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Il Papa: "Crisi del matrimonio perché non si sa cos'è il sacramento…"

Finito il suo discorso all’apertura del Convegno diocesano a San Giovanni in Laterano, il Papa ha risposto alle domande di un sacerdote e due catechisti su famiglia, dottrina, preparazione al matrimonio…

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Individualismo, rispetto della dottrina, crisi del matrimonio. Sono questi i temi affrontati a San Giovanni in Laterano da Papa Francesco, nel rispondere in modo colloquiale alle domande di un sacerdote e due catechisti al termine del suo discorso inaugurale al Convegno Diocesano di Roma dedicato alla famiglia.
Il Vescovo di Roma ha dato seguito agli spunti evocati nel discorso fatto prima, rendendo più nitide le sue indicazioni attraverso la descrizione di esempi concreti. Come quelli che testimoniano l’individualismo, una minaccia nei confronti della famiglia.
Ricorda quando, da Arcivescovo di Buenos Aires, in una diocesi vicina alcuni parroci rifiutavano di battezzare i bambini di ragazze-madri. Frutto dell’individualismo, secondo il Papa, alla stregua di quel “maledetto benessere” che è causa del “terribile” calo demografico in Italia. “Ma questo è incominciato con quella cultura del benessere, da alcuni decenni…”, commenta.
E torna su un tema affrontato anche recentemente, quello di chi preferisce possedere un animale a dare la vita a un figlio: “Ho conosciuto tante famiglie che preferivano – ma per favore, non accusatemi, gli animalisti, perché non voglio offendere nessuno – preferivano avere due o tre gatti, un cane invece di un figlio. Perché fare un figlio non è facile, e poi, portarlo avanti… Ma quello che più diventa una sfida con un figlio è che tu fai una persona che diventerà libera. Il cane, il gatto, ti daranno un affetto, ma un affetto “programmato”, fino a un certo punto, non libero. Tu hai uno, due, tre, quattro figli, e saranno liberi, e dovranno andare nella vita con i rischi della vita. Questa è la sfida che fa paura: la libertà”.
Proprio della libertà – l’opinione di Papa Bergoglio – ha paura l’individualismo. Al contrario ha invitato a prediligere una pastorale nella quale non si abbia paura di rischiare. “Nel momento in cui sei lì, e devi decidere, rischia! Se sbagli, c’è il confessore, c’è il vescovo, ma rischia!”, il suo appello.
Individualismo che ha dimostrato di respingere la famiglia di un ambasciatore, recentemente recatosi presso la Santa Sede per presentare le sue credenziali al Papa. Francesco racconta che il diplomatico, insieme alla famiglia, ha portato la donna delle pulizie. “È un esempio – dice -. Questo è dare posto alla gente”.
A questo gesto è strettamente legato il concetto di tenerezza, il linguaggio che si usa con i bambini, fatto di carezze e di voce dolce. “È la strada che ha fatto Gesù – prosegue -. Gesù non ha ritenuto un privilegio essere Dio: si è abbassato. E ha parlato con la nostra lingua, e ha parlato con i nostri gesti”.
Nella seconda domanda, viene chiesto al Pontefice se non ci sia il rischio di una doppia morale nelle parrocchie: da un lato il “rigorismo” e dall’altro il “lassismo”. Secondo Bergoglio “entrambe non sono verità”. Egli spiega che “il Vangelo sceglie un’altra strada”, quella di Gesù che parla con la samaritana o con l’adultera. “Questo significa – afferma – cercare la verità; e che la morale è un atto d’amore, sempre: amore a Dio, amore al prossimo. È anche un atto che lascia spazio alla conversione dell’altro, non condanna subito, lascia spazio”.
Il Santo Padre, rispondendo alla terza domanda, si addentra poi nella questione scottante della crisi del matrimonio, puntando l’attenzione sull’educazione dei giovani.
Egli ritiene che “una parte dei nostri matrimoni sacramentali sono nulli”, in quanto gli sposi promettono fedeltà per tutta la vita mentre in realtà “non sanno quello che dicono, perché hanno un’altra cultura. Lo dicono, e hanno la buona volontà, ma non hanno la consapevolezza”.
L’opinione di Bergoglio è che “uno dei problemi” sia “la preparazione al matrimonio”. Del resto – soggiunge – “la crisi del matrimonio è perché non si sa cosa è il sacramento, la bellezza del sacramento: non si sa che è indissolubile, non si sa che è per tutta la vita”.
Il Papa spende poi un consiglio per chi sposato lo è già. Ribadisce il consiglio di “non finire la giornata senza fare la pace, perché la guerra fredda del giorno dopo è peggio. È peggio, sì, è peggio”.
Infine il Papa sottolinea che è doveroso avere pazienza nella pastorale del matrimonio, così come nella pastorale delle vocazioni. Invita ad ascoltare: “l’apostolato dell’orecchio, ascoltare, accompagnare…”.
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ZENIT Staff

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