Il Papa celebra la "festa dei nonni" brasiliana

All’arcivescovado di Rio, l’Angelus di Francesco in occasione della memoria liturgica dei Santi Gioacchino e Anna

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Dopo aver confessato alcuni giovani nel parco “Quinta da Boa Vista” e dopo l’incontro con alcuni detenuti presso l’Arcivescovado di Rio de Janeiro, papa Francesco si è affacciato dal balcone centrale dell’edificio curiale, per la recita dell’Angelus in occasione della memoria dei Santi Gioacchino e Anna, genitori della Vergine Maria.

In Brasile, l’Angelus è noto anche come “Ora di Maria”, ha ricordato il Santo Padre, spiegando che si tratta di “una preghiera semplice da recitarsi in tre momenti caratteristici della giornata che segnano il ritmo delle nostre attività quotidiane: al mattino, a mezzogiorno e al tramonto. Ma è una preghiera importante; invito tutti a recitarla con l’Ave Maria”.

Parlando della memoria liturgica di oggi, papa Francesco ha sottolineato che la casa di Gioacchino e Anna, in cui venne al mondo Maria, porta con sé “quello straordinario mistero dell’Immacolata Concezione; nella loro casa è cresciuta accompagnata dal loro amore e dalla loro fede; nella loro casa ha imparato ad ascoltare il Signore e a seguire la sua volontà”.

I santi di oggi “fanno parte di una lunga catena che ha trasmesso l’amore per Dio, nel calore della famiglia, fino a Maria che ha accolto nel suo grembo il Figlio di Dio e lo ha donato al mondo, lo ha donato a noi. Il valore prezioso della famiglia come luogo privilegiato per trasmettere la fede!”.

Il Pontefice ha anche ricordato che in Brasile, come in altri paesi, la memoria liturgica dei Santi Gioacchino e Anna è associata alla festa dei nonni (a differenza dell’Italia, dove la medesima festa è associata alla liturgia dei Santi Angeli Custodi, che si celebra il 2 ottobre).

I nonni, ha proseguito il Papa, sono figure “importanti nella vita della famiglia per comunicare quel patrimonio di umanità e di fede che è essenziale per ogni società” e favoriscono “l’incontro e il dialogo tra le generazioni, soprattutto all’interno della famiglia”.

A tal proposito, Francesco ha citato, ancora una volta, il Documento di Aparecida, nel passo in cui afferma: “I bambini e gli anziani costruiscono il futuro dei popoli; i bambini perché porteranno avanti la storia, gli anziani perché trasmettono l’esperienza e la saggezza della loro vita” (n° 447).

Il rapporto tra le generazioni “è un tesoro da conservare e alimentare”, ha affermato il Pontefice, aggiungendo che “in questa Giornata Mondiale della Gioventù, i giovani vogliono salutare i nonni. Li salutano con tanto affetto e li ringraziano per la testimonianza di saggezza che ci offrono continuamente”.

Prima di passare alla recita della preghiera mariana, papa Francesco ha esortato: “Ed ora, in questa Piazza, nelle vie adiacenti, nelle case che vivono con noi questo momento di preghiera, sentiamoci come un’unica grande famiglia e rivolgiamoci a Maria perché custodisca le nostre famiglie, le renda focolari di fede e di amore, in cui si senta la presenza del suo Figlio Gesù”.

Al termine della recita dell’Angelus, il Santo Padre ha salutato i 20 Membri del Comitato Organizzativo ecclesiastico e i 10 grandi Sponsor benefattori della GMG 2013.

Il Papa si è recato poi nel Salone rotondo dell’Arcivescovado dove ha pranzato con l’Arcivescovo di Rio, monsignor Orani João Tempesta e con 12 giovani di varie nazionalità: un ragazzo e una ragazza per ciascun continente, accompagnati da un ragazzo e da una ragazza di nazionalità brasiliana, in rappresentanza di tutti i partecipanti alla XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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