“Il Papa doveva essere ucciso": le dichiarazioni di Ali Agca

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ROMA, venerdì, 13 maggio 2011 (ZENIT.org).- Nel trentesimo anniversario dell’attentato contro Giovanni Paolo II, è uscito – a cura dell’Istituto per la Memoria Nazionale (IPN) e del settimanale cattolico polacco “Gość Niedzielny” – il libro “’Il Papa doveva essere ucciso’. Le dichiarazioni rese da Ali Agca”.

Si tratta di un’edizione delle fonti storiche preceduta da un’ampia prefazione in cui vengono analizzate le circostanze dei preparativi per l’attentato alla vita di Giovanni Paolo II.

La pubblicazione è stata elaborata sulla base dei documenti emersi nel corso delle indagini svolte presso l’Istituto per la Memoria Nazionale sull’attentato contro Karol Wojtyła, ma anzitutto in base alle dichiarazioni rese da Mehmet Ali Agca ai giudici italiani.

Ai fini della pubblicazione sono stati scelti i 37 verbali più importanti tra 112 redatti nel corso degli interrogatori di Agca, sia in versione integrale che negli estratti più pertinenti.

Le dichiarazioni di Agca sono state confrontate con le opere bibliografiche sull’attentato, con i materiali emersi nel corso delle indagini svolte dal Pubblico Ministero dell’Istituto per la Memoria Nazionale e con i documenti provenienti dal I Dipartimento del Ministero dell’Interno – cioè l’intelligence della Repubblica Popolare di Polonia -, nonché dalla Direzione dell’Intelligence (HVA) del Ministero della Sicurezza Pubblica della Repubblica Democratica Tedesca (Stasi), riguardanti tra l’altro le attività operative comuni volte a screditare agli occhi dell’opinione pubblica internazionale tutte le piste a conferma dell’esistenza di rapporti tra i servizi segreti bulgari e Ali Agca.

Il testo permette non solo di rivelare i dettagli delle tappe dei preparativi per l’attentato contro Giovanni Paolo II e di accertare l’identità delle persone coinvolte, ma anche di attirare l’attenzione sulle piste che nel corso del processo, probabilmente per motivi politici, non sono mai state sviluppate né chiarite.

Si tratta innanzitutto degli argomenti relativi al viaggio di Ali Agca a Teheran nella primavera del 1980, nonché delle circostanze del suo incontro nella capitale iraniana con il maggiore del KGB Wladimir Kuzichkin, che operava sotto la copertura di diplomatico sovietico.

L’autore dell’ampia prefazione a questa selezione di materiali, il dottor Andrzej Grajewski, avanza l’ipotesi che questa pista permetta di accertare la prima tranche del processo dei preparativi per l’attentato contro Giovanni Paolo II.

Contestualmente, sottolinea che neanche l’Occidente ha la coscienza pulita in questa vicenda. Nel  giugno 1982, il maggior Kuzichkin si era dato alla fuga da Teheran per iniziare una collaborazione con l’intelligence britannica, a cui di sicuro ha riferito molti dettagli interessanti su questo argomento, che però non sono mai pervenuti né all’opinione pubblica né all’autorità giudiziaria italiana.

Nel contesto delle dichiarazioni rese da Agca e dei documenti riuniti in questo libro, bisogna respingere decisamente le ipotesi – sempre ricorrenti – secondo le quali nell’attentato ci sarebbe stata una cosiddetta ispirazione islamica, come ha affermato anche il generale Jaruzelski in un’intervista per il mensile “Jesus”.

Si tratta di un’eco delle attività di disinformazione promosse negli anni Ottanta dall’intelligence della Stasi su richiesta di quella bulgara, che dovevano suggerire che dietro l’attentato contro il Papa ci fossero fanatici islamici.

Tali affermazioni non trovano però alcun riscontro nelle fonti storiche.

A tutt’oggi continuano a confondersi piste, ipotesi, indizi. Può darsi che non si saprà mai tutta la verità su quanto è accaduto allora. Sembra, però, che la pista sovietica sia il complemento più logico delle dichiarazioni di Ali Agca, che non ha mai detto l’intera verità sui preparativi dell’attentato, ma non ha neanche sempre mentito.

Il male che il 13 maggio 1981 aveva perso la partita non è stato totalmente smascherato. Giovanni Paolo II, che considerava l’attentato alla sua vita soprattutto secondo categorie metafisiche, interpretando la sua salvezza nel contesto di quanto risultava dalle rivelazioni mariane, nel libro “Memoria e identità” ha constatato che l’attentato “fu una delle ultime convulsioni delle ideologie della prepotenza scatenatesi nel XX secolo”.

Le dichiarazioni di Agca pubblicate nel libro in esame confermano più di una volta questa valutazione.

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ZENIT Staff

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