Il Papa: gli insegnanti di religione, esempio dello "spirito positivo di laicità"

“La dimensione religiosa rende l’uomo più uomo”

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CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 26 aprile 2009 (ZENIT.org).- “Lungi dal costituire un’interferenza o una limitazione della libertà”, la presenza degli insegnanti di religione cattolica è “un valido esempio di quello spirito positivo di laicità che permette di promuovere una convivenza civile costruttiva, fondata sul rispetto reciproco e sul dialogo leale, valori di cui un Paese ha sempre bisogno”.

Benedetto XVI lo ha affermato questo sabato ricevendo in udienza i partecipanti all’Incontro degli Insegnanti di Religione Cattolica, svoltosi il 23 e il 24 aprile a Roma sul tema “Io non mi vergogno del Vangelo (Rm 1,16). Per una cultura al servizio dell’uomo”.

L’insegnamento della religione cattolica, ha riconosciuto, “è parte integrante della storia della scuola in Italia”, così come l’insegnante di religione costituisce “una figura molto importante nel collegio dei docenti”, essendo “significativo che con lui tanti ragazzi si tengano in contatto anche dopo i corsi”.

Il docente di religione cattolica, ha aggiunto, è il “nesso” che lega l’insegnamento scolastico della religione e l’approfondimento esistenziale della fede.

L'”altissimo numero” di coloro che scelgono di avvalersi della disciplina di religione “è inoltre il segno del valore insostituibile che essa riveste nel percorso formativo e un indice degli elevati livelli di qualità che ha raggiunto”.

Ricordando che la dimensione religiosa “è intrinseca al fatto culturale, concorre alla formazione globale della persona e permette di trasformare la conoscenza in sapienza di vita”, Benedetto XVI ha sottolineato che l’opera degli insegnanti di religione si colloca nel “fondamentale crocevia” in cui si incontrano “l’universale tensione verso la verità e la bimillenaria testimonianza offerta dai credenti nella luce della fede, le straordinarie vette di conoscenza e di arte guadagnate dallo spirito umano e la fecondità del messaggio cristiano che così profondamente innerva la cultura e la vita del popolo italiano”.

Con la “piena e riconosciuta dignità scolastica” dell’insegnamento della religione, gli insegnanti contribuiscono “da una parte a dare un’anima alla scuola e dall’altra ad assicurare alla fede cristiana piena cittadinanza nei luoghi dell’educazione e della cultura in generale”.

“Grazie all’insegnamento della religione cattolica, dunque, la scuola e la società si arricchiscono di veri laboratori di cultura e di umanità, nei quali, decifrando l’apporto significativo del cristianesimo, si abilita la persona a scoprire il bene e a crescere nella responsabilità, a ricercare il confronto ed a raffinare il senso critico, ad attingere dai doni del passato per meglio comprendere il presente e proiettarsi consapevolmente verso il futuro”.

La dimensione religiosa, ha constatato il Papa, non è “una sovrastruttura”, ma “parte integrante della persona, sin dalla primissima infanzia; è apertura fondamentale all’alterità e al mistero che presiede ogni relazione ed ogni incontro tra gli esseri umani”.

“La dimensione religiosa rende l’uomo più uomo”, ha dichiarato.

Per questo, ha auspicato che l’insegnamento dei docenti di religione sia sempre capace di aprire gli studenti alla “dimensione di libertà e di pieno apprezzamento dell’uomo redento da Cristo così come è nel progetto di Dio, esprimendo così, nei confronti di tanti ragazzi e delle loro famiglie, una vera carità intellettuale”.

Nell’Anno Paolino, il Pontefice ha anche invitato gli insegnanti di religione a guardare all’Apostolo delle Genti, “il discepolo umile e fedele, il coraggioso annunciatore, il geniale mediatore della Rivelazione”, per alimentare la propria identità di “educatori e di testimoni nel mondo della scuola”.

San Paolo, ha ricordato, “è un vero ‘maestro’ che ha a cuore sia la salvezza della persona educata in una mentalità di fede, sia la sua formazione umana e civile, perché il discepolo di Cristo possa esprimere in pieno una personalità libera, un vivere umano ‘completo e ben preparato’, che si manifesta anche in un’attenzione per la cultura, la professionalità e la competenza nei vari campi del sapere a beneficio di tutti”.

Don Vincenzo Annicchiarico, responsabile del Servizio nazionale per l’insegnamento della religione cattolica della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), ha affermato che “la cura e la competenza con cui gli insegnanti di religione svolgono la loro quotidiana azione educativa è una risorsa non solo per la Scuola, ma per l’intera Società, giacché va incontro ai bisogni culturali ed educativi degli alunni e delle loro famiglie, mostrando un impegno educativo per la piena realizzazione dell’uomo”.

Il Cardinale Angelo Bagnasco, presidente della CEI, ha affermato dal canto suo aprendo il Meeting giovedì scorso che l’insegnamento della religione cattolica non è “un problema nella laicità dello Stato”, quanto “una risorsa per la scuola” e per la società, perché capace di “promuovere una mentalità accogliente” e di garantire “una serena convivenza civile nel quadro di una società pluralista”, aiutando gli studenti a “comprendere i valori e i significati che le persone che credono nel Dio di Gesù Cristo manifestano nelle loro scelte di vita”.

Gli insegnanti di religione in Italia sono oltre 15.000, per l’85,9% laici. Secondo i dati del 2007, gli ultimi disponibili, la percentuale di adesione degli studenti all’ora di religione a livello nazionale è elevatissima: il 91,1% nella scuola dell’infanzia, il 94,1% in quella primaria, il 94,6% nelle medie inferiori, l’84,5% nelle scuole superiori.

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ZENIT Staff

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