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Il Papa al Dicastero per i Laici: "Accogliete riforma come segno di stima"

Incontrando il Pontificio Consiglio, prossimo all’accorpamento con l’Accademia per la Vita, Francesco ricorda i 50 anni di attività svolta a partire dal Vaticano II e invita a guardare alle nuove sfide future, dove c’è bisogno di laici “pronti a rischiare”

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Un ricordo dei quasi 50 anni di attività e di servizio avviati dopo il Concilio Vaticano II, e uno sguardo all’imminente riforma che prevede l’accorpamento del Dicastero con l’Accademia per la Vita al fine di “progettare una rinnovata presenza al servizio del laicato, continuamente in fermento e attraversato da nuove problematiche”.

È sospeso tra passato e futuro il discorso che Papa Francesco rivolge ai partecipanti alla 28ma plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici che si conclude domani sul tema Un dicastero per il laicato: tra storia ed avvenire…. L’incontro di oggi, afferma il Pontefice, “riveste un carattere speciale, dal momento che il vostro Pontificio Consiglio assumerà una nuova fisionomia”.

“Io non vorrei – scherza a braccio – che queste parole fossero di Valedictio alla Congregazione (la Valedictio è il rito di commiato della salma durante una funzione funebre ndr) o di congedo, ma che fosse parole di ringraziamento di tutto il lavoro fatto”.

Il progetto di riforma della Curia – spiega il Papa – è nato dalla consapevolezza, che “molto resta ancora da fare allargando gli orizzonti e raccogliendo le nuove sfide che la realtà ci presenta”. “Vi invito perciò ad accogliere questa riforma, che vi vedrà coinvolti, come segno di valorizzazione e di stima per il lavoro che svolgete e come segno di rinnovata fiducia nella vocazione e missione dei laici nella Chiesa di oggi”, assicura il Papa.

“Il nuovo Dicastero che nascerà avrà come ‘timone’ per proseguire nella sua navigazione, da un lato la Christifideles laici e dall’altro la Evangelii gaudium e la Amoris laetitia, avendo come campi privilegiati di lavoro la famiglia e la difesa della vita”.

Si tratta dunque della conclusione di “una tappa importante e dell’apertura di una nuova per il Dicastero della Curia Romana che ha accompagnato la vita, la maturazione e le trasformazioni del laicato cattolico dal Concilio Vaticano II ad oggi”. Furono proprio i Padri conciliari a volere la costituzione di “uno speciale segretariato per il servizio e l’impulso dell’apostolato dei laici”, al fine di assistere “con i suoi consigli la gerarchia e i laici nelle loro opere apostoliche”. Idea poi affinata dal beato Paolo VI, “il Papa della Fuci, dei giovani, dei laici”, che diede vita al Dicastero definito poi in seguito “uno dei frutti migliori del Vaticano II”.

“Ringraziamo dunque il Signore – dice Francesco – per gli abbondanti frutti e per le numerose sfide di questi anni”. Tra queste annovera anche la nascita di tanti movimenti e nuove comunità “di grande slancio missionario” che il Pontificio Consiglio ha seguito “nel loro sviluppo”, accompagnandole “con premura” e assistendole “nella delicata fase del riconoscimento giuridico dei loro statuti”. Senza dimenticare anche “il crescente ruolo della donna nella Chiesa, con la sua presenza, la sua sensibilità, i suoi doni” che il Dicastero ha fortemente promosso.

Come dimenticare poi la creazione delle Giornate Mondiali della Gioventù, “gesto provvidenziale di San Giovanni Paolo II”, afferma Bergoglio, nonché “strumento di evangelizzazione delle nuove generazioni da voi curato con particolare impegno”.

Il nome di Wojtyla viene citato anche tra i numerosi Membri e Consultori che si sono susseguiti negli anni. Il Papa polacco, in particolare, “seguì con interesse e lungimiranza questo Dicastero fin dai suoi primi passi”, dice Francesco, ricordando anche “i tanti laici che vi hanno lavorato con generosità e competenza” e i molti altri “che hanno operato nel silenzio in favore del laicato cattolico”.

Si può dire “che il mandato che avete ricevuto dal Concilio è stato proprio quello di ‘spingere’ i fedeli laici a coinvolgersi sempre più e meglio nella missione evangelizzatrice della Chiesa, non per ‘delega’ della gerarchia, ma in quanto il loro apostolato è partecipazione alla missione salvifica della Chiesa”, sottolinea il Pontefice. “È il Battesimo che fa di ogni fedele laico un discepolo missionario del Signore, sale della terra, luce del mondo, lievito che trasforma la realtà dal di dentro”, rimarca. Nella Chiesa si entra per il Battesimo, non per l’ordinazione sacerdotale o episcopale. È il Battesimo, e tutti siamo entrati dalla stessa porta”.

Alla luce di questo, il Vescovo di Roma invita a “guardare nuovamente con speranza al futuro” usando come orizzonte di riferimento un preciso binomio: “Chiesa in uscita – laicato in uscita”. “Anche voi – incoraggia – alzate lo sguardo e guardate ‘fuori’ ai molti ‘lontani’ del nostro mondo, alle tante famiglie in difficoltà e bisognose di misericordia, ai tanti campi di apostolato ancora inesplorati, ai numerosi laici dal cuore buono e generoso che volentieri metterebbero a servizio del Vangelo le loro energie, il loro tempo, le loro capacità se fossero coinvolti, valorizzati e accompagnati con affetto e dedizione da parte dei pastori e delle istituzioni ecclesiastiche”.

“Abbiamo bisogno di laici ben formati”, conclude il Pontefice, di laici “animati da una fede schietta e limpida, la cui vita è stata toccata dall’incontro personale e misericordioso con l’amore di Cristo Gesù. Abbiamo bisogno di laici che rischiano, che si sporchino le mani, che non abbiano paura di sbagliare, che vadano avanti. Abbiamo bisogno di laici con visioni di futuro, non chiusi nelle piccolezze della vita”.

Una parola anche ai più giovani: “Abbiamo bisogno di laici col sapore di esperienza della vita che si anima a sognare. Oggi è il momento in cui i giovani hanno bisogno dei sogni degli anziani. In questa cultura dello scarto, non abituiamoci a scartare gli anziani. Spingete perché sognino che, come dice il profeta Gioele, abbiano dei sogni”. Perché la loro capacità di sognare può dare a noi “la forza di nuove visioni apostoliche”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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