Il Papa ai leader religiosi: "Camminiamo insieme alla presenza di Dio"

Prima della Messa nella Cattedrale di Myeong-dong, il Papa ha incontrato i rappresentanti delle diverse confessioni e delle filosofie presenti in Corea

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Papa Francesco lascia in prima mattinata la Nunziatura alla volta della cattedrale di Myeong-dong in Seoul. Sono le 8.50 ora locale. In una sala del complesso-cattedrale, il Pontefice incontra i leader religiosi del Paese. Un gesto molto importante prima della Messa per l’unità della Corea, che realizza quel “dialogo e l’apertura verso tutti” che il Santo Padre stesso ha indicato nel suo discorso ai vescovi dell’Asia riuniti domenica al Santuario di Haemi.

Benché poco meno di metà della popolazione coreana si dichiari agnostica, in realtà la cultura dell’intera società è impregnata di buddismo e confucianesimo. Quanto alla pratica, non è rara la frequentazione di pagode, ma anche la consultazione di sciamani, soprattutto nelle campagne, ai quali la gente più semplice si rivolge in cerca di soluzione ai propri problemi.

Il cristianesimo si diffuse nel XVII secolo in un clima di fervore intellettuale, il movimento “Silhak” che mirava ad ammodernare il Paese. Oltre al glorioso passato reso tale dai numerosi martiri,  il cristianesimo si identifica anche con la riforma sociale, la ricerca dei diritti umani, non raramente in coraggiosa opposizione ai governi dittatoriali del passato. Nel Paese sono nate anche delle chiese cristiane-pentecostali di cui la più grande è la Yoido Full Gospel Church con un milione di fedeli.

Esistono poi almeno cinquemila confessioni minori che hanno pochi adepti e che nascono e si spengono in maniera relativamente rapida testimoniando però un’apertura al trascendente da parte dei coreani. Tra esse s’iscrive il ceondoismo, ovvero la “Via della scuola celeste”, una sintesi tra neo-confucianesimo, buddhismo, sciamanismo, taoismo, oltre ad influenza cattolica.

Mentre nella Cattedrale era già assiepata una moltitudine di fedeli che recitava il Rosario in attesa dell’inizio della funzione, il Pontefice si intrattenuto diversi minuti con i leader religiosi di altre confessioni, salutandoli personalmente uno ad uno e ricevendo daciascuno un dono simbolico. 

Prima di congedarsi, Bergoglio ha lasciato a tutti uno spontaneo pensiero in lingua spagnola nel quale così si è espresso: “Sono edificato per la gentilezza di voi tutti. La vita è un cammino che non si può fare da soli. Dobbiamo camminare come fratelli alla presenza di Dio. Vi ringrazio per questi gesti che esprimono il camminare insieme alla presenza di Dio. E’ come il cammino di Abramo. Siamo in Dio fratelli, ci riconosciamo come fratelli, camminiamo insieme. Che il Signore vi benedica! Pregate per me!”.

I rappresentanti delle religioni cristiane – compreso quello della Chiesa Ortodossa baciato e abbracciato dal Papa – hanno offerto dei crocifissi, simbolo della sofferenza di un popolo, ma anche simbolo di una vittoria che viene ancora chiesta nella preghiera dell’Eucarestia dall’altare della Cattedrale dedicata all’Immacolata Concezione che, nella sua architettura neo-romanica, ha la pianta a forma di croce.

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Alfonso Maria Bruno

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