Pope Francis during audience with Rinnovamento nello Spirito Santo

Elisa Paolini

Il Papa e il RnS: "Nella Chiesa nessun leader a vita! Uniti nel sangue e nella preghiera"

Incontrando il Rinnovamento nello Spirito per la 38° Convocazione Nazionale, Francesco dà appuntamento al 2017 per festeggiare i 50 anni di questa “corrente di grazia” che ha cambiato la vita di milioni di persone

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Accolto da un coro di “Osanna”, con sette minuti di anticipo, Papa Francesco ha fatto un ingresso trionfale in una piazza San Pietro gremita dai fedeli del Rinnovamento nello Spirito Santo, riuniti per la 38ma Convocazione Nazionale sul tema “Vie di unità e di pace – Voci in preghiera per i martiri di oggi e per un ecumenismo spirituale”.

Radunati sotto l’afa di Roma dall’ora di pranzo per cantare e pregare, i fedeli sono rimasti immobili anche durante l’acquazzone che ha colpito la piazza proprio mentre il Pontefice rivolgeva loro il suo discorso. “Lacrime di gioia” le ha definite il presidente Salvatore Martinez. “Una bella doccia” donata da Dio per rinfrescarci dal caldo, ha detto Bergoglio. Prima ha pregato insieme ai vescovi, patriarchi e cardinali, che si tenevano insieme per mano, parati davanti a lui, mentre in sottofondo le voci di Andrea Bocelli, Noa, Don Moen e Darlene Zschech si intrecciavano in una struggente “Amazing Grace”. A testa bassa, col viso contrito, il Papa si è unito a questa orazione universale per tutti i fratelli e le sorelle che oggi vivono l’“ecumenismo del sangue”. 

A braccio, ha quindi pregato: “Padre inviaci lo Spirito Santo che Gesù ci ha promesso. Egli ci guiderà all’unità. Lui è quello che dà i carismi, che fa le differenze nella Chiesa e anche Lui fa l’unità. Inviaci lo Spirito Santo che ci insegni tutto quello che Gesù ci ha insegnato e ci dia la memoria di quello che Gesù ha detto”. “Gesù Signore – ha proseguito – tu hai chiesto per tutti noi la grazia dell’unità, questa Chiesa che è tua non è nostra… La storia ci ha divisi. Gesù aiutaci ad andare sulla strada dell’unità o di questa diversità riconciliata. Signore tu sempre fai quello che hai promesso: dacci l’unità per tutti i cristiani. Amen”.

E proprio sull’unità Francesco ha incentrato tutto il suo discorso. A partire dall’esempio della “orchestra”, già usato nel discorso per il mega-incontro del 1° giugno 2014 allo stadio Olimpico, e proseguendo con una delle metafore-chiave della Evangelii Gaidium: la sfera e il poliedro, simbolo quest’ultimo di “unità nella diversità”. Un concetto fondamentale, ha ribadito il Pontefice, perché “non basta parlare di unità, non è uniformità come in una sfera dove ogni punto è equidistante dal centro. Il modello è il poliedro che riflette la convergenza di tutte le parti”.

Si tratta quindi di “carismi che mantengono unità nella diversità”, che bisogna rispettare. Anche perché “stiamo parlando dell’opera dello Spirito Santo, non della nostra”, ha rimarcato il Santo Padre. È necessario pertanto “ricordare che tutto in questa unità è più della parte, la parte non può attribuirsi di essere il tutto. Non si può dire: ‘Noi siamo la corrente Rinnovamento nello Spirito e voi no!’. Questo non viene dallo Spirito… Lo Spirito Santo soffia dove vuole, come vuole, quando vuole”.

La stessa unità, ha proseguito Francesco, si rispecchia anche nell’esercizio dei compiti dei vari “responsabili” e “leader” del movimento, che il Papa preferisce chiamare “servitori”. A loro rivolge una parola arguta, mettendoli in guardia dalla “grande tentazione” di “credersi indispensabili qualunque sia l’incarico”. Tentazione insinuata direttamente dal “demonio”, il quale – afferma il Pontefice – “li porta a voler essere quelli che comandano, che stanno al centro… E così passo passo scivolano nell’autoritarismo, nel personalismo, non lasciano vivere le comunità rinnovate nello spirito”. Non solo, avverte: “Questa tentazione fa che sia eterna la posizione di coloro che si credono insostituibili”, laddove “l’unico insostituibile nella chiesa è lo Spirito Santo. E Gesù è l’unico Signore”. 

Posto questo, e ricordando alcuni “casi tristi” del passato, Bergoglio chiede quindi di “mettere un tempo limitato agli incarichi”: “Tutti i servizi nella Chiesa hanno bisogno di scadenza. Non ci sono leader a vita nella Chiesa, questo avviene nei paesi dove c’è la dittatura”, dice. Compito dei leader laici, o meglio dei “servitori”, è dunque di “far crescere e maturare nella fede coloro che prenderanno il loro posto al termine del loro servizio”. 

