Il miracolo di Maria Cristina di Savoia

Si conclude oggi il Bicentenario della nascita della Venerabile. La storia del prodigio che ha reso possibile giungere alla sua beatificazione, che si terrà a Napoli il 25 gennaio 2014

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Si conclude oggi, giovedì 14 novembre, il Bicentenario della nascita della Venerabile Maria Cristina di Savoia, nata a Cagliari il 14 novembre 1812 e che sarà beatificata a Napoli il prossimo 25 gennaio 2014. Di seguito la storia del miracolo – sintetizzata dal postulatore, padre Giovangiuseppe Califano, ofm – che ha permesso di giungere alla beatificazione della Venerabile. 

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Maria Vallarino nacque a Varazze (Genova), in una famiglia molto numerosa, verso la fine del 1829 o all’inizio del 1830, come si deduce da un confronto fra gli atti di battesimo e di morte. Da dieci anni svolgeva attività di cameriera a Genova presso la marchesa Antonia Carrega, quando, nel giugno del 1866, all’età di 36/37 anni confidò alla nobildonna che da alcuni mesi aveva notato una tumefazione grossa come una noce nella mammella destra. La marchesa indirizzò subito la sua domestica al Dott. Luigi Garibaldi. Questi fecediagnosi clinica di tumore maligno scirroso e, senza rivelare all’interessata la gravità della sua malattia, le prescrisse una terapia a base di “sanguisughe, unzioni, impiastri con cicuta e bibite medicinali”.

La paziente, dopo un paio di mesi, vedendo che la cura non dava alcun risultato positivo e non conoscendo la natura del suo male, ma sospettando che si trattasse di qualcosa di grave, tornò dal Dott. Garibaldi, il quale le propose l’estirpazione, ma la Vallarino rifiutò e di sua iniziativa andò dal Dott. Oldoino Marengo, medico chirurgo. Questi precisò che si trattava di uno scirro al secondo periodo con resistenze tubercolose, ossia di un di un tumore scirroso altamente maligno inguaribile; le disse di continuare per altri 20 giorni la cura prescritta dal Dott. Garibaldi. Ma siccome non notava alcun beneficio e la tumefazione aumentava, Maria Vallarino passati 15 giorni tornò dal Dott. Marengo.

Il chirurgo notò che il tumore si presentava duro, fisso ai piani sottostanti, indolente, in fase avanzata e che la paziente accusava una forte tensione locale. Inoltre, il Marengo, constatando che il tumore aveva raggiunto la dimensione di un uovo di gallina e che il diametro della tumefazione era di circa 7 cm., ne confermò l’inguaribilità. Avendo poi riscontrato l’insorgere di un secondo piccolo tumore nella mammella sinistra, accennò all’intervento chirurgico per il mese di settembre, ma ritenendolo ormai pressoché inutile disse alla paziente che lui non l’avrebbe operata e perciò che consultasse altri Medici. La Vallarino ancora una volta escluse decisamente l’ estirpazione chirurgica del tumore.

Fu allora che il Dott. Garibaldi, vedendo la prostrazione della paziente che dal consulto con il Dott. Marengo non aveva riportato alcuna speranza di guarigione, le consigliò di rivolgersi alla preghiera. Più specificamente le disse di rivolgersi alla sig.na Virginia Lombardo di Rivarolo Ligure, un’inferma che diffondeva la devozione alla Venerabile Maria Cristina. La Vallarino andò prontamente dalla Lombardo e da questa ottenne alcuni frammenti di reliquia ex indumentis di Maria Cristina, con la raccomandazione di rivolgersi a Lei con fiducia. La preghiera che Maria Vallarino innalzò al Signore ripetutamente e con fede fu questa: “Gesù, o Buon Gesù, glorificate la vostra Serva Maria Cristina”. Da quel momento iniziò a notare la rapida riduzione del volume della massa mammaria, che poi scomparve del tutto in pochissimi giorni.

Tornò quasi subito dal Dott. Garibaldi e gli riferì che il tumore era pressoché scomparso. Infatti, dice il Dott. Garibaldi, “ritornata dopo cinque o sei giorni successivi, visitai la parte, né più rinvenni il tumore”. Nel frattempo il Dott. Oldoino Marengo aveva ripetutamente espresso il desiderio di conoscere gli sviluppi del caso Vallarino, per cui, alla distanza di alcuni mesi, sollecitata dalla Marchesa Carrega e per ordine del confessore, la sanata si presentò al detto chirurgo e gli riferì come era avvenuta la sua straordinaria guarigione. Il Marengo rimase meravigliato e le confessò che si era accorto del tumore incipiente anche alla mammella sinistra, e che proprio per la gravità del suo caso le aveva dichiarato che lui non era disposto ad operarla; ma che ormai era completamente “guarita”.

Infatti per ben 39 anni la Vallarino non ebbe alcuna recidiva, come hanno rilevato ben 6 Periti ab inspectione che esaminarono la sanata il 16 dicembre 1870, il 12 aprile del 1875 e il 5 aprile del 1887. Gli stessi Periti, non avendo riscontrato alcuna massa nei due seni della sanata, e neanche nelle cavità ascellari, dichiararono la guarigione di Maria Vallarino perfetta e duratura. La sanata morì l’11 gennaio 1905, all’età di circa 75 anni.

Su questi fatti i medici della Consulta della Congregazione delle Cause dei Santi hanno posto il seguente lemma: “Guarigione della Sig.na Maria Vallarino, molto rapida, completa, duratura ed inspiegabile il “quoad modum”, da tumefazione del seno uni o bilaterale, prognosi riservata quoad vitam e quoad valetudinem, terapia inadeguata e inefficace”

L’iter della Causa di beatificazione della Venerabile Maria Cristina di Savoia si conclude felicemente nel corso dell’anno Bicentenario della nascita della Venerabile (14 nov 2012 – 14 nov 2013) e nel corso dell’Anno della Fede. Questo dato è estremamente significativo se consideriamo che le ultime parole della Venerabile sul letto di morte furono anche la sua più alta professione di fede “Credo, Domine! Credo, Domine!”.

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La storia della causa di beatificazione di Maria Cristina di Savoia la si può leggere integralmente al sito:
http://www.cristianocattolico.it/catechesi/santi/bicentenario-della-nascita-della-venerabile-maria-cristina-di-savoia.html#ftn1

Per ulteriori approfondimenti, cfr. Gianni Califano, Maria Cristina di Savoia. Regina delle Due Sicilie, Velar, Gorle 2013.

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ZENIT Staff

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