Pope Francis is welcomed by Uganda's president Yoweri Museveni at his arrival at the State House in Entebbe

ANSA

Il Papa arriva in Uganda ed elogia il sacrificio dei martiri, “eroi nazionali”

Nel suo discorso alle autorità, a Entebbe, Francesco sottolinea l’impegno del paese africano nell’accoglienza dei rifugiati

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Legata a doppio filo al 50° anniversario della canonizzazione dei martiri ugandesi, la visita pastorale di papa Francesco in Uganda è iniziata nel segno dell’“ecumenismo del sangue”, concetto assai caro al Pontefice argentino, che nel suo primo discorso nel paese africano, ha ricordato come “i martiri, sia cattolici che anglicani, sono autentici eroi nazionali”.

Il Santo Padre è atterrato all’aeroporto di Entebbe, poco dopo le 17, ora locale, accolto dal presidente ugandese, Yoweri Kaguta Museveni e dal Nunzio Apostolico, mons. Michael A. Blume, S.V.D., alla presenza di alcune autorità dello Stato, dei vescovi del paese e di una rappresentanza di fedeli.

Dopo l’esecuzione degli inni, gli onori militari e alcune danze tradizionali di benvenuto, è avvenuta la presentazione delle rispettive delegazioni.

Di seguito, il Papa si è trasferito in auto alla State House di Entebbe per la visita di cortesia al Presidente della Repubblica. Accolto dal presidente Musuveni e dalla consorte, Francesco è stato accompagnato nella Credentials Room dove ha avuto luogo il colloquio diplomatico, al termine del quale i due capi di stato hanno firmato il Libro d’Oro e proceduto allo scambio dei doni, con successiva presentazione delle rispettive delegazioni.

Nel suo discorso alle autorità civili e alle personalità del mondo della politica, dell’economia e della cultura della società ugandese, il Santo Padre ha auspicato che la sua visita possa essere accolta “come un segno di amicizia, di stima e di incoraggiamento per tutti gli abitanti di questa grande Nazione”.

I martiri di cui si celebra l’anniversario della canonizzazione, “rendono testimonianza ai principi-guida espressi nel motto ugandese: Per Dio e per il mio Paese – ha detto il Papa -. Essi ci ricordano l’importanza che la fede, la rettitudine morale e l’impegno per il bene comune hanno rappresentato e continuano a rappresentare nella vita culturale, economica e politica di questo Paese”.

Pur nella diversità delle “credenze religiose e convinzioni”, i martiri ugandesi sono uno sprone per i loro connazionali a “cercare la verità, a lavorare per la giustizia e la riconciliazione, e a rispettarci, proteggerci ed aiutarci reciprocamente come membri dell’unica famiglia umana”.

La classe dirigente dell’Uganda è quindi chiamata ad assimilare tali “alti ideali” per “assicurare con criteri di trasparenza il buon governo, uno sviluppo umano integrale, un’ampia partecipazione alla vita pubblica della Nazione, così come una saggia ed equa distribuzione delle risorse”.

L’Uganda, infatti, ha osservato Bergoglio, è una terra “benedetta da Dio con abbondanti risorse naturali”, che i suoi abitanti sono tenuti ad “amministrare come custodi responsabili”, ma anche con “le sue solide famiglie, i suoi giovani e i suoi anziani”.

In particolare ai giovani, che incontrerà domani, il Papa ha promesso “parole di incoraggiamento e di stimolo”, nell’auspicio che siano loro “offerte la speranza, la possibilità di ricevere un’istruzione adeguata e un lavoro retribuito, e soprattutto l’opportunità di partecipare pienamente alla vita della società”.

Da parte loro, gli anziani sono “la memoria vivente di ogni popolo” e “la loro saggezza ed esperienza dovrebbero sempre essere valorizzate come una bussola che può consentire alla società di trovare la giusta direzione nell’affrontare le sfide del tempo presente con integrità, saggezza e lungimiranza”.

Parole di elogio sono giunte dal Santo Padre per l’“impegno eccezionale” mostrato dall’Uganda “nell’accogliere i rifugiati, permettendo loro di ricostruire le loro esistenze nella sicurezza e facendo loro percepire la dignità che deriva dal guadagnarsi da vivere con un onesto lavoro”.

In un mondo “testimone di un movimento migratorio di popoli senza precedenti”, il modo di affrontare tale fenomeno “è una prova della nostra umanità, del nostro rispetto della dignità umana e, prima ancora, della nostra solidarietà con i fratelli e le sorelle nel bisogno”, ha aggiunto il Pontefice.

Francesco ha quindi incoraggiato i “tanti silenziosi sforzi compiuti per assistere i poveri, gli ammalati e le persone in qualsiasi difficoltà”, poiché “è in questi piccoli segni che possiamo vedere la vera anima di un popolo”.

Al tempo stesso, tuttavia, si assiste “con preoccupazione alla globalizzazione della ‘cultura dello scarto’, che ci rende ciechi di fronte ai valori spirituali, indurisce i nostri cuori davanti alle necessità dei poveri e priva i nostri giovani della speranza”.

Nel congedarsi, il Papa ha espresso la preghiera che “tutto l’amato popolo dell’Uganda” sia sempre “all’altezza dei valori che hanno dato forma all’anima della vostra Nazione”, dicendo ai presenti “Mungu awabariki!”, ovvero “Dio vi benedica”.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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