Ma il Papa rincara la dose e illustra le pericolose sfumature di questa tentazione del “passare da servitore a padrone”: ovvero “impadronirsi” delle comunità, dei gruppi, facendoli “soffrire” e impedendo loro di “fare il bene”, per strutturarli “come una ong”. O ancora peggio “scivolare nella vanità”: “Quanti leader diventano pavoni. Il potere ti porta alla vanità. Anche, ti senti di fare qualsiasi cosa, puoi scivolare negli affari perché il diavolo entra sempre per il portafogli, questa è la sua porta di ingresso”.

Il segreto è dunque rimanere saldi in Cristo e al carisma dei fondatori “che lo hanno ricevuto dallo Spirito Santo” e “hanno l’obbligo di farlo maturare nelle loro comunità”. Anche, aggiunge il Pontefice, è utile intessere “relazioni di fiducia e cooperazione con i vescovi”, magari realizzando “iniziative necessarie perché tutte le realtà carismatiche italiane possano vincolarsi in questi legami” coi loro pastori.

Soprattutto l’esortazione del Santo Padre è: “Lasciatevi guidare dallo Spirito Santo”. Lasciate, cioè, fluire questa “corrente di grazia” che è il Rinnovamento carismatico, come lo definì il cardinale Leon Joseph Suenens quando fu incaricato da Paolo VI ad interessarsene. E proprio mutuando le parole del Beato Montini nell’incontro di Pentecoste con il movimento, il 19 maggio 1975, Papa Francesco raccomanda: “Il fiume deve perdersi nell’oceano. Se il fiume diventa fermo si corrompe. Se questa corrente di grazie non finisce nell’oceano di Dio, nell’amore di Dio, lavora per se stessa”. E questo “non è di Gesù Cristo, ma del maligno, del padre della menzogna. Il Rinnovamento viene da Dio e va da Dio”.

In ultimo, il Papa si sofferma su un altro punto di forza del RnS: “la ricerca dell’unità del corpo di Cristo”. “Voi – dice – avete una grazia speciale per pregare e lavorare per l’unità dei cristiani”. Un “ecumenismo spirituale” anima il Rinnovamento, che va alimentato nella preghiera comune e condivisa.  “Dobbiamo pregare tutti insieme”, incoraggia Francesco, “‘ma padre, io posso pregare con un luterano, un ortodosso…?’. ‘Devi, devi… Tutti noi abbiamo ricevuto lo stesso Battesimo. Andiamo sulla strada di Gesù. Abbiamo fatto queste divisioni nella storia, per tanti motivi, ma non buoni, ma adesso che è il tempo che lo Spirito ci fa pensare che queste divisioni non vanno, sono una contro-testimonianza e dobbiamo fare di tutto per andare insieme”.

“Devo firmare un documento per questo?”, prosegue il Santo Padre. “No!”, solo “prega, lavora, ama, lasciati andare avanti dallo Spirito che farà il resto”, mirando sempre all’unità. Quella unità che ci insegnano i martiri di oggi, il cui sangue – osserva Francesco – “ci fa uno”. “Noi – soggiunge – sappiamo che quando quelli che odiano chi segue Cristo uccidono un cristiano, prima di ucciderlo non gli domandano: ‘Tu sei luterano, ortodosso, battista, metodista?’. Dicono: ‘Tu sei cristiano?’, e poi tagliano la testa”. “Guidati dal maligno”, questi “non confondono”, “non sbagliano”, ma “sanno che c’è una radice a tutti che si chiama Gesù Cristo”, afferma Bergoglio. E “se il nemico ci unisce nella morte, chi siamo noi per dividerci nella vita? Ci sono differenze, lasciamole da parte, andiamo avanti con quello che abbiamo in comune che è abbastanza: la Santa Trinità, il Battesimo…”.  

Prima di congedarsi, il Papa auspica la realizzazione di “seminari di vita nello Spirito insieme ad altre realtà carismatiche cristiane”, rivolte a tutte le sorelle e i fratelli che vivono in strada. “Anche loro hanno lo spirito dentro che spinge e vuole spalancare la porta per vivere”. “Andate
e predicate la novità che ci ha dato Gesù” è quindi, ancora una volta, l’invito del Vescovo di Roma: “Predicate ai poveri, agli emarginati, ai malati, a tutti gli uomini e le donne”. In questa missione, conclude, “il Signore vi accompagni… Sempre con la Bibbia in mano, e con il Vangelo in tasca!”. Dopo la recita del Padre Nostro, il Papa dà quindi appuntamento al 2017 “per festeggiare il Giubileo d’oro di questa corrente di grazia”, in piazza San Pietro. Ma soprattutto per “celebrare le meraviglie che il Rinnovamento ha fatto in questi 50 anni cambiando la vita di milioni di cristiani”.

 

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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