Il Papa accetta le dimissioni del Segretario del dicastero per i Migranti

Monsignor Marchetto si dedicherà a studiare il Concilio Vaticano II

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CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 3 settembre 2010 (ZENIT.org).- Con “serenità” e “un po’ di tristezza”, così si congeda monsignor Agostino Marchetto, finora Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti.

Il suo è “lo stato d’animo di una persona che va in pensione dopo tanti anni”, ha spiegato ai microfoni della “Radio Vaticana”. “Da una parte c’è un po’ di tristezza perché si lascia un campo di lavoro ormai consolidato però, nello stesso tempo, c’è anche una certa serenità, sicuramente, direi quasi una certa contentezza, perché fino a qui ho fatto quello che consideravo il mio dovere”.

Monsignor Marchetto si è detto felice di potersi dedicare alla sua passione più grande, la storia: “Fondamentalmente sono uno storico – ha detto –. Certo mi interesso anche di Teologia, mi sono interessato molto di pastorale, anche di Diritto Canonico, però credo che la mia grande passione è stata la storia”.

L’Arcivescovo ha anche sottolineato il lavoro svolto presso il dicastero per i Migranti e gli Itineranti.

In questo campo, ha affermato, “la Chiesa ha avuto un ruolo profetico”, con un “magistero straordinario”.

Sull’immigrazione, gli uomini di Chiesa hanno sempre detto che “c’è un binomio tra accoglienza e sicurezza”, ma in molti luoghi “gli sforzi e i soldi vanno tutti nella linea della sicurezza più che dell’accoglienza”.

Il presule, molto citato dai media il 20 agosto scorso per alcune dichiarazioni sulla decisione del Governo francese di rimpatriare un gruppo di gitani rumeni, si è visto coinvolto in una polemica a causa della traduzione sbagliata delle sue parole (cfr. ZENIT, 30 agosto 2010).

Benedetto XVI ha concesso il 25 agosto scorso a monsignor Marchetto le dimissioni che questi gli aveva chiesto da tempo, come ha spiegato lo stesso presule.

Monsignor Marchetto, che ha compiuto 70 anni il 28 agosto, aveva chiesto al Papa di potersi ritirare dal suo lavoro al dicastero prima dell’età abituale come Arcivescovo (75 anni) per potersi dedicare allo studio della storia del Concilio Vaticano II, tema sul quale ha già pubblicato un volume a marzo.

Ritirarsi a 70 anni è un privilegio che viene concesso ai Nunzi Apostolici. Diplomatico per 20 anni in Africa e colpito da una grave malattia nel 1996, l’Arcivescovo vuole rimanere a Roma, senza smettere di lavorare.

Prima di lavorare al servizio dei Migranti, il presule, che parla perfettamente il francese, è stato Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), con sede a Roma.

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ZENIT Staff

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