Papal Mass at Bangui's Barthélémy Boganda Stadium

Papa Francesco - Santa Messa a Bangui - Foto © PHOTO.VA

Il Papa ai centrafricani: “Rompiamo con l’uomo vecchio, con l’uomo peccatore…”

Nella messa allo stadio “Barthélémy Boganda” di Bangui, Francesco esorta a un “rinnovato impegno missionario” e incoraggia la popolazione ad essere “artigiani di rinnovamento umano e spirituale”

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Un vero miracolo: in un paese scosso da una guerra che non vede via di uscita, papa Francesco è riuscito a radunare alcune migliaia fedeli presso lo stadio “Barthélémy Boganda” di Bangui, dove ha presieduto la Santa Messa, nella ricorrenza della festa liturgica di Sant’Andrea Apostolo.

Calorosissima l’accoglienza riservata al Pontefice, giunto nei pressi dell’impianto sportivo, poco dopo le 9, con i consueti canti tradizionali. La musica e i balli sono proseguiti anche all’interno, fino all’inizio della celebrazione, la cui omelia è stata tutta incentrata sullo zelo missionario predicato ed espresso da San Paolo nella prima lettura (Rm 10,9-18).

L’Apostolo dice: «Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annuncio di bene» (Rm 10,15). Si tratta, ha commentato Francesco, di “un invito a rendere grazie per il dono della fede che abbiamo ricevuto da questi messaggeri che ce l’hanno trasmessa”, nonché di un “invito a meravigliarci davanti all’opera missionaria” che ha evangelizzato per la prima volta il Centrafrica.

Dinnanzi alle sofferenze terrene, come quelle che il paese sta attraversando, e all’“avvenire incerto”, è bene quindi “riunirsi attorno al Signore, come facciamo oggi, per gioire della sua presenza, della vita nuova e della salvezza che ci propone, come un’altra riva verso la quale dobbiamo tendere”, ovvero la riva della “vita eterna”.

L’esortazione del Papa è a rendere “grazie al Signore per la sua presenza e per la forza che ci dà nel quotidiano delle nostre vite quando sperimentiamo la sofferenza fisica o morale, una pena, un lutto” ma anche “per gli atti di solidarietà e di generosità di cui ci rende capaci; per la gioia e l’amore che fa brillare nelle nostre famiglie” e, ancora, “per il coraggio che mette nelle nostre anime di voler creare dei legami di amicizia, di dialogare con chi non è come noi, di perdonare chi ci ha fatto del male, di impegnarci nella costruzione di una società più giusta e fraterna”.

Pur con tutto il bene che l’umanità può compiere “non siamo ancora arrivati alla meta, siamo come in mezzo al fiume, e dobbiamo decidere con coraggio, in un rinnovato impegno missionario, di passare all’altra riva”, ha commentato il Papa.

Ogni battezzato, ha detto, deve rompere con l’“uomo vecchio” e “peccatore” e a tutto ciò che lo induce a “ripiegarsi su sé stesso e alla diffidenza, alla violenza e all’istinto di distruzione, alla vendetta, all’abbandono e allo sfruttamento dei più deboli”.

In questo senso, l’Anno Giubilare della Misericordia, aperto proprio ieri a Bangui, è l’occasione per “chiedere perdono al Signore per le troppe resistenze e per le lentezze” che chiunque ha “nel rendere testimonianza al Vangelo”.

Ai centrafricani, Francesco ha chiesto di “guardare verso il futuro e, forti del cammino già percorso”, di “decidere risolutamente di compiere una nuova tappa nella storia cristiana del vostro Paese, di lanciarvi verso nuovi orizzonti, di andare più al largo, in acque profonde”.

Sant’Andrea apostolo e suo fratello Pietro non esitarono “un solo istante a lasciare tutto alla chiamata di Gesù, per seguirlo” (cfr. Mt 4,20), suscitando la meraviglia anche in noi contemporanei per il “tanto entusiasmo” che Cristo suscitò in loro.

Questa chiamata fatta ai primi apostoli stimola in ogni cristiano la domanda interiore sul proprio “legame personale con Gesù”, su quanto esso sia stato “accettato” oppure “rifiutato”.

Eppure il “grido” dei primi evangelizzatori, “risuona più che mai alle nostre orecchie, proprio quando i tempi sono duri”, invitando tutti alla “perseveranza nell’entusiasmo della missione, una missione che ha bisogno di nuovi messaggeri, ancora più numerosi, ancora più generosi, ancora più gioiosi, ancora più santi”.

Poiché, ciascuno di noi ha ricevuto quella chiamata, “sull’esempio dell’Apostolo, dobbiamo essere pieni di speranza e di entusiasmo per il futuro”, ha proseguito il Pontefice.

“L’altra riva è a portata di mano – ha proseguito – e Gesù attraversa il fiume con noi. Egli è risorto dai morti; da allora le prove e le sofferenze che viviamo sono sempre occasioni che aprono a un futuro nuovo se noi accettiamo di legarci alla sua Persona”.

Il Santo Padre ha poi concluso l’omelia con l’esortazione a ognuno dei cristiani centrafricani “ad essere, con la perseveranza della sua fede e col suo impegno missionario, artigiano del rinnovamento umano e spirituale del vostro Paese”.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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