Il Papa chiede un atteggiamento nuovo di fronte alla sofferenza

Presentato il Messaggio per la Giornata Mondiale del Malato

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CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 3 febbraio 2011 (ZENIT.org).- Il Messaggio di Papa Benedetto XVI per la XIX Giornata Mondiale del Malato è stato presentato questo giovedì nella Sala Stampa della Santa Sede.

Alla presentazione sono intervenuti, per il Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, il Presidente, monsignor Zygmunt Zimowski, il segretario, monsignor José Luis Redrado, il sottosegretario, monsignor Jean-Marie Mpendawatu, e la dottoressa Rosa Merola, consultore del dicastero e psicologa presso l’istituto penitenziario romano di Rebibbia.

Sul tema “Dalle sue piaghe siete stati guariti”, il Papa invita a riflettere sul mistero della sofferenza, chiede alla società di accettare la sofferenza, ai giovani di comprenderla e alle autorità di investire di più nelle strutture sanitarie.

Nel testo, il Pontefice afferma che nella Giornata Mondiale del Malato voluta da Papa Giovanni Paolo II è necessario sensibilizzare “le nostre comunità e la società civile verso i fratelli e le sorelle malati”, che invita a vivere “con occhi di speranza tutti i mali che affliggono l’umanità”, ricordando con San Bernardo che “Dio non può patire, ma può compatire” la sofferenza con l’uomo.

Il Papa ripropone il pensiero che ha espresso nell’Enciclica Spe salvi: “Una società che non riesce ad accettare i sofferenti e non è capace di contribuire mediante la compassione (…) è una società crudele e disumana”.

Condivide poi l’emozione che ha provato nel pregare davanti alla Sacra Sindone a Torino e la sua meditazione “davanti a quel volto sofferente” che “è un invito a riflettere su quanto scrive San Pietro: ‘dalle sue piaghe siete stati guariti’”. Per gli apostoli e per noi, aggiunge, “la sofferenza rimane sempre carica di mistero, difficile da accettare e da portare”.

Ricorda anche l’appuntamento di agosto a Madrid (Spagna) in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, e invita i giovani che vivono l’esperienza della malattia a ricordare che “la Croce è il ‘sì’ di Dio all’uomo, l’espressione più alta e più intensa del suo amore”.

Nel suo Messaggio, il Papa auspica che Cristo crocifisso e risorto “doni la pace e la guarigione del cuore”, e chiede in concreto alle autorità che “investano sempre più energie in strutture sanitarie che siano di aiuto e di sostegno ai sofferenti, soprattutto i più poveri e bisognosi”.

Aids e preservativo

Rispondendo a una domanda sul preservativo, monsignor Redrado ha ricordato che la dottrina della Chiesa è molto chiara nella nota diffusa poche settimane fa dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, e in quanto operatori sanitari “non c’è niente da aggiungere”.

Dal canto suo, monsignor Mpendawatu ha osservato che dopo la realizzazione di un incontro previsto per maggio si sta pensando alla pubblicazione di un “sussidio” pastorale per gli operatori sanitari e le comunità cristiane che affronti globalmente il tema dell’Aids, questione su cui “la Chiesa si sta impegnando molto”.

Ha anche ricordato che la Lettera agli Operatori Sanitari pubblicata nel 2005 è un codice deontologico del tutto valido per quanti lavorano nel settore.

Monsignor Zimowski ha poi precisato che la scienza avanza e pone nuovi problemi, il che obbliga ad aggiornarsi costantemente, sottolineando anche gli sforzi compiuti nelle 171.000 strutture sanitarie collegate alla Chiesa per realizzare il loro lavoro.

Cellule staminali e famiglia

Monsignor Mpendawatu ha voluto anche sottolineare che la Chiesa ha molti medici “impegnati nella ricerca sulle cellule staminali adulte e con buoni risultati”, mentre gli esperimenti sulle cellule staminali embrionali non hanno portato a nulla.

Monsignor Zimowski non ha nascosto dal canto suo la preoccupazione per le legislazioni di molti Paesi che “applicano ideologie invasive nel settore sanitario”, come nel caso di diversi disegni di legge in discussione sulla salute riproduttiva.

“La Chiesa svolge un’opera non filosofica ma pratica”, ha aggiunto monsignor Redrado, che ha ricordato ad esempio che “solo nell’ospedale Fatebenefratelli, con le sue 300 strutture, sono state assitite in un anno 20 milioni di persone”, per non parlare dei Paesi dell’Africa e del lavoro che la Chiesa svolge in quel contesto.

La dottoressa Merola, in contatto diretto con i detenuti, tra i quali ci sono molti giovani, ha constatato come sui reclusi influisca negativamente la mancanza di affetto e di figure di riferimento, e ha segnalato l’importanza della famiglia e dell’educazione su valori autentici per far crescere i figli ed evitare mali irreparabili.

Nel corso della conferenza stampa è stato presentato anche il seminario su “Associazionismo sanitario cattolico e cultura della vita”, che si svolgerà il 5 febbraio all’auditorium San Pio X in Via della Conciliazione, in occasione dei 25 anni dell’istituzione del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari (per la Pastorale della Salute).

Vi saranno rappresentate 70 associazioni che contano su un totale di oltre 50.000 iscritti. Tra queste, figurano la Federazione Internazionale dei Medici Cattolici (FIAMC), il Comitato Internazionale Cattolico di Infermiere e Assistenti Medico-Sanitarie (CICIAM) e la Federazione Internazionale dei Farmacisti Cattolici (FIPC).

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ZENIT Staff

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