Il Papa: da profitto e individualismo, un falso modello di sviluppo

Nell’udienza ai dirigenti e al personale dell’Azienda Comunale Energia e Ambiente

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ROMA, domenica, 7 febbraio 2010 (ZENIT.org).- Occorre “ripensare un modello di sviluppo basato soprattutto sulla finanza e sul profitto” e far crescere la consapevolezza della “responsabilità sociale dell’impresa”. E’ quanto ha detto Benedetto XVI nell’incontrarsi questo sabato, in Vaticano, con i dirigenti e il personale dell’Azienda Comunale Energia e Ambiente (ACEA), che di recente ha festeggiato i cento anni di fondazione.

Durante l’udienza – che ha visto presenti anche i membri del direttivo nazionale dell’UCID (Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti) e l’Arcivescovo emerito di Palermo, il Cardinale Salvatore De Giorgi, Consulente ecclesiastico nazionale dell’associazione – il Papa ha fatto riferimento alla crisi economica ed ha sottolineato la necessità di “rimettere al centro dell’azione dell’uomo la sua capacità di produrre, di innovare, di pensare e costruire il futuro”.

Richiamando quanto già accennato nella sua Enciclica “Caritas in veritate”, il Papa ha poi parlato dell’importanza di far crescre una “consapevolezza circa la necessità di una più ampia ‘responsabilità sociale’ dell’impresa, che spinga a tenere nella giusta considerazione le attese e i bisogni dei lavoratori, dei clienti, dei fornitori e dell’intera comunità, e ad avere una particolare attenzione verso l’ambiente”.

“In questo modo la produzione di beni e servizi non sarà legata esclusivamente alla ricerca del profitto economico, ma anche alla promozione del bene di tutti”, ha aggiunto.

Il Pontefice ha quindi espresso il proprio apprezzamento per l’impegno dell’azienda nel tutelare l’ambiente attraverso la gestione sostenibile delle risorse naturali, la riduzione dell’impatto ambientale e il rispetto del creato.

A questo proposito, nel suo indirizzo di saluto al Papa, il Presidente dell’ACEA, Giancarlo Cremonesi, ha assicurato il rinnovato impegno della sua azienda “per il rispetto ambientale attraverso i principi del risparmio energetico e dello sviluppo sostenibile”, come indicato nel recente messaggio pontificio per la Giornata Mondiale della Pace 2010.

Distribuire luce ed acqua a tutti – ha affermato Cremonesi secondo quanto riportato da “L’Osservatore Romano” – “ha significato e continua a significare per noi garantire vita, uguaglianza di diritti, sviluppo umano.”

“Ecco – ha aggiunto – la più alta missione che con i nostri fornitori condividiamo da anni nell’ambito di uno straordinario codice etico, e che umilmente nella speranza della nostra fede vorremmo oggi affidata alla sua altissima preghiera”.

Benedetto XVI ha quindi manifestato apprezzamento per il progetto dell’ACEA di collaborare con la Fondazione Giovanni Paolo II per il Sahel, che si propone l’obiettivo di rispondere all’urgenza di acqua e di energia in alcuni Paesi in via di sviluppo, e per i sistemi di illuminazione dei monumenti di Roma.

Il Santo Padre ha evidenziato, inoltre, l’importanza di “favorire un’ecologia umana, che sia in grado di rendere gli ambienti di lavoro e le relazioni interpersonali degne dell’uomo” ed ha parlato degli “effetti di una cultura che esaspera il concetto di individuo” e che si avvertono anche in una città come Roma.

“Spesso si vive chiusi in se stessi – ha detto –, ripiegati sui propri problemi, distratti dalle tante preoccupazioni che affollano la mente e rendono l’uomo incapace di cogliere le semplici gioie presenti nella vita di ciascuno”.

“La custodia della creazione – ha infine concluso –, compito affidato dal Creatore all’umanità, implica anche la custodia di quei sentimenti di bontà, generosità, correttezza e onestà che Dio ha posto nel cuore di ogni essere umano, creato a sua ‘immagine e somiglianza’”.

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ZENIT Staff

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