Il mistero di Cristo: dalla "particella di Dio" all'uomo

Vangelo della XV Domenica del Tempo Ordinario

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di padre Angelo del Favero*

ROMA, giovedì, 12 luglio 2012 (ZENIT.org).- “Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti, prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci ad essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato. In lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe, secondo la ricchezza della sua grazia. Egli l’ha riversata in abbondanza su di noi con ogni sapienza e intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo la benevolenza che in lui si era proposto per il governo della pienezza dei tempi: ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra” (Ef 1,3-14).

La comunità scientifica mondiale continua ad esultare per la dimostrazione fisica dell’esistenza della così detta “particella di Dio”.

E’ questa una denominazione del tutto appropriata dell’ormai famoso bosone, il ‘mattone’ con cui Dio ha costruito l’universo più di 13 miliardi di anni fa, quando con una sola Parola comandò il “Big-Bang”.  

Al di là delle giuste considerazioni sulla distinzione tra scienza e fede, “particella di Dio” è in realtà una giusta definizione, pienamente adeguata alla verità della creazione dell’universo, il quale fu fatto in vista del mistero di Gesù Cristo Re dell’Universo; verità che è rivelata sin dalla prima pagina della Bibbia: “In principio Dio creò il cielo e la terra.(…) Dio disse: “Sia la luce!”. E la luce fu” (Gn 1,1-3).

Al riguardo di tale verità, un significativo riferimento si trova nel cap. 11 del Vangelo di Matteo, dove vediamo Gesù esultare di gioia e benedire il Padre, Creatore del mondo e di quanto contiene, con queste parole: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli” (Mt 11,25).

Dicendo “queste cose”, il Signore vuole intendere l’intero Vangelo della vita da Lui rivelato, ed il messaggio ad esso intrinseco del Dio creatore.

Grazie al riferimento di Mt 11,25 a Gen 1,1 (“Signore del cielo e della terra”), possiamo riconoscere nell’esultanza del Figlio di Dio anche la risonanza profonda del Suo Essere con la meravigliosa bellezza ed armonia del cosmo; dato che “in Lui furono create tutte le cose nei cieli e sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili. Tutte le cose sono state create per mezzo di Lui e in vista di Lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte in Lui sussistono” (Col 1,15-17). 

Faccio ora una semplice considerazione. Come colui che si recasse al Museo del Louvre di Parigi per contemplare la bellezza misteriosa della “Gioconda”, non potrebbe separare il dipinto dal genio del suo autore Leonardo da Vinci, così (e tanto più) l’esultanza per la “particella di Dio” non può non far volgere lo sguardo della ragione verso Colui che l’ha pensata e l’ha creata.   

Ma mentre per giungere a dimostrare l’esistenza del ‘mattone’ dell’universo, c’è voluto lo sforzo grandioso di moltissimi scienziati e tecnici di altissimo livello, per riconoscere l’Architetto che ha creato e utilizzato il bosone, formando con esso la stupefacente struttura del cosmo, basta il piccolo sforzo della fede di un bambino: “..hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli” (Mt 11,25).

Vediamo allora che Paolo, nella seconda Lettura di oggi, non solo offre la risposta alla domanda dell’intelligenza umana sull’Autore del bosone, ma anche agli ineludibili quesiti precedenti e conseguenti: cosa c’era quando non esisteva la ‘particella di Dio’? Dove va l’intero movimento dell’universo e della storia? Qual è la sua chiave di volta?  

L’annuncio dell’apostolo è denso come il Big-Bang: “In Lui ci ha scelti, prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati di fronte a Lui nella carità, predestinandoci ad essere per Lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato” (Ef 1,4-6).

Possiamo dire e concludere così: nella mente di Dio c’era da sempre il progetto “uomo”, e per realizzarlo Dio creò tutte le cose del mondo per mezzo di un’infinitesima ‘pietra angolare’ che le regge e le fa essere, una particella non del caso e del nulla, ma di Dio.

E tale progetto comprende che il mondo non ritornerà al non-essere del ‘giorno prima’ del Big Bang, perché la volontà di Dio è di “ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra”, poiché…“in lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati  a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo” (Ef 1,10-12).

Sono parole misteriose e profonde come i confini dell’universo, eppure basta uno sguardo di fede per comprendere tutto, uno sguardo puro che provenga da un cuore semplice come quello dei piccoli.

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* Padre Angelo del Favero, cardiologo, nel 1978 ha co-fondato uno dei primi Centri di Aiuto alla Vita nei pressi del Duomo di Trento. E’ diventato carmelitano nel 1987. E’ stato ordinato sacerdote nel 1991 ed è stato Consigliere spirituale nel santuario di Tombetta, vicino a Verona. Attualmente si dedica alla spiritualità della vita nel convento Carmelitano di Bolzano, presso la parrocchia Madonna del Carmine.

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ZENIT Staff

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