano dall’ottobre scorso.
Aoun ha incontrato successivamente il card. Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede, accompagnato da mons. Paul Gallagher, segretario per i
Rapporti con gli Stati.
“Nel corso dei cordiali colloqui ci si è soffermati sulle buone relazioni bilaterali tra la Santa Sede e il Libano, sottolineando il ruolo storico ed istituzionale della Chiesa nella vita del Paese”, annuncia la Sala Stampa della Santa Sede.
“Si è quindi espressa soddisfazione per l’impegno delle varie forze politiche nel porre fine alla vacanza presidenziale, auspicando per il futuro una sempre più proficua collaborazione tra i membri delle diverse comunità etniche e religiose in favore del bene comune e dello sviluppo della Nazione”.
Nel prosieguo della conversazione, si è fatto riferimento alla Siria, “con particolare attenzione agli sforzi internazionali per una soluzione politica al conflitto”. Il Papa e gli altri esponenti vaticani hanno inoltre ribadito l’apprezzamento “per l’accoglienza che il Libano presta ai numerosi profughi siriani”. Infine, “si è
avuto un più ampio scambio di vedute sul contesto regionale, facendo cenno agli altri conflitti in corso e alla situazione dei cristiani in Medio Oriente”.
Si tratta della prima visita in Europa del presidente Aoun, il quale ha regalato al Papa una statua di circa mezzo metro del Gesù bambino di Praga avvolto in un vestito dai colori nazionali libanesi realizzato dalle carmelitane libanesi di Harissa e di Kfarmasshoun: mantello rosso e tunica bianca su cui è disegnato un cedro, albero simbolo del Libano. Il Pontefice ha invece regalato al presidente un ramo d’ulivo in bronzo, anziché la tradizionale medaglia del pontificato, e una copia di Evangelii Gaudium (in francese), Amoris Laetitia e Laudato Si’ (in arabo).

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ZENIT Staff

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