Il Papa benedice l'opera restaurata "La guerra e la pace" esposta al Palazzo dell'Onu

In un messaggio a firma di Becciu, Francesco auspica che l’opera dell’artista brasiliano Candido Portinari sia occasione per rinnovare l’impegno a prevenire ogni minaccia di guerra

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“Un’occasione propizia” per “rinnovare la responsabilità nel cercare mezzi per prevenire ogni minaccia di conflitto armato, attraverso la promozione di una maggiore giustizia sociale, libertà e solidarietà”. È l’auspicio che Papa Francesco esprime nel messaggio a firma del sostituto della Segreteria di Stato, arcivescovo Angelo Becciu, indirizzato al cardinale Orani João Tempesta arcivescovo di São Sebastiao do Rio de Janeiro, in occasione dell’inaugurazione del restauro dell’opera La guerra e la pace nel Palazzo delle Nazioni Unite a New York.

Come riferisce L’Osservatore Romano, i due grandi affreschi dipinti dall’artista contemporaneo brasiliano Candido Portinari (1903-1962), sono stati infatti restituiti all’antico splendore dopo un accurato restauro durato cinque anni. E dall’8 settembre è possibile ammirarli di nuovo nella sede dell’assemblea generale dell’Onu, dove si è svolta la cerimonia inaugurale. Le opere, di 14 metri di altezza e 10 di larghezza, illustrano la rovina e la desolazione dell’umanità da un lato e la raffigurazione di un mondo sano e armonioso dall’altro. Esse sono state esposte anche in Brasile e in Francia grazie al “Progetto Portinari” diretto dal figlio dell’artista José Candido Portinari e legato all’Università cattolica di Rio de Janeiro. 

Le parole del Pontefice – prosegue il messaggio – sono oggi rivolte a tutte le persone in questo mondo che, come denuncia l’Evangelii gaudium, “è lacerato dalle guerre e dalla violenza, o ferito da un diffuso individualismo che divide gli esseri umani e li pone l’uno contro l’altro ad inseguire il proprio benessere”. “Nella fedeltà all’impegno sottoscritto in questo edificio dalle Nazioni Unite qui a New York – si legge ancora – attendiamo con ansia il tempo in cui le nazioni ‘spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra’ (Isaia 2, 4)”.

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ZENIT Staff

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