Il miracolo di un cuore che sente intimamente con l'altro!

La solitudine è povertà perché ognuno è rinchiuso nel suo carisma, imprigionato nel suo spirito, nel suo corpo, nella sua anima, dietro le sbarre della sua pochezza

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Oggi come ieri bisogna stare molto accorti a non finire tra i tentacoli crudeli della solitudine, dorata o meno che sia. Nessun tipo di censo è in grado di riparare realmente i guasti dell’isolamento umano, quando aggredisce la mente e l’animo, travolgendo ogni elemento vitale di un qualsiasi individuo. Nello stesso tempo  si eviti di tuffarsi nell’illusione perversa dell’apparenza personale e sociale. Sobrietà e comunione sono da sempre i veri pilastri portanti dell’uomo, necessari a trasferire i carichi della sovrastruttura esistenziale alle strutture sottostanti preposte a riceverli. Su di essi è così possibile mettere insieme gli elementi di una vita bene o male complessa e spesso piena di ostacoli. Il segreto sta nel non dimenticare mai che la semplicità e la condivisione, se fatte proprie, agiranno di continuo da scarico permanente, lasciando defluire, senza mai travolgere nessuno, le tante intemperie che si abbattono ogni giorno sulla quotidianità delle persone. La solitudine è da sempre l’emergenza più grande della società. Da essa non bisogna fuggire costruendo occasioni innaturali o prive dei valori fondanti della verità in Cristo. I principi universali sono alla base di ogni progresso e mai hanno spinto l’umanità a cercare scorciatoie per vincere le sfide a cui si va incontro. Non mancano tuttavia i tentativi recenti a fare del relativismo etico la faccia buona di un mondo, in grado di trovare l’occasione giusta per superare ogni solitudine del mondo.</p>

Eutanasia, aborto, matrimonio breve, famiglie innaturali, violenze, guerre, corruzioni  e speculazioni e tutto quello che ne consegue nella politica, nella azione sociale individuale e di comunità, diventano così il prodotto di tesi “affascinanti”. Ne consegue, purtroppo, che i principi e i giudizi etici sono ormai relativi alle norme stabilite dagli individui o a quelle vigenti in determinate culture, senza più riferimenti ad alcuna morale universale. L’apparenza, in un contesto così articolato, la fa da padrona, quale arma segreta utilizzata a scoraggiare ogni tentativo di riportare in vita la verità e i paradossi dell’essere umano. Si è ormai sempre più convinti, in ogni iniziativa privata e in qualunque settore della struttura comunitaria, di essere in grado di fare qualsiasi cosa e di giustificarla comunque per la felicità propria e collettiva. Oggi perciò i cuori non possono essere che separati, pur se nell’immediato tutto si presenta come armonicamente intrecciato e condiviso. Certo se ci riferiamo solo all’aspetto virtuale della rete o alla capacità figurativa dell’uomo di legare i destini e le imprese delle persone tra di loro, dovremmo affermare che adesso è stata sconfitta ogni solitudine e che l’apparenza è sostanza essenziale per diffondere la verità. Non è così! La solitudine è povertà perché ognuno è rinchiuso nel suo carisma, imprigionato nel suo spirito, nel suo corpo, nella sua anima, dietro le sbarre della sua pochezza. Nella solitudine anche il ricco è povero, perché manca delle chiavi per entrare nel regno dei cieli. Anche il più grande ricco di questo mondo, senza l’altro, è povero, anzi poverissimo, perché la sua ricchezza non sfocia nell’eternità. È una ricchezza vana, effimera, inefficace, inconcludente, momentanea.

Scrive Mons. Costantino Di Bruno: “Il povero per il ricco è “l’elemento chimico spirituale” che trasforma la sua ricchezza in eternità, in gloria imperitura, in vita eterna. Il povero è quel seme portentoso che fa sbocciare vita eterna per il ricco. Il povero così diviene il più grande dono che il Signore concede al ricco. Bastano solo due persone unite nel nome di Gesù e cambia la vita dell’intero universo. L’acqua di questo mondo è tutta composta di due soli elementi: idrogeno e ossigeno. Messe le giuste quantità si forma l’acqua che disseta la terra. Le giuste quantità bisogna attingerle nel cuore di Cristo, guidati dalla sapienza dello Spirito Santo”. La nostra comunione spesso è solo nelle intenzioni. È fittizia, costruita, ingigantita dalle circostanze. Nella nostra società i cuori rimangono divisi, separati, ognuno persegue le sue vie, percorre i suoi sentieri. Ci troviamo davanti ad una vera  finzione di comunione. Mons di Bruno ci offre, al contrario, due spunti cosmici: “Alle nozze di Cana è stato sufficiente che il cuore di Gesù sentisse con il cuore di Maria, vivessero di perfetta comunione e il miracolo si è compiuto all’istante. Così anche presso la croce. Il cuore di Gesù manifesta il suo progetto di amore alla Madre, questa lo accoglie come il suo progetto e Maria diviene Madre dei redenti, Madre della Redenzione, Madre di tutti i figli adottivi di Dio”. Ci si unisce se si è autentici, non filtrati, né truccati o ben colorati. Le apparenze non sono la storia, ma le vie ingannatrici che spingono l’umanità nel burrone dell’involuzione sociale, istituzionale, economica, familiare. Il cuore è in vera comunione non solo quando prega, parla, appare o costruisce per l’altro o assieme l’altro, ma quando sente intimamente con l’altro. È allora che avviene il miracolo!

Chi volesse contattare l’autore può scrivere al seguente indirizzo email:  egidio.chiarella@libero.it. Per ulteriori informazioni: www.egidiochiarella.it. Per ordinare l’ultimo libro di Egidio Chiarella si può cliccare qui.

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Egidio Chiarella

Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, ha fatto parte dell'Ufficio Legislativo e rapporti con il Parlamento del Ministero dell'Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo "La nuova primavera dei giovani" e del saggio “Sui Sentieri del vecchio Gesù”, nato su ZENIT e base ideale per incontri e dibattiti in ambienti laici e religiosi. L'ultimo suo lavoro editoriale si intitola "Luci di verità In rete" Editrice Tau - Analisi di tweet sapienziali del teologo mons. Costantino Di Bruno. Conduce su Tele Padre Pio la rubrica culturale - religiosa "Troppa terra e poco cielo".

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