Il pane della vita

L’umanità non vive di solo cibo, il mal di vivere degli umani può essere curato con l’ostia pane spirituale

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Cibo, Eucarestia e Solidarietà: nella prospettiva dell’Expo di Milano, a questo intreccio inscindibile è dedicato un originale ciclo di eventi, promossi dall’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, con il coinvolgimento il Movimento Apostolico, dell’Agenzia internazionale cattolica ZENIT.org e del Centro Studi Verbum.

Foltissima la partecipazione nella parrocchia Maria Madre della Chiesa, a Catanzaro, per il terzo appuntamento, sul tema: Il pane della vita. Ospiti della serata: il direttore dell’agenzia dott. Antonio Gaspari, il giornalista prof. Egidio Chiarella, l’Assistente ecclesiastico centrale, del Movimento Apostolico, mons. Costantino di Bruno e l’Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace,  mons. Vincenzo Bertolone.

Nel primo intervento, il prof. Egidio Chiarella (scrittore, autore di Zenit e componente del comitato organizzatore dell’iniziativa), ha introdotto il tema della serata, contestualizzandolo nell’atteso evento dell’Expo 2015. Richiamando l’intervento di papa Francesco alla prima riunione dei lavori per la stesura della Carta di Milano, il prof. Chiarella ha sottolineato il rischio dell’ “iniquità”, alla base dell’attuale sistema economico mondiale.

Una coscienza, ha dichiarato, che tutti devono avere, soprattutto un monito per quanti ricoprono posizioni di responsabilità. Non sono mancate parole di apprezzamento per l’Arcivescovo mons. Bertolone, per aver fortemente voluto e seguito questa iniziativa diocesana; quattro incontri capaci di sollecitare un’attenta riflessione sul cibo (sia dal punto di vista teologico che sociale) oltre che a rafforzare la responsabilità personale e comunitaria sul valore della solidarietà.

Il primo intervento, curato dal dott. Antonio Gaspari, si è incentrato sul tema Amore e cibo dell’anima. Il direttore ha riscontrato come la relazione dell’uomo con il cibo ha, da sempre, caratterizzato l’esistenza umana, distinguendo l’uomo da ogni altro essere vivente, proprio per la caratteristica di non essere spinto esclusivamente dal solo bisogno fisico. L’essere umano, nel corso dei secoli, ha sviluppato infatti diverse tecniche di coltivazione e di allevamento, fino a giungere all’arte culinaria.

Questa diviene un aspetto che contraddistingue l’uomo, i popoli, conciliando la storia specifica di ognuno con quella di tutto il mondo. Partendo dalla primordiale relazione dell’uomo con l’alimento, il cibo arriva ad essere qualcosa di più evoluto, che promuove anche innovazione sociale, condivisione e umanizzazione ma diviene anche motivo religioso.

Ecco la ragione per cui alla base di questo rapporto tra umanità e cibo si stabilisce un profondo atto di amore. Il dott. Gaspari ha rilevato come il doversi soffermare sul cibo, ci impone a riflettere sul sacrificio umano, quello cioè di lavorare per ottenerlo, cucinarlo, condividerlo; tutto rappresenta qualcosa che tocca profondamente la vita dell’uomo, un atto di vera e propria donazione.

Il cristianesimo rappresenta proprio questa donazione: Gesù Cristo, celebra il suo sacrificio facendosi cibo e questo è l’atto d’amore più grande, perché nell’Eucarestia, Egli non dona “qualcosa”, ma tutto di sé, il suo corpo e il suo sangue. L’ostia non è solo un atto liturgico, ma la piena realizzazione della misericordia di Dio.

La seconda riflessione, sul tema: Eucarestia sacramentale ed Eucarestia reale, è stata proposta da mons. Costantino di Bruno, teologo e Assistente ecclesiastico centrale del Movimento Apostolico.

Gesù, sulla Croce, si è fatto modello perfetto della nostra natura umana. Venendo in una carne santissima, egli l’ha triturata e l’ha ridotta in frantumi, facendosi pane di vita per il mondo intero.

L’Eucaristia è il “chicco di grano” che caduto in terra muore, si trasforma in pane, per dare vita ad ogni uomo. Questi, mangiandone, partecipa al corpo reale di Cristo e fa sì che la partecipazione del cristiano, nel mangiare l’eucaristia, non dev’essere intesa come un atto religioso, bensì un condividere lo stesso atto di Cristo: triturarsi per divenire pane per ogni uomo.

Assumendo l’Eucaristia, spiega il teologo, si assume tutta la missione di Cristo e così l’Eucarestia sacramentale trasforma la nostra carne in Eucaristia reale, per questo motivo il cristiano è colui che porta avanti, nella sua carne, in Cristo, l’opera della salvezza. Cristo si fa eucaristia per l’uomo, e questi si fa eucaristia per il bene del mondo.

Ha concluso l’incontro, mons. Vincenzo Bertolone con il tema Eucarestia e poveri. Attraverso il grande affresco del Vangelo secondo Matteo (cfr. Mt 25,31ss), il presule ha sottolineato, con ferma chiarezza, che il brano dell’evangelista evidenzia il cuore del messaggio evangelico, ovvero la necessità di vivere concretamente le opere di misericordia, corporali e spirituali, verso il prossimo: dar da mangiare a chi ha fame, dar da bere a chi ha sete, accogliere chi viene da mondi stranieri, rivestire chi non ha abiti, visitare gli ammalati, visitare i carcerati. Non è una mera filantropia, ma è riconoscere il Cristo nei bisognosi.

Il vescovo, richiamando il ricordo del Fondatore della Congregazione, da cui egli proviene, padre Giacomo Cusmano, ha rilevato come questi colse in modo coerente il suddetto brano evangelico, mettendo in atto un’opera, dapprima pensata a livello locale, per la Sicilia, in seguito a livello nazionale e successivamente universale. Tale opera, definita Il Boccone del Povero, coinvolge Servi e Serve dei Poveri, gente che vive del proprio patrimonio e lavora per il sollievo di tutte le miserie dell’umanità.

Chi ama come Cristo brucia d’amore. La carità, allora, non ha ore ma comincia sempre. Si trattava, per Cusmano, di guardare con occhi nuovi tutto e tutti, trasfigurando la cultura dello scarto, secondo le parole di papa Francesco, in una cultura della solidarietà, riconoscendo nei fratelli il vero volto dell’unico Signore e Cristo.

La serata è stata conclusa dalla lettura di un coinvolgente testo – Eucaristia… mistero della fede –  tratto dalla raccolta “Meditare” di Maria Marino, ispiratrice del Movimento Apostolico. Una breve citazione può far percepire il cuore del suo messaggio, che sublima la solidarietà umana nella comunione di amore e di sacrificio compiuta in Cristo: “Beata Eucaristia… Chi la ama, ama secondo verità Dio, se stesso e i fratelli; chi la riceve con fede conforma il suo essere all’essere di Cristo Gesù; chi la vive con passione e amore, fa della sua vita una passione di amore, un sacrificio di salvezza per il mondo intero”.

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Alessandro Carioti

Alessandro Carioti è docente di Teologia dogmatica nell’Istituto di Scienze religiose di Catanzaro

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